26/5/2005 ore: 10:54

"Buongiorno" Venezia di Germania (M.Gramellini)

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    giovedì 26 maggio 2005



    Venezia di Germania

    di Massimo Gramellini

    PER non abbassare il morale sotto la soglia del 3% prevista dal Patto di Stabilità, avrei deciso di non dare più brutte notizie sull'Italia a meno che non siano anche un po' comiche. Come questa: i cinesi hanno scoperto le bellezze di Venezia e di Firenze, però a fargliele visitare non sono gli italiani ma i tedeschi. I pionieri del turismo cinese atterrano a Francoforte, scollinano in Italia, rientrano a Francoforte e ripartono per Pechino. Il tutto sotto l'egida organizzativa delle agenzie prussiane, che vendono i nostri musei all'aria aperta come se fossero cosa loro.

    Sulle ragioni di quest'ultimo successo del «made in Italy» esistono diverse versioni. Qualcuno sostiene che agli occhi di un cinese che abita in un Paese esteso quanto un continente, l'Europa appaia una nazione unica, molto più di quanto non lo sarà mai per un francese. La Germania ne rappresenta il centro, per cui l'Italia viene percepita come l'appendice turistica di un benevolo Reich che ha per capitale Berlino e per aereoporto Francoforte. Ma appare più credibile la spiegazione offerta dall'assessore emiliano Guido Pasi: i cinesi comprano le loro vacanze italiane in Germania perché alle spalle delle agenzie turistiche tedesche ci sono una diplomazia che prepara il terreno, una politica che propizia gli accordi, una compagnia aerea e dei servizi che funzionano. C'è insomma, benchè malconcio anche lì, uno Stato. Da noi no, ma consoliamoci: è l'unica cosa che i cinesi non ci potranno mai copiare.



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