ROMA «Siamo per una concertazione senza veti incrociati: non abbiamo mai pensato di isolare nessuno, ma non vogliamo nemmeno essere isolati». Savino Pezzotta convoca la sua prima conferenza stampa da quando è leader della Cisl: è l’occasione per presentare i nuovi dati sul tesseramento del 2000 (4.083.873 iscritti, con un aumento del 2,1%) e un anticipo sui temi del congresso, che si terrà dal 12 al 15 giugno, a Roma. «Non abbiamo voluto slittamenti, nonostante le elezioni, per rimarcare la nostra autonomia», ha detto. Ma inevitabilmente l’attenzione si è spostata sulle polemiche su concertazione, accordi separati e trattativa sui contratti a tempo determinato, che riprenderà oggi pomeriggio. E su quest’ultimo punto Pezzotta lancia un appello a Confindustria perché modifichi la propria posizione e consenta l’intesa, «evitando di dimostrare che le parti sociali non sono in grado di fare accordi tra loro e devono cedere il passo al legislatore». Pochi giorni fa Sergio Cofferati aveva accusato la Cisl di incoerenza. Pezzotta non ci sta: «Fare sindacato è il nostro pane, siamo per discutere, senza no di principio», continua il segretario generale della Cisl, che, in vista del congresso, rilancia «un patto nazionale per lo sviluppo che punti al riequilibrio economico del Paese, affrontando la questione dei differenziali nelle politiche del fisco e delle flessibilità del lavoro». Una concertazione per lo sviluppo, quindi, come ha ribadito ieri anche il leader della Uil, Luigi Angeletti: «La concertazione — ha detto — è finita quando siamo entrati in Europa. Oggi serve un nuovo patto sugli obiettivi che la società vuol conseguire e sul modo per ottenerli».
Ma la questione più imminente è la trattativa sui contratti a tempo determinato. Pezzotta ha accusato ieri la Cgil di aver cambiato idea «sfilandosi e lasciando gli altri con il cerino in mano». Per la Cisl solo un punto divide i sindacati dagli imprenditori: rinviare alla contrattazione di categoria la definizione della percentuali di utilizzo, una condizione che i sindacati chiedono e che Confindustria non accetta. Sulle casuali e sul tetto della durata secondo Pezzotta nelle scorse settimane Cgil, Cisl e Uil erano d’accordo. «Poi la Cgil ci ha ripensato», ha detto. Oggi si preciseranno le varie posizioni. La Cisl, insiste Pezzotta, non punta ad accordi separati: «sempre meglio la firma unitaria», ma non ha escluso intese separate se la confederazione di Cofferati torna indietro. Del resto, ha insistito, anche la Cgil ha firmato da sola con l’accordo tra Nidil, l’organizzazione dei lavoratori atipici, e l’Assirm (che raggruppa le società di ricerca).
Nonostante tutto, Pezzotta non abbandona il proposito dell’unità sindacale: «Passa attraverso il percorso della competizione, il che significa un confronto continuo sul merito dei problemi». In vista del congresso, Pezzotta traccia la strategia della confederazione: concertazione a livello nazionale e regionale, una riforma della contrattazione che sposti il peso sul secondo livello (che andrebbe esteso a tutti), flessibilità contrattata per evitare che si trasformi in precarietà (si prevede anche un rafforzamento dell’arbitrato nel caso della flessibilità in uscita, da affiancare alla legge). Inoltre una graduale riduzione del costo sociale del lavoro a carico delle aziende, per migliorare le condizioni di competitività e un impulso alla democrazia economica. Una strategia che paga, visto che la Cisl aumenta i propri iscritti: le adesioni in più sono state 83.348, dei 4.083.873 iscritti 2.090.922 sono i pensionati e 1.941.808 gli attivi. Le Regioni che hanno avuto i migliori risultati sono la Sardegna, la Lombardia, il Lazio, la Toscana e il Piemonte. L’Alai, associazione nuovi lavori, è passata da 6.123 a 11.195 adesioni dal 1999 al 2000. C’è stata invece una flessione alle Poste, dovuta, dice Pezzotta, alle ristrutturazioni del settore. Quanto al congresso, il dibattito avverrà durante la campagna elettorale: «Vogliamo esser pronti a misurarci con il prossimo Governo, a prescindere dagli schieramenti», ha detto Pezzotta. Sabato scorso era in prima fila alla nascita del partito di Sergio D’Antoni: «Una scelta da privato cittadino. Come confederazione abbiamo sempre dimostrato la nostra autonomia. Abbiamo scioperato contro tutti i Governi e saremo pronti a scioperare anche contro un Governo D’Antoni».
Venerdì 16 Febbraio 2001
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