«Contratti, più spazio alle intese territoriali»

sabato 5 luglio 2003
ECONOMISTI / Tito Boeri, Pietro Ichino e Tiziano Treu a confronto sull’accordo del ’93
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«Contratti, più spazio alle intese territoriali e aziendali»
MILANO - Quale struttura per la contrattazione del futuro? Su questo terreno - oltre che su quello della rappresentatività sindacale - si sono confrontati ieri il giuslavorista Pietro Ichino, l’economista Tito Boeri, il senatore della Margherita ed ex ministro del Lavoro Tiziano Treu. Il contesto: un convegno della Uil Lombarda su: «Come rinnovare il protocollo Ciampi» (l’accordo del 23 luglio ’93 che ha stabilito il perimetro delle relazioni industriali dell’ultimo decennio). «Non possiamo continuare ad avere contratti collettivi di categoria negoziati da lavoratori del Centro-Nord e applicati allo stesso modo nelle regioni del Sud dove il costo della vita è diverso - ha detto Ichino -. Lo sviluppo delle regioni più arretrate richiede una politica salariale flessibile per creare ricchezza e ridurre la disoccupazione». Di qui l’idea, sostenuta da Ichino, del potenziamento della contrattazione territoriale e aziendale. Sulla stessa linea Boeri: «L’unica strada per il sindacato è contrattare i salari a livello decentrato, definendo piattaforme che tengano conto della produttività nelle singole imprese». Di qui il superamento dell’accordo interconfederale del ’93». Diverso il punto di vista di Treu. «Nei settori ad alta frammentazione aziendale la produttività non si può "monetizzare" esclusivamente nel secondo livello contrattuale. Resta il fatto che la portata del primo livello di contrattazione vada ridotta, a vantaggio dell’aziendale e territoriale. Ma, visto il clima politico poco favorevole all’intervento su questi temi, non resta che sperimentare il più possibile la concertazione a livello locale con le regole attuali».
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Rita Querzé
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 Economia
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