30/10/2006 ore: 10:59

"Deviati" Misteri d’Italia in quella centrale sul lago

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    luned? 30 ottobre 2006

    Pagina 6- Primo Piano


    TRA ORTA E NOVARA TROPPE INDAGINI HANNO PERSONAGGI IN COMUNE, QUALCUNO IPOTIZZA UN’UNICA TRAMA

    Scandali e misteri d’Italia
    in quella centrale sul lago

    retroscena
    PAOLO COLONNELLO
      MILANO
      ?Occhio ai voli pindarici?, avverte un investigatore della Procura. Ma certo ? ben singolare che tra i pi? assidui frequentatori del codice fiscale di Romano Prodi ci fosse proprio un sottufficiale della Guardia di Finanza dell’intendenza di Borgomanero. Il militare, quando sono arrivati in un ufficio i suoi colleghi romani dello Scico con il provvedimento di perquisizione del pm Prete, pare abbia dato in escandescenze, sostenendo di aver dovuto controllare Prodi per non meglio specificati motivi di servizio. Il fatto ? che proprio nel suo computer sono stati trovati cos? tanti accessi all’anagrafe tributaria sulla famiglia del premier da formare uno di quei tre fascicoli che gli inquirenti ritengono essere stati il vero scopo di tutta questa operazione.

      Ovviamente la domanda ora ?: perch? uno sconosciuto finanziere di Borgomanero avrebbe dovuto spiare ?approfonditamente? l’allora capo dell’opposizione? Per conto di chi? Il fatto diventa ancor pi? intrigante se si pensa che il paese vicino al lago d’Orta ? in provincia di Novara, dove, per ben due volte sono scattate le manette per le ultime inchieste di spionaggio. Nella pi? recente, quella sui dossier Telecom, finisce agli arresti un ex carabiniere che forniva i suoi servizi all’agenzia fiorentina Polis d’Istinto di Emanuele Cipriani, tutt’ora in carcere. Nella pi? antica, ma si parla solo di un anno fa, nel mirino finiscono invece due altri sottufficiali della Finanza. Si tratta di Francesco Amato, 43 anni, e di Francesco Liguori, 35 anni, da tempo in forza al Comando Provinciale della cittadina piemontese. I nomi dei due sottufficiali emergono, anche in questo caso, in una storia di interrogazioni illegali ai terminali dell’anagrafe tributaria. Le vittime questa volta sono Piero Marrazzo, candidato dei ds alla Regione Lazio, e Alessandra Mussolini, di Alternativa Sociale, anche lei in corsa per la prima poltrona della Regione laziale, a quell’epoca occupata da Francesco Storace, diventato poi ministro della Sanit? nell’ultima fase del governo Berlusconi e ora indagato per questa vicenda.

      Il lavoro dei due marescialli, che vendevano le loro prestazioni alla Ssi (altra agenzia d’investigazioni private di tale Pierpaolo Pasqua) cos? come quello del loro collega di Borgomanero, ? fondamentale per la creazione di dossier sui personaggi che si vogliono tenere sotto controllo. Perch? dalle dichiarazioni dei redditi si passa velocemente ad eventuali partecipazioni societarie e cariche ricoperte. Quindi dagli archivi del catasto si possono individuare le propriet?, senza dimenticare che ricostruendo gli stati civili, si ritrovano eventuali gradi di parentela proseguendo quasi all’infinito, fino ad avere una radiografia completa dello spiato di turno. Inoltre i due marescialli di Novara (ancora non si hanno informazioni pi? precise su quello di Borgomanero) non sono due sottufficiali qualunque, perch? entrambi lavoravano per ?l’Ufficio I? del loro comando. L’ufficio informazioni, ovvero la struttura d’intelligence della Finanza che fa capo al secondo Reparto di Roma, comandato dal generale Walter Cretella Lombardo, grande amico del capo del Sismi Nicol? Pollari, finito nei guai per la vicenda del rapimento di Abu Omar. Terzo elemento da tenere in considerazione ? il fatto che l’ex comandante della Gdf Provinciale di Novara, diventa capocentro del Sismi a Milano nel 2003, proprio l’anno in cui i due sottufficiali iniziano il loro ?secondo? lavoro d’informatori e dossieristi ai danni di Marrazzo e della Mussolini per favorire Storace.

      In realt? niente autorizza a pensare che vi sia un collegamento diretto tra tutte queste storie, anche se i personaggi e soprattutto le modalit? di ?spionaggio? privato sembrano ripetersi in ogni indagine con impressionante puntualit?. Con dei rimbalzi che da Roma finiscono a Novara per tornare su Milano, formando quello che nei forum aperti di Internet viene definito ?il triangolo delle zozzerie?. ? nel capoluogo lombardo infatti che si svolgono le inchieste pi? importanti e politicamente sensibili del Paese. Ed ? qui che alla fine si danno appuntamento talpe e spioni, per controllare l’attivit? dei magistrati, alcuni dei quali, come si ? visto finiscono nel dossier trovato nell’ufficio ?deviato? di via Nazionale, sotto il titolo allarmante di ?operazioni traumatiche?. Perch? uno dei tanti retroscena di questa storia passa appunto dalle misteriose fughe di notizie che puntualmente costellano le indagini pi? delicate. A Milano, filtrano magicamente le privatissime discussioni tra due pm, Fabio De Pasquale e Alfredo Robledo, sull’opportunit? o meno di arrestare il consulente inglese di Silvio Berlusconi, David Mills; nel dicembre 2003 esce invece la notizia dell’indagine segretissima in corso sui rapporti tra l’allora presidente della Provincia Ombretta Colli e l’imprenditore Marcellino Gavio.

      La stessa inchiesta che porter? allo scandalo Telecom nasce proprio dalla scoperta di alcune talpe (una segretaria di cancelleria e un criminologo, giudice onorario) che informano i primi indagati delle mosse della procura. Per non parlare del fatto che l’ex responsabile della security dell’azienda di telecomunicazioni, Giuliano Tavaroli, finito in carcere con l’accusa di associazione per delinquere, sovrintendeva anche il Cnag, cio? il centro nazionale autorit? giudiziaria, l’ufficio interno a Telecom che dispone le intercettazioni richieste dalla magistratura. Mentre per la vicenda Antonveneta c’? qualcuno che avverte Ricucci e poi Fiorani e quindi l’ex governatore di Bankitalia Antonio Fazio dei telefoni intercettati. Fino ad arrivare alle intercettazioni delle telefonate tra l’ex numero uno di Unipol Giovanni Consorte e Piero Fassino che, pur non essendo mai state trascritte perch? giudicate penalmente irrilevanti, misteriosamente arrivano a il Giornale della famiglia Berlusconi e vengono puntualmente pubblicate.
        Esiste un’unica regia? O meglio: esiste una centrale abusiva d’intelligence in grado di dar vita a pi? episodi di spionaggio illegale? O esiste pi? semplicemente un progetto, un piano di disinformazione da far scattare ogni qualvolta se ne presentino le opportunit?? ? a queste domande che in realt? stanno cercando di dare una risposta le inchieste aperte nell’ultimo anno proprio a Milano: dal Laziogate a Telecom, da Abu Omar a quest’ultima sullo spionaggio tributario ai danni di Prodi. E non ? detto che prima o poi uno straccio di verit? non si riesca ad appurare.

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