18/4/2006 ore: 10:49

"EtMaintenant..." Bertinotti: «La Grande Coalizione manderebbe ko l’Unione»

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    domenica 16 aprile 2006
      Pagina 3 - Primo Piano


      IL LEADER DI RIFONDAZIONE ?QUESTE ELEZIONI AVEVANO IL VALORE DI UN REFERENDUM SUL PREMIER. ABBIAMO VINTO NOI E DOBBIAMO ASSUMERE LA GUIDA DEL PAESE?

      Bertinotti
      ?La Grande Coalizione manderebbe ko l’Unione?
      ?Io fuori dal governo, ma ? il solo no detto a Prodi?

      intervista
      Riccardo Barenghi
        Roma
        Fausto Bertinotti ? convinto che ?queste elezioni avevano il valore di un s? o un no a Berlusconi e alla sua politica. E ha vinto il no. Di poco? S? di poco, ma anche se avesse vinto per un solo voto avrebbe comunque vinto. Ecco perch? il risultato segna la fine dell’era berlusconiana, che per riprodursi avrebbe dovuto vincere. Invece ha perso?.
          Tuttavia l’esiguit? della vittoria autorizza a pensare a una vita non facile per il governo Prodi, tant’? che si parla di larghe intese.
            ?Mi pare che nell’Unione tutti, ma proprio tutti, le escludano. E giustamente perch? l’idea della Grosse Koalition ? esattamente opposta a quella dell’alternanza, politica e programmatica che abbiamo proposto in campagna elettorale. La Grande coalizione non ? uno sbocco possibile, sarebbe la sconfitta dell’Unione?.
              Si discute per? di dialogo istituzionale, di rapporti pi? sereni tra maggioranza e opposizione, non ? che si comincia da qui per arrivare un domani a qualche genere di inciucio?
                ?A volte si confondono le acque, si vedono inciuci dove magari ci sono solo proposte ragionevoli. A me basta la risposta netta e univoca di Prodi: le presidenze di Camera e Senato spettano alla maggioranza. E questo perch? la radicalit? dello scontro rende impossibile ci? che in via di principio impossibile non sarebbe; e poi perch? le cariche istituzionali servono a presidiare il governo Prodi. Dopo di che anche noi della sinistra radicale consideriamo giusto tenere un atteggiamento rispettoso e di dialogo con l’opposizione, non ci piace la demonizzazione dell’avversario, la categoria del nemico, la personalizzazione dello scontro. Non ? una concessione a nessuno, ? un elemento che giova alla politica?.
                  Un elemento che potrebbe essere utile per l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica?
                    ?Tutti dicono che il Quirinale deve essere oggetto di un confronto tra i due schieramenti. Ma ? ovvio, ? sempre stato cos?, anche negli anni duri della Guerra fredda. Poi per? qualcuno vinceva e qualcuno perdeva. Voglio dire che non dobbiamo confondere il giusto confronto fisiologico con l’idea che sia necessaria una soluzione unanime. Per dirla tutta: non va attribuito all’opposizione un diritto di veto?.
                      Quindi lei come procederebbe?
                        ?L’Unione avanzi il nome di un candidato e lo sottoponga al confronto con la minoranza. Pronta all’ascolto ma senza rinunciare alle proprie ragioni?.
                          Lei voterebbe per un Ciampi bis?
                            ?Non dico una cosa n? a favore n? contro Ciampi. Se la dicessi pregiudicherei quello che ho appena spiegato, ossia che deve essere tutta l’Unione ad avanzare una candidatura?.
                              A proposito di candidature, Prodi insiste perch? anche lei entri al governo insieme a Fassino e Rutelli, magari come vice premier.
                                ?Ho detto che non entrer? al governo in nessun ruolo. Lo ripeto oggi, del resto Prodi lo sa benissimo?.
                                  Invece come Presidente della Camera?
                                    ?Stiamo a vedere. Ho detto di no al governo ma di no se ne dice uno solo?.
                                      Lei all’inizio spiegava che le elezioni sono state sostanzialmente un referendum contro Berlusconi e questo referendum voi l’avete vinto. Ma avete una maggioranza esigua al Senato e soprattutto rappresentate solo la met? degli italiani. Come riuscirete a governare un Paese cos? spaccato?
                                        ?Si pu? governare con il 51 per cento nelle istituzioni a patto che si riesca a conquistare almeno il 60 per cento del Paese. E’ il nostro compito, qui si misura se il governo Prodi regger?.
                                          Ma le sembra facile conquistare elettori che non hanno mollato Berlusconi nemmeno dopo cinque anni di fallimenti e disastri sociali, cos? almeno ha sempre detto l’opposizione?
                                            ?Certo che non ? facile, ma l’unico modo per riuscirci ? mettere in campo da subito la Grande Riforma, che poi significa cambiare radicalmente la Controriforma del Paese avviata dal centrodestra. Ecco perch? ? per noi fondamentale abrogare o cambiare radicalmente le sue leggi, la Bossi-Fini, quella sulla droga, la legge 30, quella sulla scuola, la Gasparri. Che poi non sono altro che la traduzione legislativa dell’impianto culturale e politico di chi ha governato finora. Ecco, noi dobbiamo proporre agli italiani un impianto totalmente alternativo ma che ovviamente affronti e risolva i nodi fondamentali della nostra societ?. A cominciare dalla precariet? del lavoro, anzi della vita, la questione delle questioni?.
                                              Come mai la sinistra non ? riuscita a capire cosa pensava, cosa avrebbe votato e perch?, mezzo paese, anche larghissimi strati popolari che hanno scelto il centrodestra?
                                                ?E’ stato sicuramente il nostro limite pi? grosso, pi? grave degli errori di comunicazione che possiamo aver commesso sul fisco. La fotografia delle elezioni ci dice che c’? una parte del Paese alla quale noi non solo non parliamo ma proprio non conosciamo. Si tratta di quella parte pi? emarginata, spogliata, sostanzialmente negata. Ricordo che nell’immediato dopoguerra Aldo Natoli, dirigente del Pci romano, si accorse di un fenomeno analogo e riusc? a mettere in contatto il Partito con strati di popolazione marginali, prostitute, sbandati, piccoli criminali. Allarg? insomma il campo, conquist? persone alla politica togliendole dalla strada. Penso che dovremmo fare un’operazione simile?.
                                                  Chiudiamo col suo partito che ? andato bene in Senato (7,5 per cento), ma meno alla Camera, dove si ? fermato al 5,8. I giovani non votano Rifondazione?
                                                    ?Invece ci votano, tra i giovani siamo al 9 per cento. In realt? il discorso ? un altro, e cio? che se la competizione ? tra noi e i Ds, noi guadagniamo voti; se invece ? tra noi e l’Ulivo, li perdiamo. Significa che c’? un’indubbia attrazione per i progetti unitari. Un segnale incoraggiante per chi pensa al partito democratico ma altrettanto incoraggiante per chi pensa a qualcosa di nuovo e pi? largo anche nella sinistra radicale?.

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