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sabato 15 aprile 2006
Pagina 5 - Primo Piano
?FINORA ? STATO UN SOGNO, MA OGGI LE SPINTE SONO LE MIGLIORI POSSIBILI. C’? UN ELETTORATO NATO NEGLI ANNI OTTANTA CHE NON RAGIONA COME NOI, PENSIAMO A LORO?
Veltroni ?Pronto a impegnarmi per il partito democratico Poi la mia biografia politica sar? compiuta?
Riccardo Barenghi
ROMA E’ stato vicepresidente del Consiglio nel primo governo Prodi, ha fatto il segretario dei Ds quando D’Alema ? finito a Palazzo Chigi, nel 2001 ? stato eletto sindaco di Roma e tra un mese e mezzo ci riprova, con ottime probabilit? di rifarlo per cinque anni. Walter Veltroni ? uno dei leader della sinistra, anzi del centrosinistra, uno che da una vita si spende perch? il pezzo centrale di questo centrosinistra - l’Ulivo - diventi qualcosa di pi? e di diverso da un cartello elettorale. Un nuovo soggetto politico, una forza organizzata, insomma il Partito Democratico. Per? da qualche tempo Veltroni dice che quando avr? finito il secondo mandato da sindaco, lascer? la politica per occuparsi di volontariato, in Africa aveva detto una volta.
Ma se il Partito Democratico nascesse sul serio, lei che si prodiga da dieci anni per questo esito e che viene indicato come uno se non il leader di questo Partito, se ne andrebbe sul serio in Africa?
?Non so se in Africa o da qualche altra parte, ma i miei programmi non cambiano. Se non nel fatto che sono pronto a impegnarmi nei prossimi anni perch? questo progetto - che poi ? il sogno politico della mia vita - si realizzi. Lo considererei il compimento della mia biografia politica?.
Oggi per? i problemi che emergono sono altri. Il risultato elettorale per esempio, come lo giudica?
?Intanto bisogna chiudere la discussione sulla legittimit? del voto. Dopo di che io dico che sia la campagna elettorale (la pi? brutta della storia), sia il risultato del voto dimostrano che bisogna ricostruire il senso di un’identit? nazionale. Il Paese non solo ? spaccato a met? ma ? anche sfibrato, stanco. Se noi leggessimo il voto come una sfida tra armate contrapposte che si combattono fino all’ultimo uomo, faremmo un errore madornale. Io penso che invece il Paese abbia voglia di girare pagina, ritrovare una sua serenit? e compostezza. E Prodi ha le caratteristiche giuste per spingerlo in questa direzione?.
Ma lei ? sicuro che la met? del Paese che ha votato Berlusconi voglia questa sorta di pacificazione?
?Questo ? quel che sento e vedo nel mio lavoro di sindaco che significa soprattutto avere contatti con i cittadini. E allora suggerirei a noi tutti del centrosinistra di usare un tono di voce giusto, non come quello della destra. Dobbiamo mostrare la consapevolezza che questo voto ci consegna s? il governo ma ci consegna anche il compito di conquistare una parte del Paese. La quale, nonostante cinque anni di fallimenti del governo Berlusconi, l’ha rivotato. Noi dobbiamo capire perch? e soprattutto non considerare questi italiani dei nemici?.
Tradotto in politica, dialogo con l’opposizione?
?Dipende dall’atteggiamento del centrodestra. Ogni ora che passa senza che Berlusconi telefoni a Prodi per riconoscere la sua vittoria, ? un’ora che peggiora il clima; se si continua ad agitare lo spettro dei brogli elettorali (peraltro smentiti), si peggiora il clima. E questo clima allontana la prospettiva che Giorgio Napolitano e io stesso abbiamo sostenuto di un coinvolgimento dell’opposizione nelle sedi istituzionali. Se i cosiddetti moderati del centrodestra non escono allo scoperto, se l’opposizione non rinuncia alla cultura politica del mors tua vita mea, allora il dialogo lo vedo difficile. Anche perch? prima o poi dovranno decidere cosa fare “da grandi”. Perch? per quanto abbia quasi vinto, Berlusconi non ha vinto e dunque tra cinque anni non credo sar? lui il candidato a Palazzo Chigi. Sono gli altri che devono costruire una nuova destra e scegliere tra un berlusconismo senza Berlusconi o un altro modello, per esempio quello della Merkel?.
Nel frattempo per? le scadenze incombono, tra meno di un mese bisogna eleggere qualcuno al Quirinale.
?Non ho dubbi, subito Ciampi. Ma proprio subito. Alla prima riunione dedicata all’elezione del presidente della Repubblica, io penso che una larghissima maggioranza dovrebbe riconfermare questo grandissimo presidente, un punto di riferimento per tutti gli italiani, che ha presidiato la Costituzione e le Istituzioni. Visti anche i tempi che ci attendono, sarebbe la soluzione migliore, la pi? sicura?.
A proposito di sicurezza, lei ? sicuro che il governo Prodi riuscir? a stare in piedi?
?S?, ma a un patto. Ossia che tutto il centrosinistra si ponga l’obiettivo storico di garantire cinque anni di stabilit? del governo. Non devono emergere divisioni, particolarismi, rivendicazioni che renderebbero ancora pi? complesso un cammino gi? di per s? difficile. Prodi regge se la sua coalizione gli assicura quel che non gli assicur? dieci anni fa, ossia la compattezza di una maggioranza che sa di avere dimensioni numeriche particolari. Proprio il contrario di quelle larghe intese di cui parla Berlusconi. Non ? possibile che questo Paese oscilli tra la contrapposizione muro contro muro e il cosiddetto inciucio. Ci sar? un governo e ci pu? essere un leale confronto tra maggioranza e opposizione. E’ su questa base che si pu? costruire, come in tutte le democrazie mature, una nuova unit? degli italiani?.
Ma come mai, dopo cinque anni di fallimenti - cos? si ? detto - compiuti dal governo Berlusconi, e mentre tutti i sondaggi davano l’Unione largamente vittoriosa, la vittoria ? arrivata per il rotto della cuffia? Qualche errore nella campagna elettorale?
?Non ho mai visto campagne elettorali senza errori, nella nostra c’? stata indubbiamente una certa confusione sulla tassa di successione. Che ha provocato inquietudine nell’elettorato, anche nel nostro. Perch? in una fase di crisi economica e di precariet? della vita, la casa diventa la principale garanzia. Ed ? sembrato che noi la mettessimo in discussione. E’ stato l’unico limite, per il resto Prodi l’ha condotta molto bene?.
Ma di quell’errore Berlusconi ha saputo approfittare mica poco.
?Questo ? evidente, tuttavia l’errore pi? grossolano l’ha commesso lui, anzi ne ha commessi due. Il primo ? stato insultare gli elettori di centrosinistra, che ha avuto come effetto quello di prosciugare l’astensionismo del nostro campo. E tutti sono andati a votare. Il secondo quando ci ha accusato di voler rendere uguali il figlio dell’operaio e quello dell’avvocato. Ora, voglio premettere che nessuno pu? immaginare di rendere uguali gli esseri umani, perch? l’egualitarismo estremo contiene dentro si s? una suggestione autoritaria e magari si finisce col costringere tutti a mettersi la stessa camicia, rossa o nera che sia. Ma altro discorso ? dare le stesse opportunit? a tutti, e questo ? il compito non del centrosinistra ma di qualsiasi democrazia. Altrimenti si rischia l’ossificazione sociale che a sua volta provoca un clima e una tensione ingestibili?.
Venendo in casa sua, perch? il suo partito ha ottenuto un risultato elettorale cos? modesto, fermandosi al 17,5 per cento?
?Perch? penso che la dimensione dei Ds sia questa, un punto in pi? o in meno non fa differenza. Fassino ha svolto un lavoro importantissimo, ottenendo grandi risultati politici, l’unit? del Partito, dell’Ulivo e di tutta l’Unione. Ma elettoralmente restiamo in quella dimensione. Se prendiamo i dati di tre regioni rosse come l’Emilia Romagna, la Toscana e le Marche, vediamo che la lista dell’Ulivo ottiene oltre il 4 per cento in pi? dei voti presi dalla somma di Ds e Margherita. E alla Camera una parte degli elettori potenziali di Rifondazione ha scelto l’Ulivo. Due segnali rilevanti?.
E’ il vecchio discorso sul valore aggiunto dell’unit?, dell’Ulivo, di Prodi oggi e di qualcun altro domani.
?Talmente vecchio che sono dieci anni che lo facciamo in molti, ma purtroppo finora ha stentato a diventare un progetto politico. Oggi per? le condizioni e le spinte elettorali sono le migliori possibili, vediamo che c’? un elettorato nuovo, nato negli Anni Ottanta, cresciuto nei Novanta, che non ragiona come noi, non sa niente delle nostre storie, ha un’altra cultura. Altre domande sociali. Cerca una nuova Casa politica e noi dobbiamo costruirgliela?.
E lei che fa, gliela costruisce e poi se ne va in Africa?
?Mi impegno a costruirla, contemporaneamente spero di continuare a fare il sindaco, intanto lo faccio e gi? che lo faccio scappo alla riunione della giunta?.
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