27/1/2006 ore: 12:19
"Europa 1" McJob, il lavoro è un affare di famiglia
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McJob, il lavoro è un affare di famiglia Enrico Franceschini Poi sono arrivati la McSalad, la McPasta, la McPizza e così via, finché un bel (o brutto) giorno ci siamo accorti di vivere nel McWorld, un McMondo in cui è «veloce» non più soltanto il cibo, ma quasi tutto quanto facciamo, godiamo, consumiamo. Adesso è la volta del McJob: il McLavoro, si potrebbe dire, a immagine e somiglianza del cheese-burger con ketchup, patatine fritte e bibita gassata. Cioè un lavoro che, come l´Happy Meal, l´economico "Felice Pranzetto" offerto per quattro soldi dalla McDonald´s ai bambini di tutto il pianeta, è la somma armoniosa di tre o quattro elementi infilati nel medesimo cestino. Il «cestino», in questo caso, è la famiglia: mariti, mogli, figli (dai sedici anni in su) e nonni, che possono condividere lo stesso posto di lavoro, alternandosi senza neanche bisogno di comunicarlo al management. Un posto di lavoro «collettivo», in cui i membri di una singola famiglia si spartiscono liberamente fra di loro i turni e si dividono, ovviamente, anche lo stipendio. È la formula che la McDonald´s ha lanciato per la prima volta nei suoi 1250 ristoranti del Regno Unito, dove lavorano attualmente 67 mila persone - che in teoria potranno presto moltiplicarsi se ogni mansione (cassiere, cuoco, aiuto cuoco, addetto alle pulizie, eccetera) verrà in realtà svolta da due, quattro, mezza dozzina o anche più membri di una medesima famiglia. In base al ««Family Contract» (Contratto Familiare), che è il primo di questo genere in Gran Bretagna, ogni lavoratore del «collettivo familiare» conta separatamente le ore che fa e viene pagato su un conto separato. Per il momento l´iniziativa, che ha già ricevuto il sostegno del ministero del Commercio e dell´Industria, viene sperimentata in sei città; in seguito dovrebbe essere ampliata a tutti i ristoranti della McDonald´s. Se avrà successo, la formula sarà allargata a parenti meno stretti, come zii e cugini, e perfino alla categoria degli «amici»; già ora possono usufruire del «Family Contract» anche le coppie che convivono senza essere sposate, incluse quelle dello stesso sesso. |