"Europa" Il lavoro è poco femminile
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marted? 7 marzo 2006
Pagina 16 - Economia&Lavoro
Europa, il lavoro ? poco femminile
Indagine Eurostat: le donne pi? preparate degli uomini, ma restano a casa. Soprattutto in Italia
di Luigina Venturelli/ Milano
COSE DA DONNE - Dalla scopa si ? passate all’aspirapolvere, dalla spugna con olio di gomito ci si ? convertite alla pi? comoda lavastoviglie, mentre gli incarichi dirigenziali da inaccessibili sono diventati oggetto di improbabile conquista. Qui si ferma l’evoluzione del ruolo delle donne in casa e sul lavoro, perch? malgrado quarant’anni di rivendicazioni e nonostante siano pi? istruite degli uomini, le europee (italiane in testa) restano le regine delle faccende domestiche.
Lo rivela un’indagine Eurostat preparata in vista dell’8 marzo, secondo cui fornelli e pulizie nel vecchio continente sono ancora prerogative femminili, al contrario dei ruoli di comando nel mondo del lavoro.
Preoccupante il dato generale, soprattutto se associato alle differenze salariali a svantaggio delle donne registrate solo la scorsa settimana dal rapporto della Commissione Ue. Pessimo il dato riguardante il Belpaese: in generale le europee in et? compresa tra i 20 e i 74 anni consacrano molto pi? tempo degli uomini al lavoro domestico, ma mentre in Svezia le donne lavorano in casa appena il 50% in pi? degli uomini, in Italia e in Spagna la differenza in termini di tempo supera il 200%. Mediamente le faccende assorbono cinque ore e 20 minuti della giornata di una donna italiana, il massimo che si registra in Europa, mentre l’uomo italiano se ne occupa solo per un’ora e 35 minuti, il minimo europeo seguito solo dall’uomo spagnolo che alla casa dedica quotidianamente un’ora e 37 minuti.
Complessivamente, le donne lavorano cos? molto di pi? degli uomini: pi? di un’ora di differenza al giorno in Italia, ma anche in Slovenia, Estonia, Lituania, Spagna e Ungheria, mentre solo in Svezia e nel Regno Unito le ore lavorate da uomini e donne sono praticamente le stesse.
Quanto ai ruoli dirigenziali, le manager sono una netta minoranza: non pi? di un terzo in tutta Europa, percentuale che sale al 40% solo nei Paesi baltici (Estonia, Lituania e Lettonia). Resta alta anche la differenza nella retribuzione: circa il 15% delle donne nell’Ue guadagna meno degli uomini.
Ma le donne continuano ad essere ancora le pi? sottoposte al rischio di perdere il lavoro: il tasso di disoccupazione femminile a gennaio 2006 era del 9,6% contro il 7,6% degli uomini. Anche il numero delle donne occupate ? nettamente inferiore rispetto a quello degli uomini: 55% contro il 71%. Senza considerare che, in media, un terzo delle donne ? occupato part-time contro solo il 7% degli uomini.
Se mai ce ne fosse stato il bisogno, i dati di Eurostat confermano l’esistenza di un ?problema femminile? in Europa, se anche il maggior livello d’istruzione rispetto ai colleghi maschi, infatti, non ? un mezzo sufficiente per l’affermazione femminile nel lavoro. E s? che l’insegnamento superiore nel 55% dei casi ? appannaggio delle donne, tanto che nel 2005 l’80% di queste ultime contro il 75% degli uomini al di sotto dei 24 anni aveva ultimato almeno la scuola secondaria superiore.
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