
24/1/2003 - Facciamo appello alla proprietà di Carlo calzature
19/1/2003 - Primi 15 tagli alla «Carlo calzature»
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17/1/2003 - La «Carlo» in mano a bancarottieri
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(Del 24/1/2003 Sezione: Alessandria Pag. 39)
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DIPENDENTI DELLA DITTA |
«Facciamo appello alla proprietà di Carlo calzature» |
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ALESSANDRIA. Incontro informale, ieri, fra sindacalisti della Filcams Cgil e il collegio sindacale della Carlo calzature (l´amministratore unico della spa è sotto inchiesta). I sindaci hanno riferito che il 10 febbraio si riunirà l´assemblea dei soci per decidere sul futuro della ditta. Nel pomeriggio, inoltre, si sono svolte le assemblee sindacali dei lavoratori della sede di Solero e dei negozi di Alessandria. «La situazione è critica - commenta Bruno Pasero, segretario della Filcams Cgil -, i lavoratori hanno espresso la loro preoccupazione e amarezza e hanno anche lanciato un appello alla proprietà, chiedendo a Patrizia Pasetti e Margherita Ricci un impegno perché la Carlo calzature continui la propria attività, garantendo l´occupazione». Dice Pasero: «Solleciteremo ancora un confronto con la proprietà prima dell´incontro del 10 febbraio».
r. al.
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(Del 19/1/2003 Sezione: Alessandria Pag. 35) |
PROSEGUE INTANTO L´INCHIESTA SULL´ORGANIZZAZIONE ACCUSATA DI AVER MESSO IN CRISI LA DITTA
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Primi 15 tagli alla «Carlo calzature» |
Procedura di mobilità per gli addetti al magazzino di Solero |
ALESSANDRIA Ci si interroga sul futuro del gruppo «Carlo calzature», oltre 250 dipendenti, una quarantina di punti di vendita in 34 città (in provincia oltre ad Alessandria ve ne sono tre, a Casale, Tortona e Pozzolo) in Piemonte (Asti, Alba, Borgo San Dalmazzo e Mondovì), Liguria, Lombardia (fra cui Voghera e Casei Gerola), Emilia-Romagna, Toscana, Marche e Veneto. E con un fatturato di 60 miliardi di lire. Sono in molti, per primi i dipendenti, a chiedersi quale sarà il futuro dell´azienda dopo la notizia, divulgata giovedì dalle agenzie di stampa, che la nuova proprietà (dal maggio 2002) sarebbe in realtà una banda di bancarottieri i quali hanno portato la «Carlo calzature» sull´orlo del fallimento. Alle preoccupazioni degli addetti («Non sappiamo nulla, speriamo di conservare il posto di lavoro» commentavano ieri alcuni commessi) si aggiungono quelle delle banche e dei sindacati. Dice Bruno Pasero, della Filcams Cgil: «A dicembre s´è iniziata la procedura per la messa in mobilità di 15 dipendenti in esubero al magazzino di Solero. Poiché il gruppo opera a livello nazionale dovevamo discutere la vertenza al ministero del Lavoro. Ma siamo bloccati perché dopo l´arresto dell´amministratore unico Massimo Cusumano è venuta a mancare la controparte, la persona con potere di firma». Aggiunge Pasero: «Ora bisogna affrontare il problema post Cusumano. Si andrà verso la liquidazione o al fallimento»? La vicenda è al vaglio della magistratura per quanto riguarda il comportamento dell´organizzazione che ha «svuotato» la ditta mettendola in crisi. Ma che cosa è esattamente accaduto? Patrizia Pasetti e Margherita Ricci, figlia e vedova di Carlo Pasetti, fondatore della società, per il momento tacciono mentre il loro legale, Giuseppe Oneglia, dice solo che le sue clienti sono state ascoltate come persone informate sui fatti e rimanda ogni commento sulla vicenda alla prossima settimana. Il patrimonio della «Carlo calzature» sarebbe sparito per colpa dell´organizzazione, che agiva in varie altre aziende italiane dopo essere entrata nelle società attraverso prestanome: secondo l´accusa, ottenuto la massima libertà d´azione anche attraverso minacce ai vecchi titolari, rassicurava le banche, recuperava i crediti, passava a cedere macchinari e capannoni senza pagare più alcun creditore. I soldi così rastrellati finivano su conti svizzeri: otto per ora gli arresti.
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(Del 17/1/2003 Sezione: Alessandria Pag. 33) |
DRAMMATICA SVOLTA NELLA CRISI DELLA DITTA CALZATURIERA CON OLTRE 250 DIPENDENTI |
La «Carlo» in mano a bancarottieri |
Una gang l´aveva rilevata dalla famiglia del fondatore |
ALESSANDRIA
La notizia d´agenzia è arrivata come una mazzata per gli oltre 250 dipendenti del gruppo Carlo Calzature, che ha sede a Solero e gestisce una quarantina di punti vendita fra Piemonte, Liguria, Lombardia, Emilia e Abruzzo: la nuova proprietà che aveva rilevato nel maggio scorso la maggioranza delle quote dagli eredi di Carlo Pasetti, il fondatore, sarebbe in realtà una gang di bancarottieri che hanno portato la ditta sull´orlo del fallimento. L´operazione è stata condotta dalla Guardi di Finanza di Venezia: otto i provvedimenti di custodia cautelare emessi dal Gip; oltre 25 milioni di euro il «buco» accertato in una serie di aziende, tra cui appunto il calzaturificio. Secondo l´accusa i membri della banda entravano nelle società attraverso prestanome: forti delle loro quote chiedevano revisioni di bilancio, minacciando denunce per eventuali irregolarità scoperte. Questo consentiva agli indagati di operare nelle ditte senza difficoltà: rassicuravano le banche e nel frattempo ricuperavano i crediti, ma la quasi totalità del denaro anziché finire nelle casse sociali veniva portato in Svizzera. Contemporaneamente venivano ceduti macchinari e capannoni, non pagando né fornitori né banche. Nella Carlo Spa (fatturato 60 miliardi di lire) agiva Massimo Cusumano, 49 anni, abitante a Chioggia, ex direttore della Cariplo di Como, uno degli arrestati. In sette mesi l´organizzazione ha svuotato la ditta portandola a una grave situazione finanziaria: c´è il rischio di fallimento e messa in mobilità del personale. La «Carlo» ha in città lo storico negozio di piazza Marconi, in provincia è presente anche a Casale e Tortona. Alla morte del fondatore gli era subentrato il figlio Paolo, scomparso prematuramente nell´autunno 2000. L´azienda era quindi passata alla sorella.
r. al.
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