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"Finanziaria" Conto alla rovescia per lo sciopero generale

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    martedì 4 ottobre 2005

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    Conto alla rovescia per lo sciopero generale
      Contro i tagli i sindacati pronti alla protesta. Mancano anche i fondi per la cassa integrazione

      di Felicia Masocco / Roma
        C’È LA TASSA SUL TUBO ma sotto la voce ammortizzatori sociali l’ultima finanziaria di questa legislatura non ha previsto nulla con il rischio che migliaia di lavoratori nei prossimi mesi non solo saranno senza lavoro ma non vedranno un euro neanche sotto forma di cassaintegrazione. È questo uno degli aspetti della manovra che non va giù ai sindacati costretti a prendere atto che il governo non ha tenuto in alcuna considerazione le loro priorità, a cominciare dalla difesa dei redditi dei lavoratori e dei pensionati. Così ieri il primo passo che porterà Cgil, Cisl e Uil allo sciopero generale, forse nella prima metà di novembre dopo una serie di attivi dei lavoratori. A stabilire il percorso saranno le segreterie unitarie convocate per lunedì prossimo da Epifani, Pezzotta e Angeletti che ieri hanno tenuto un vertice in Corso d’Italia.
          Nulla è ancora deciso, ma se non ci saranno cambiamenti nell’orientamento della maggioranza lo sbocco verso la più pesante delle proteste sembra inevitabile. Come sempre sarà una mobilitazione a sostegno delle proposte che i sindacati metteranno a punto partendo da una comune valutazione. Per questo il rinvio di una settimana delle decisioni e anche per poter consultare gli organismi interni. Cgil Cisl e Uil stanno inoltre lavorando a far fronte comune con gli enti locali: è già in programma un incontro con la conferenza delle Regioni, si punta ad averne anche con l’Anci (i municipi) e l’Upi (le province). È infatti attraverso i tagli alle autonomie locali che la manovra economica avrà ricadute pesantissime sui cittadini, quindi sui lavoratori. L’obiettivo per amministratori e sindacalisti è che la finanziaria cambi di segno nel corso dell’iter parlamentare. Così com’è è «totalmente inaccettabile» è tornato a dire Guglielmo Epifani, «merita una risposta forte», che dovrà decidersi unitariamente. «Insieme agli enti locali - ha detto Savino Pezzotta - potremmo mettere in campo una iniziativa comune e, poi, se ci sbatteranno la porta in faccia, ci sarà anche lo sciopero, non possiamo escluderlo». Più cauto, Luigi Angeletti ha rilanciato la proposta di non tassare per tre anni gli aumenti salariali.
            Uno dei punti che vanno assolutamente modificati è quello degli ammortizzatori sociali. In una lettera indirizzata ai ministri dell'Economia e del Welfare, i segretari confederali Fulvio Fammoni (Cgil), Raffaele Bonanni (Cisl) e Fabio Canapa (Uil), hanno protestato per il mancato finanziamento del fondo che garantisce l’indennità di cig a chi ha perso il lavoro in quei settori e in quelle imprese escluse dal regime ordinario. Ci vogliono non meno di 600 milioni di cui allo stato non si vede traccia.
            Un altro capitolo e quello della pubblica amministrazione che alla fine conterà 74mila posti di lavoro in meno. A dare l’allarme il dipartimento della Funzione pubblica della Cgil. Per effetto dei tagli alla spesa 34mila lavoratori con contratto a termine resteranno disoccupati e lo stesso accadrà per 40mila collaboratori. «Un vero massacro - è il commento del coordinatore Michele Gentile -. Anche per i cittadini privati dei servizi resi da questi lavoratori». Viene poi fatto notare come la tanto propagandata misura dei tagli alla «politica» abbia risparmiato gli stipendi di ministri e del premier, «l'organo che ha varato la finanziaria ha salvato se stesso». Anche la Uil con il segretario confederale Guglielmo Loy, ha fatto i suoi conti. La conclusione è che i tagli agli enti locali si tradurranno in aumenti della pressione fiscale locale del 3%.
              Torna quindi la richiesta di una «forte mobilitazione». La chiede Gentile, aveva chiesto lo sciopero generale la Fp-Cgil, ieri si è unito Giorgio Cremaschi della Fiom. I sindacati di base (Cub, Cnl, Sult, Sincobas, Unicobas, Usi e Ait) lo hanno già proclamato, per il 21 ottobre. Anche l'Ugl (vicino ad An), con Stefano Cetica, ha annunciato che la manovra economica «sarà contrastata con forza».

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