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marted? 24 ottobre 2006
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finanziaria. siglata l’intesa sul tfr con industriali e sindacati
di Ettore Colombo
Rifondazione teme il complotto centristi-poteri forti
Firmato, ieri sera a palazzo Chigi, un sofferto accordo sul Tfr che il governo definisce, forse un po' pomposamente, ?storico? e che prevede il trasferimento all'Inps del Tfr maturato e ?inoptato? dei lavoratori (ma solo nelle aziende con pi? di 50 dipendenti) e quello sull'anticipo al 2007 delle norme per il decollo della previdenza integrativa, restano scoperti tutti i problemi politici di una maggioranza la cui coperta appare, sulla Finanziaria e sul resto, sempre troppo corta. Chiunque sia a tirarla. Durante lo scorso week-end a tirare la coperta ? stato, come si sa, il ?cuore riformista? della maggioranza, quello composto dalla Margherita e dalla gran parte dei Ds. Ieri, una volta che si sono consumate le cene tra Prodi e Rutelli e gli incontri tra Prodi e Fassino, a tirarla dall'altra parte, la coperta, ci ha pensato - come era prevedibile aspettarsi - la sinistra radicale.
Dopo che, da giorni, il quotidiano di partito del Prc Liberazione batte e ribatte sullo stesso tasto, il presunto ?complotto? dei poteri forti (mandanti Confindustria e Margherita, complici del misfatto Corrier?n e molti altri giornali “borghesi”, esecutore materiale il professor Mario Monti) grazie alle sapide penne del direttore, Piero Sansonetti, e della senatrice (ex condirettore) Rina Gagliardi, ci ha pensato il ministro alla Solidariet? sociale Paolo Ferrero, con un' intervista rilasciata domenica scorsa al quotidiano di Torino La Stampa, a parlare a nuora (Confindustria) affinch? suocera (Rutelli e non solo) intendesse. ?Confindustria ha la pancia piena e dovrebbe solo ringraziarci?, attacca. Puntualizzato che ?noi di manovra ne avremmo fatta un'altra, spalmando il rientro del deficit su due anni per evitare i tagli pi? duri? e ribadito che questi ultimi ?devono rientrare, specie l'odioso ticket sul pronto soccorso, come pure i tagli alla scuola, alla ricerca e all'universit?, magari attraverso tagli al ministero della Difesa, che prevede 1700 milioni di euro di investimenti per spese militari?, pena l'apertura di un ?radicale conflitto con mezzo consiglio dei ministri?, Ferrero ricorda che ?gli industriali volevano che si facesse la solita Finanziaria?. Ieri, poi, tanto a far capire che il “soldato Ferrero” non ? solo, a rincarare il carico da 12 contro Confindustria e Montezemolo - che ha dipinto il governo prigioniero della sua ?ala radicale e massimalista? - ci ha pensato direttamente il segretario del Prc Franco Giordano. Il quale, in un'intervista rilasciata al Tg3 della sera, ha pronunciato il suo netto ?Ora basta. Basta ad assecondare i suoi desideri. Confindustria ha ottenuto, a partire dalla riduzione sul cuneo fiscale fino all'accordo sul Tfr, risorse finanziarie enormi. Bisogna invece investire sui comparti di scuola e sanit?, eliminando i ticket sul pronto soccorso, e rinnovare i contratti del pubblico impiego?.
Il messaggio di Giordano, forte e chiaro, parla per?, pi? che a Confindustria, all'asse riformista dell'Unione e in particolare alla sua ala moderata: ?Non ci faremo mettere in un angolo?, dice a microfoni aperti. A microfoni spenti, invece, il vertice del partito ragiona apertamente su una paura che sta prendendo sempre pi? piede, dentro la sinistra radicale. E che non sta, certo, nel goffo e inutile, numericamente parlando, tentativo che i centristi avanzerebbero, e cio? nella pura ?sostituzione? dei voti del Prc con quelli dell'Udc (operazione sul filo di lana al Senato e perdente alla Camera) ma su uno scenario ben pi? inquietante e concreto, per loro. Prevederebbe, stante l'impossibilit? di tornare subito a votare, un governo di ?grande coalizione? che partirebbe dall'asse An-Forza Italia, con la sola esclusione della Lega, e arriverebbe fino alla Margherita e oltre. Fin dentro i Ds, cio?. Pena, naturalmente, la loro definitiva spaccatura, visto che l'ala sinistra della Quercia, quella che oggi va dall'area Mussi a Salvi, non si presterebbe alla bisogna. Ma se anche il cuore fassiniano dei Ds vivrebbe con angoscia tale prospettiva, a via del Policlinico pensano, invece, che Rutelli e i suoi non vedano l'ora di far scattare il piano. Magari dopo aver ?impallinato? Prodi pi? volte al Senato, trafiggendolo con una valanga di ?emendamenti-trappola?, volenterosi e riformisti. Per sostituirlo con una figura centrista e ben vista dai poteri forti - con i quali nessuno, nel Prc, crede davvero che la Margherita voglia davvero ?rompere? - tipo il professor Monti. F?le complottarde, forse (ieri Rutelli ribadiva: ?vogliamo governare cinque anni?) ma che metterebbero a dura prova la tenuta della maggioranza. E del governo. Il quale, almeno nei confronti di Confindustria come dei sindacati (ma non certo, per dirne una, di Lega Coop e Confcooperative, che gi? tuonano contro l'accordo), ieri ha segnato un punto, sul Tfr. ?Adesso - dice per? Montezemolo - si tratta di riprendere il cammino delle riforme?. Quali? Pensioni, sanit? e spesa pubblica, naturalmente. Ecco perch? Rifondazione mette le mani avanti.
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