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luned? 10 aprile 2006
Pagina 5 - LE ELEZIONI
ANALISI DI MEDIOBANCA E BANCA IMI - UNA VITTORIA DEL CENTRODESTRA BUONA PER ENI ED ENEL. LE MUNICIPALIZZATE FAVORITE DAL CENTROSINISTRA
Polo o Unione, ecco le azioni da comprare
Francesco Spini
MILANO Regola fondamentale applicata dagli uomini di Borsa: guardare agli utili delle societ?, non ai colori del governo. Eppure anche nel corso dell’Italian Investor Conference organizzata da Borsa Italiana la scorsa settimana a New York, a disposizione dei grandi ?money manager? di Wall Street di passaggio al Westin di Times Square per approfondire le opportunit? di investimento in Italia c’erano due studi, l’uno targato Mediobanca Securities, l’altro Banca Imi. Tema: cosa succeder? da domani a Piazza Affari se vince Romano Prodi o nel caso venga confermato Silvio Berlusconi.
Ovvio che, come annotano gli analisti di Mediobanca, i mercati preferirebbero che dalle urne uscisse ?uno scenario chiaro, piuttosto che un 50-50% che rischierebbe di paralizzare l’attivit? del nuovo governo?. Se con il centrodestra c’? la possibilit? di vedere nuove privatizzazioni per migliorare il disavanzo di bilancio che potrebbero coinvolgere Alitalia, Finmeccanica, Eni ed Enel, proprio tra le utility c’? forse il risultato pi? clamoroso nel caso prevalga Prodi: Enel ed Eni finirebbero sulla graticola. Il focus del programma di centrosinistra sulle questioni ambientali, la volont? di riequilibrare il mercato penalizzerebbero la societ? guidata da Fulvio Conti. Allo stesso modo sarebbe colpita la compagnia di Paolo Scaroni, che, alla stregua di Enel, registrerebbe una compressione della propria quota di mercato sull’onda di una rinnovata concorrenza. I vincitori? Mediobanca cita Aem Milano, Aem Torino, Asm Brescia, Hera. La differenziazione delle fonti, con il potenziamento del gas, spingerebbe anche Snam Rete Gas. Male col centrosinistra anche Autostrade, penalizzata dalla creazione di un’authority per i trasporti, dall’annunciata analisi approfondita del sistema delle tariffe e degli accordi di concessione oltre che da un maggior sviluppo delle reti ferroviarie. Se vincesse Berlusconi, invece, la difesa come ?campioni nazionali? di Enel (passerebbe tra l’altro il rilancio dell’energia nucleare) ed Eni sarebbe assicurata. Nulla cambierebbe per Autostrade.
Sul punto industriale, annota Banca Imi, un governo targato centrodestra manderebbe avanti una grande opera come il Ponte di Messina (il cui appalto ? di Impregilo) che a sinistra si metterebbe volentieri nel freezer, mentre una riedizione della legge Tremonti (detassazione degli utili reinvestiti) darebbe man forte, ad esempio, a societ? come Finmeccanica o a un operatore di leasing come Banca Italease. Con la vittoria di centrosinistra, invece, il taglio di 5 punti del cuneo fiscale farebbe bene un po’ a tutti, in particolare al settore auto, ai servizi It, alla meccanica leggera.
Capitolo banche. Una vittoria di Prodi porterebbe a pi? conseguenze. Primo: il limite del 30% nei diritti di voto delle fondazioni imposto dal governo Berlusconi potrebbe essere rivisto, a favore degli enti, dal centrosinistra. Mossa che in Borsa, ad esempio, potrebbe penalizzare CariFirenze e Carige in ragione di un minor appeal speculativo. In particolare Banca Imi analizza il caso senese: col centrosinistra al potere, il Montepaschi potrebbe pensare a una ?buona preda? tra gli istituti di media dimensione o fondersi con un grande gruppo nazionale senza perdere la sua influenza locale. Se vince la Cdl, invece, a Siena potrebbero studiare un arrocco difensivo tra la Fondazione e altri azionisti politicamente vicini all’Ente.
La stagione delle fusioni e delle acquisizioni bancarie troverebbe nuova linfa da entrambi i fronti, ma una vittoria di Berlusconi spingerebbe soprattutto i matrimoni tra le popolari. La mossa, come scrivono gli uomini di Banca Imi, sarebbe studiata per ?formare gruppi pi? grandi, idealmente “simpatizzanti” dell’establishment di centrodestra?. Non concordano in Mediobanca, secondo cui la ?volont? di mantenere invariato lo status quo degli istituti cooperativi? metterebbe queste banche, di fatto inespugnabili, tra i titoli penalizzati nel caso di un nuovo governo Berlusconi.
E se la crescita della tassazione sui capital gain al 20% proposta da Prodi colpirebbe, secondo Piazzetta Cuccia, soprattutto le banche con un’ampia esposizione sui prodotti di risparmio gestito, il travaso del Tfr nei fondi pensione (ora messa in agenda a partire dal 2008), secondo Banca Imi, favorirebbe tra gli altri proprio la ?rossa? Unipol, tra le pi? esposte nel settore. Azimut e Fideuram, invece, sarebbero sospinte dalle mosse del centrosinistra tese a far rientrare i capitali fuggiti dall’Italia. Altro settore che guarda con apprensione al risultato delle urne ? quello delle comunicazioni. Al centro c’? il destino della Legge Gasparri. Se vince Prodi a pagare le spese di una sua profonda revisione sarebbe soprattutto Mediaset, a favore di altri editori e broadcaster come La7 e Sky.
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