"Fisco" Formica: Gli evasori sono nei partiti...
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luned? 16 ottobre 2006
Pagina 12 - Economia/Fisco
L'INVENTORE DELLO SCONTRINO FISCALE
Formica: lotta all'evasione? Ma se gli evasori sono nei partiti...
Mario Sensini
ROMA — ?Guardi, qui c'? tutto, e parliamo di quindici anni fa. C'? l'anagrafe dei conti correnti bancari, la legge delega per il riordino della tassazione delle rendite finanziarie, dei redditi familiari e delle agevolazioni tributarie. Mai applicate. Ed ? una vergogna che tutti i ministri delle Finanze che abbiamo avuto non ne abbiano fatto niente? dice Rino Formica chiudendo il volumetto della Finanziaria 1992.
? E dire — ricorda l'allora ministro delle Finanze, che aveva come collaboratori Vincenzo Visco e Giulio Tremonti — che c'erano voluti altri quindici anni per arrivare l?. Nel '79 i socialisti presero le Finanze, fino ad allora regno della Dc, con Franco Reviglio. Poi arrivai io e dopo di me Francesco Forte e poi Bruno Visentini. Cominci? una politica diversa contro l'evasione, che si riteneva all'origine del debito pubblico...?
Il Libro Bianco, l'elenco dei 270 mila evasori che lei fece pubblicare...
?Le manette agli evasori, lo scontrino fiscale, cominciammo a riempire il solco che s'era scavato tra lavoratori autonomi e dipendenti, cui restituimmo il fiscal drag, 5 mila miliardi di allora. Andavamo per gradi, poi arriv? la crisi e facemmo quella Finanziaria?.
Ma non l'applicaste...
?Per le deleghe non ci fu tempo, ma il decreto attuativo sul segreto bancario e la banca dati lo chiesi subito al ministro del Tesoro, Guido Carli. Mi rispose che non si poteva perch? la Banca d'Italia, guidata da Carlo Azeglio Ciampi, era perplessa. Le racconto questo perch? penso che avesse le loro buone ragioni, e sono convinto che ogni provvedimento che non tiene conto del contesto economico e sociale sia proprio dello stato autarchico, che risponde solo a se stesso. Quasi come oggi?.
Si spieghi meglio...
?Quando un ministro dice che l'evasione ? un fenomeno da 200 miliardi, vuol dire aver di fronte un fenomeno sociale e politico molto complesso?.
Diciamo di massa, anche se l'Italia ? l'unico paese ad avere un corpo militare per combattere l'evasione...
?Finch? la Guardia di Finanza cercher? i bambini senza lo scontrino delle caramelle, ? inutile, ma stanno cambiando. Il problema vero ? che in Italia c'? un'economia che si ? formata con l'evasione, che ? parte integrante del conto economico delle imprese. E con la repressione puoi controllare solo fenomeni limitati. Per questo ? sbagliato politicamente un piano quinquennale di repressione?.
Politicamente?
?Si, perch? dopo la grande crisi della politica i partiti oggi sono in mano alle corporazioni. Un pugno di evasori, grazie anche alla legge elettorale, decide tutto. E gli annunci mettono in moto reazioni... Meglio un piano di emersione graduale, decennale, accompagnato da agevolazioni fiscali per impedire a chi emerge di rituffarsi nel nero?.
Per questo non ? contro i condoni?
?Portano all'emersione di un nuovo reddito sotto al quale non scendi pi?. Sono utili soprattutto quando c'? un cambiamento profondo nel sistema fiscale, ma non sono l'unico strumento, e se ricorrenti hanno effetti perversi?.
Una critica a Tremonti?
?Anche. Sebbene io credo che la sua idea di riforma fiscale non fosse cos? sbagliata. La politica tributaria ? un vestito che si deve adattare a un sistema economico: Tremonti si present? con una riforma fiscale che doveva accompagnare altre riforme liberali, di cui per? non si fece nulla. C'era il vestito, ma non chi lo indossava?.
E il piano di Visco?
?? in antitesi con il programma di riforme liberali del governo Prodi, dove si ? tornati alla separazione di fatto tra Tesoro e Finanze. Nel mondo quei ministeri sono ormai tutti unificati, proprio perch? la politica fiscale deve essere funzionale a quella economica. Padoa-Schioppa ? un aristocratico che viene dall'elite della Banca d'Italia, ed evidentemente pensa che le entrate siano roba da esattorie, da lasciare ad altri?.
Dunque...
?Liberalizzazioni e repressione, insieme, funzionano solo in Cina. E quando le liberalizzazioni non vanno, zac, ti tagliano la testa. Pi? che riformismo questo ? conservatorismo. Devi tosare le pecore, non ammazzarle. Il riformismo si basa su due principi essenziali, la scelta del tempo per la rottura e la profondit? dell'incisione. Se dopo il terzo scontrino non emesso ti chiudono il negozio per sei mesi, Roma, nel giro di due settimane, dovrebbe essere una citt? deserta. E allora dico che questo ? riformismo demagogico, perch? serve solo a lasciare le cose come stanno?.
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