28/6/2006 ore: 12:24
"Gdo" Rinascente: grande magazzino, ma di lusso
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MODA & DESIGN - pagina 25 grande magazzino, ma di lusso "Grandi magazzini del lusso, questi sconosciuti". Lo possono dire a voce alta i consumatori italiani. L?Italia non ne ha. Non esiste un grande spazio di vendita di abbigliamento e accessori di lusso che possa essere l?equivalente di un Harrods inglese, dei magazzini Lafayette parigini o del Saks Fifth Avenue newyorchese. Ma qualcosa sta cambiando. La Rinascente che, un anno fa, con il cambio di propriet?, si ? candidata in questo ruolo, ha gi? cominciato la sua metamorfosi che per? sar? pi? visibile dal prossimo ottobre e che raggiunger? la sua maturit? nei prossimi cinque-sette anni. Gli storici magazzini che vogliono diventare L?Harrods italiano hanno cominciato a cambiare pelle sotto la nuova propriet?, presieduta da Maurizio Borletti della storica famiglia Borletti che fond? la Rinascente e poi la cedette negli anni settanta, quando gi? il precedente fulgore internazionale era in fase calante. Tra l?altro il sogno di Borletti ?di creare un?unica catena di grandi magazzini presenti in tutte le citt? d?Europa? diventa pi? reale con la trattativa in esclusiva, resa nota nei giorni scorsi, portata avanti con un fondo immobiliare di Deutsche Bank, per acquisire i grandi magazzini francesi Printemps di Francois Pinault che con la Rinascente potrebbero sfruttare interessanti sinergie. A guidare la metamorfosi della Rinascente ? Vittorio Radice che, manager di lungo corso, ? apprezzato dal mercato per quello che ha saputo fare in altre situazioni di "metamorfosi" come ? successo per i magazzini inglesi Selfridges. Adesso la propriet? della Rinascente si aspetta da lui gli lo stesso miracolo per uno spazio che cos? come era diventato negli ultimi anni, sebbene avesse retto al calo dei consumi, non poteva andare avanti. Era assolutamente fuori tempo rispetto ai cambiamenti del mondo della moda e soprattutto della distribuzione italiana, colonizzata negli ultimi anni da imponenti colossi stranieri soprattutto di fascia medio bassa. Tutti i 18 punti vendita italiani della Rinascente cambieranno pelle, ma Milano in questa prima fase assume un?importanza particolare per verificare la bont? della "formula Radice", visto la centralit? della moda per il capoluogo lombardo e visto che nella Rinascente di Milano viene fatto il 30% del giro d?affari di tutti i punti vendita italiani che ? di circa 340 milioni di euro. Iniziamo quindi dalla Rinascente milanese. I lavori sono gi? partiti da gennaio. Il piano terra, per met? chiuso per lavori in corso, nell?altra met? comincia ad assumere un nuovo aspetto. Come si fa in tutti i department store di lusso, il piano terra ? dedicato alla cosmesi. Rispetto a prima gli spazi si sono alleggeriti: meno scaffali e prodotti che davano l?idea di un magazzino pi? mass market e meno sofisticato. Il primo piano, invece, sar? dedicato alle griffe con cui la Rinascente ? in piena trattativa. Il progetto piace e l?adesione ? quasi corale. ?E? troppo importante per una citt? come Milano avere un department store di lusso, sia per il consumo locale che per i turisti, abituati a fare shopping nei grandi magazzini? dicono manager e imprenditori della moda nostrana che conoscono il progetto. Basti pensare che i magazzini Lafayette a Parigi sono il luogo pi? visitato dai cinesi, ancor pi? della Torre Eiffel. I department store diventano, se hanno la formula giusta, una specie di monumento nazionale, oltre al fatto di essere uno spazio in cui il consumatore si sente pi? libero di guardare e comprare, senza sentirsi intimidito, come invece spesso succede nei negozi del lusso. Alcune griffe hanno gi? confermato la propria presenza in grande stile. Louis Vuitton, sar? presente in modo importante, con un negozio che dovrebbe aprire entro ottobre, periodo in cui parte dei lavori di Rinascente saranno pronti: sulla facciata e le vetrine, il primo piano e l?ammezzato. In quanto a contenuto moda, la nuova Rinascente sar? per il novanta per cento popolati da griffe e marchi noti della moda e solo in minima percentuale da abbigliamento fatto fare con propri marchi per avere pi? margini di guadagno. Importante, come ? nella filosofia di Radice, ? che le aree di shopping siano ben distinte l?una dall?altra. Oltre il primo piano che sar? dedicato alle griffe, si incontrano tutte le altre aree dalla moda giovane, al jeans, dal classico allo sport. Grande spazio verr? dato agli accessori. E all?ultimo piano ci sar? il meglio della ristorazione italiana con prodotti di altissimo livello e wine bar. La sfida, di far recuperare immagine alla Rinascente e di portare un?esperienza di shopping finora inesistente in Italia, ? impegnativa, ma necessaria. La stessa logica viene estesa su tutta la rete dei negozi del gruppo, dal nord al sud Italia. L?idea ? anche di portare questo modello, quando sar? maturo, in posti a elevato traffico, negli aeroporti di Milano e Roma inizialmente, sull?esempio di quanto ha fatto Harrods nell?aeroporto di Heatrow. Ma non ? l?unica sfida che si gioca sul piano della distribuzione in Italia. Anche l?Upim che appartiene al gruppo Rinascente e cio? a Investitori Associati, Deutsche Bank, Pirelli Real Estate e famiglia Borletti, vuole ristrutturarsi, ma in una fascia decisamente pi? bassa della Rinascente. L?obiettivo ? di rivolgersi a consumatori che hanno pi? di trent?anni, con un prodotto pi? classico di quello offerto da Zara e da H&M, colossi con cui ? inutile mettersi a competere, ma con cui ? inevitabile confrontarsi. L?idea ? di limitare il contenuto moda e di sviluppare quasi esclusivamente marche private incrementando gli acquisti dai paesi a basso costo. L?Upim potrebbe investire di pi? nell?area dei bambini e della casa. A questo scopo verrebbero dimesse le sedi che non sono pi? strategiche cos? come viene considerata quella di San Babila a Milano. |