9/11/2006 ore: 11:03

"Governo" Berlusconi pregusta la spallata al Senato

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    gioved? 9 novembre 2006

    Pagina 10 - Politica

    GIORNI CONTATI IL CAVALIERE VUOLE FAR CADERE IL GOVERNO SUL DECRETO FISCALE

    Berlusconi pregusta la spallata al Senato
      Fini: anche se si salva ora, la sua sorte ? segnata
        Il leader di An
        ?Potremmo accettare
        un governo tecnico
        con uomini nostri
        e di D’Alema, ma
        il centrosinistra ha paura?

        Mina-referendum
        Quello elettorale
        creer? nuove divisioni
        dei cespugli di sinistra
        che non vogliono
        abolire il proporzionale

        retroscena
        Augusto Minzolini
          ROMA
          Che l’atmosfera dentro il governo non sia delle migliori ? noto. Giorni fa quando hanno portato sulla scrivania del ministro degli Esteri le tabelle della legge Finanziaria riguardanti la Farnesina, Massimo D’Alema le ha analizzate attentamente, poi si ? tolto con un gesto eloquente gli occhiali da lettura e davanti a tutto il suo staff (capo di gabinetto compreso) ha pronunciato una frase che ? diventata subito ?cult? negli uffici del ministero: ?Questo Prodi ? proprio uno str...?. Il giorno dopo - ma questo ? noto - il capo della nostra diplomazia si ? presentato nella riunione dei capigruppo della maggioranza a Montecitorio per battere cassa.

          Di episodi del genere sono pieni le cronache di queste settimane: dalla minaccia di dimissioni del ministro dell’Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, agli sfoghi di solitudine del ministro del Lavoro, Cesare Damiano. E tutto questo sta creando le basi, o comunque, rende possibile quello che Giulio Tremonti definisce ?il gran colpo?, cio? la crisi del governo Prodi.

          La pregiudiziale
          Sbaglierebbe, per?, chi pensasse che l’operazione abbia per teatro la legge Finanziaria. No, la grande battaglia di questo autunno, quella dall’esito incerto, si svolger? prima: al Senato sul decreto fiscale. ?Il gran capo ci sta lavorando? confida l’ex-ministro dell’Economia e il gran capo in questione ? Silvio Berlusconi che, a quanto pare, in questo momento ha in testa un solo chiodo fisso: togliere di mezzo il Professore e al pi? presto. Un discorso che ripete anche uno dei consiglieri del Cavaliere Maurizio Lupi, che da buon ciellino porta notizie sui movimenti che ci sono in ambienti che conosce bene. ?C’? chi ha gi? individuato anche la votazione su cui potrebbe cadere - sostiene -: quella sulla pregiudiziale di costituzionalit?. Giulio Andreotti da giorni fa una previsione: “Il governo - sostiene - rischia di cadere sul decreto fiscale”?.

          L’opposizione, quindi, ci crede, anche se ? tutto da vedere se il colpo riuscir? davvero. Sa solo che nel paese il malcontento contro la politica economica del governo sta montando: tant’? che lo stato maggiore del centrodestra sta valutando se spostare la grande manifestazione convocata a Roma per il due dicembre da piazza del Popolo al teatro naturale di tutte le adunate oceaniche del sindacato, Piazza San Giovanni. Che la maggioranza balla sempre pi? frequentemente. Ed infine che il momento pi? opportuno per provarci ? proprio l’esame del decreto fiscale a Palazzo Madama: intanto perch? se si aprisse la crisi su quel tema non si rischierebbe l’esercizio provvisorio e il governo verrebbe privato di questa arma di ricatto; in secondo luogo l’aumento delle tasse ? un tema imbarazzante per molti settori della maggioranza, da Lamberto Dini ai parlamentari della Sud Tiroler Volkspartei.
            Slittamento continuo
            Romano Prodi ? cosciente del pericolo che corre. Anche lui ha capito che ?la spallata? autunnale sar? tentata sul decreto fiscale. E cerca di correre ai ripari. Intanto l’esame del provvedimento sta slittando di settimana in settimana (ora si parla del 16 novembre). Poi il Professore sta cercando di avere dalla sua la maggior parte dei senatori a vita: Francesco Cossiga ? sottoposto da settimane alle lusinghe di entrambi gli schieramenti. Eppoi, trattando sulla Finanziaria, sta tentando di riportare la calma nella sua maggioranza. Un compito improbo. Era riuscito, ad esempio, a conquistare il voto del senatore delle pampa, Luigi Pallaro, inserendo un emendamento che assegna 14 milioni di euro l’anno per tre anni all’imprenditoria italiana all’estero. Ma quando l’interessato ha scoperto che il governo tagliava di dodici milioni i contributi ai consolati ? andato su tutte le furie ed ? tornato a minacciare il voto contrario. Un’altra mina ce l’hanno in tasca il capogruppo dei mastelliani, Mauro Fabris, e l’ex-ministro delle Poste del governo D’Alema, il margheritino Cardinale: ? un emendamento che eleva le concessioni per i telefonini Umts da 20 anni a 35, che non convince il ministro delle Comunicazioni Gentiloni ed ? contrastato da Antonio Di Pietro. Ma l’Udeur ci tiene visto che, come tutti sanno, ? quasi nata sulla telefonia.

            La profezia che si avvera
            Queste polemiche continue aumentano le speranze dell’opposizione che pensa di avere pi? di una chance nella battaglia al Senato sul decreto fiscale. ?Tutti ormai pensano che Prodi prima o poi cadr? - osserva un politico di lungo corso come Gianni De Michelis - e si sta creando il fenomeno del self-fulfilling-prophecies, cio? delle profezie che si autoavverano. Ci sono senatori che sono tentati di dare la spallata ad un governo che deve cadere per conquistarsi un ruolo futuro. Una cosa, comunque, ve la posso assicurare: Berlusconi ha gi? con se i senatori necessari per far cadere Prodi?.

            La scelta di Napolitano
            Un’ipotesi che in parte condivide anche il presidente di An, Gianfranco Fini, che per? si addentra in un ragionamento pi? complesso. ?S?, ? vero - spiega -: la vera battaglia di autunno si svolger? sul decreto fiscale. L? il governo pu? davvero cadere. Solo che caduto Prodi, almeno per il momento, ? probabile che si ritorni a Prodi. Vedete: noi in prima battuta chiederemo le elezioni, Napolitano ci dir? di no e allora saremo pronti ad accettare un’altra soluzione. Un esecutivo tecnico che naturalmente non vedr? D’Alema e il sottoscritto fare i ministri insieme. Ogni partito mander? al governo dei tecnici di area e vedrete che su un’impostazione del genere anche la Lega potrebbe dire di s?. Ma mentre noi possiamo, non credo che il centrosinistra abbia la capacit? di gestire un’ipotesi del genere. I suoi leader mancano di coraggio. Hanno paura che un’operazione del genere gli sfugga di mano e tireranno a campare. Solo che con il referendum elettorale il timer che porter? alla fine di questo governo ? gi? scattato. Le firme si raccoglieranno, visto che noi ci impegneremo. Poi quando nel 2008 si arriver? al voto e il centrosinistra, diviso al suo interno, non riuscir? ad approvare un legge che eviti il referendum, i piccoli partiti che sono al suo interno si ribelleranno e metteranno in discussione l’attuale equilibrio politico. Ecco perch? la sorte di Prodi ? comunque segnata?.

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