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venerd? 10 novembre 2006
Pagina 10 -Economia/Politica
Bersani: ?Caro Rutelli, non si fanno riforme senza popolo?
Il ministro Ds: ?Il cittadino deve percepire che ci stiamo occupando dei suoi interessi...?
di Ninni Andriolo/ Roma
NIENTE MATCH Pierluigi Bersani non ci sta ad avallare competizioni ?tra riformisti e radicali o tra gli stessi riformisti?. Il protagonista del decreto sulle liberalizzazioni - uno dei primi atti del governo Prodi - spiega il suo punto di vista all’indomani del ?manifesto sulle liberalizzazioni? messo in campo da Rutelli. ?Quell’iniziativa non la conoscevo...?, smentisce Bersani.
Non la condivide, quindi?
?Per l’amor di Dio, non ho alcuna obiezione da fare. Per me, chiunque porti un contributo ? il benvenuto, dopodich?...?
Dopodich? ministro?
?Ecco, bisogna distribuire bene le forze, vedere chi fa che cosa. ? questo il problema che abbiamo di fronte se vogliamo essere una squadra...?.
Teme che ognuno cerchi di tirare acqua al proprio mulino, nella sostanza ?
?Con il decreto di giugno portammo avanti un’operazione che si faceva carico del punto di vista del cittadino. Voglio dire che il cittadino-consumatore ha avuto l’impressione che si parlasse anzitutto di lui...?.
Oggi invece?
?Oggi siamo di fronte a una prova pi? alta. E dobbiamo mantenere intatta l’impressione che abbiamo dato allora. Il cittadino, cio?, deve sapere che abbiamo come parametro unicamente i suoi interessi?.
Intanto vi accusano di riformismo timido, di essere ostaggio della sinistra radicale...
?Io penso che la nostra bicicletta sta in piedi se pedala. Se l’azione di governo, cio?, si caratterizza con tratti di cambiamento. Ma credo di avere un’esperienza abbastanza lunga per ricordare che un governo si afferma con la sintesi. Mentre le altre sono scorciatoie inutili. I cittadini hanno bisogno di percepire una solidariet?, un mix tra riformismo e radicalit?.
E questo oggi non avviene?
?Dobbiamo fare azioni anche molto incisive per cambiare le cose. Ma senza distaccarci dall’opinione pubblica, perch? non si possono fare riforme senza popolo. Dobbiamo guardare in faccia gli interessi anche quando si ci scontra duramente. Un’operazione rispetto alla quale i distinguo o le competizioni interne sono fuori da ogni logica. Voglio ricordare che nessuno si afferma da solo e nessuno si salva da solo?.
A proposito della Finanziaria si ? messo l’accento sul deficit di comunicazione tra governo e Paese...
?Il problema non ? solo tecnico, di comunicazione. Io credo che il tema risanare e riformare - non con un prima e con un poi, ma con un collegamento tra questi due aspetti - sia apparso poco chiaro. ? apparsa poco chiara l’assoluta urgenza di un’operazione di risanamento. Se vogliamo dare un futuro a questo Paese dobbiamo rimetterlo in sesto. Ma noi non abbiamo pensato solo a risanare. Abbiamo deciso, infatti, un’operazione di redistribuzione e di attenzione ad alcuni problemi dell’economia. E abbiamo inaugurato un percorso che ha avuto tratti di riforma dei mercati, di liberalizzazione, di lotta all’evasione fiscale. E di misure sociali di contrasto alla precariet? e al lavoro nero. Primi segni, ma segni chiari di riforma?.
Parliamo delle riforme, allora...
?Abbiamo mandato in Parlamento alcune cose assolutamente straordinarie: il disegno di legge sull’energia, quello per l’azione collettiva dei consumatori, quello sui servizi pubblici locali, quello sulle tv e la pubblicit? televisiva, Una batteria di provvedimenti. Se arriva anche quello sulle professioni nessuno ci pu? chiedere pi?: “che cosa state facendo per regolare il mercato?”. Stiamo facendo cose rilevanti, condurle in porto richiede un’assunzione di responsabilit? politica. E stavolta non si pu? stare al riparo di un decreto?.
La riforma delle professioni ? pronta. Cosa prevede?
?Gi? un piccolo contributo l’abbiamo dato con il decreto sulle liberalizzazioni. Una riforma organica delle professioni deve innanzitutto ricondurre le fasi di accesso ad una loro fisiologia. Non ? possibile, ad esempio, attribuire, come adesso, un ruolo cos? rilevante all’esame di Stato. Ma deve essere privilegiato, in via generale, un percorso di formazione nelle universit? e dentro il lavoro. Il tirocinio, poi, deve rappresentare un percorso nel quale non si arrivi all’eccesso che per anni, e a paga quasi zero, devi fare le fotocopie. Non c’? niente di pi? umiliante per un giovane?
Soddisfatto quindi della proposta che Mastella sta presentando alle categorie?
Fin qui devo dire che ? stato fatto un buon lavoro. Adesso bisogna evitare che venga esposto a critiche ricattatorie...
Che non venga snaturato lungo la strada, cio??
Esatto. La riforma tocca temi sui quali sono intervenuti senza esito quattro o cinque disegni di legge. Adesso ? il momento di decidere. Nel rispetto del ruolo delle professioni, che deve modernizzarsi per essere ribadito, ma senza stravolgimenti. E bisogna portare il provvedimento in Consiglio dei ministri al pi? presto possibile.
Al governo si rimprovera, per?, l’assenza di una missione chiara....
?Io credo che la missione ci sia. Tutto quello che stiamo facendo per coniugare risanamento e riforme, vuole dire togliere qualche spina al futuro per mettercela addosso noi, le generazioni che vivono il presente. Vuol dire stare con chi bussa alla porta, dare spazio alle nuove generazioni: ? questa qui la missione. Diamoci un po’ di futuro, quindi. C’? poca generosit? intorno a questo tema. E generosit? vuole dire capire che si ? aperto un secolo nuovo...?.
Anche per la vita dei partiti, naturalmente. Soddisfatto del percorso avviato in direzione del Partito democratico?
?Io penso che dobbiamo dirci tra noi quello che stiamo facendo. Non possiamo limitarci a spiegare, infatti, ai nostri compagni che si stanno solo unificando le sezioni di Ds e Margherita. C’? anche questo, ma - nel contempo - si sta facendo qualcosa di pi? grande, di pi? generoso. Qualcosa che va oltre il ‘900 e che guarda avanti. Stiamo facendo un partito nuovo e siamo talmente generosi che lo stiamo promuovendo noi e la Margherita. Ma aprendoci a contributi, a forze morali e intellettuali di questo Paese. In modo da avere un progetto a maglie molto larghe di cultura politica e di forma partito rinnovata. Insomma dobbiamo rendere chiaro al Paese che sta partendo un’avvenuta nuova. Ecco ho sempre pensato che se ci si tiene alti e larghi ? difficile rimanerne fuori....?
Un discorso rivolto alla sinistra Ds di Salvi e Mussi?
?Certo, anche a loro. Ecco io sento l’esigenza che questi gruppi di autorevoli esponenti, che si sono messi insieme intorno alla rivista o al manifesto del nuovo partito, vengano percepiti non come l’Alfa e l’Omega, ma come il motorino dell’operazione. Bisogna mettere in moto un’iniziativa pi? larga e questi possono essere gli strumenti utili per questi obiettivi....?
Partito democratico significa anche rendere pi? unito il centrosinistra?
?In realt? noi stiamo dimostrando il miracolo dell’unit? con una coalizione di nove partiti che sta insieme e che governa. Ma i cittadini ci chiedono un’unit? pi? alta per il governo del Paese e non possiamo snobbarli. I partiti sono degli strumenti, sia quelli di oggi che quello di domani. Strumenti per raggiungere un fine. Che ? quello di governare in modo decoroso, di avere una democrazia che funzioni. Questa per i cittadini ? la prima esigenza. Ecco, sul versante del Partito democratico, bisogna fare di pi? dal punto di vista ideale e culturale. Ma bisogna anche porsi il problema di uno strumento che aiuti a governare il Paese meglio. L’operazione, per?, dev’essere condotta comunque. Perch? arriva il momento che, come si dice dalle mie parti, “o si va a messa o si sta a casa”.
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