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mercoled? 12 luglio 2006
Pagina 4 - Economia
IL PERSONAGGIO
Oscurati dal centrodestra, gli obiettivi anticorporativi dell?Authority trovano spazio con il governo Prodi
E lo ?zar? Catrical? dett? la linea le liberalizzazioni sono di sinistra
I nemici storici del mercato non appaiono tanto le imprese quanto enti locali e Regioni La relazione di fronte a Napolitano e Bersani, ex comunisti, e al rifondatore Bertinotti
Alberto Statera ROMA - Lui, lo zar di tutte le liberalizzazioni, declama dal palco nella Sala della Lupa di Montecitorio, dove nel 1924 si riunirono i deputati aventiniani contro la violenza fascista e dove, qualche lustro dopo, furono proclamati i risultati del referendum istituzionale, quello vero sulla Repubblica. Antonio Catrical?, giurista di vaglia, presidente dell?Antitrust, garante della concorrenza e del mercato, svolazza da par suo tra Adam Smith - La ricchezza delle nazioni - e Luigi Einaudi - Il buon Governo - dettando la sua ?Agenda?, la linea liberale e anticorporativa, alla prima fila della platea. Giorgio Napolitano, presidente della Repubblica, ex comunista, pur superiformista, Fausto Bertinotti, presidente della Camera, rifondatore comunista, Pierluigi Bersani, ex presidente della Regione pi? rossa d?Italia, ora ministro dello Sviluppo e nuova bestia nera di tassisti, farmacisti e corporativi vari, Romano Prodi, cattolico-laico post-keynesiano, annuiscono vistosamente, insieme a Luca di Montezemolo, leader degli industriali, mentre assicuratori e banchieri fanno finta di niente o mettono il muso.
Fosse vero, come dice Bersani - forse per consolarsi dei picchetti tassinari e delle udienze perdute di avvocati che fanno sciopero per dodici giorni allungando le cause, danneggiando i clienti e incrementando il proprio reddito - che le liberalizzazioni non sono di destra, ma sono di sinistra? Fatto sta che con il governo Berlusconi il dottor Catrical? pochi se lo filavano, a parte Gianni Letta, che in quel posto l?aveva collocato insieme a Giorgio Guazzaloca, ex sindaco forzista di Bologna ed ex re della fettina di manzo, che tagliava superbamente quando gestiva la sua macelleria, e ad Antonio Pilati, ghost writer a cachet, autore di fatto della cosiddetta legge Gasparri sulle Tiv?, monumento imperituro al conflitto d?interessi e agli oligopoli pi? illiberali della storia d?Europa. Commissari, accanto a un giurista d?esperienza, che erano stati ?il mezzo pi? subdolo? - secondo l?espressione del professor Marcello Clarich - per mettere in riga, o addirittura per svuotare le cosiddette ?Autorit? indipendenti?, nominando ?persone con curricola professionali non all?altezza?.
Con il governo Prodi tutto ? cambiato, l?esimio Catrical? pu? finalmente impersonare il ruolo, che non gli dispiace punto, di zar di tutte le liberalizzazioni, dare la linea a un governo affamato, forse pi? per necessit? che per scelta, di ?cose di destra?. Logico, del resto. Non ha detto l?Economist, facendo eco alla saggia buonanima dell?avvocato Gianni Agnelli, che le politiche di destra in Italia le pu? fare solo la sinistra? ?Gli interessi corporativi cercano spesso la complicit? del potere politico?, ha ammonito Catrical?. Pi? o meno mentre uno dei suoi ex ?danti causa?, il coordinatore forzista Sandro Bondi, quel curato ex comunista che compariva sempre in Tiv? col ritratto del capo - non Togliatti, Berlusconi - soffuso di luce sul tavolino-tabernacolo, arringava le ribelli categorie corporative e antiliberali: i notai affaristi e miliardari, i tassisti non cos? doviziosi, ma in uggia ai consumatori, i farmacisti protagonisti di uno dei pi? clamorosi ?fallimenti del mercato?.
Catrical? giura di no, che per lui destra e sinistra ?pari son?, che bisogna avere la concezione dell?interesse pubblico, quello che Aristotele chiamava ?ci? in ragione di cui? e che ?non ? la condivisione dell?ideologia politica, n? la condivisione dello schieramento?. Dobbiamo pensare allora che da segretario generale della presidenza del Consiglio durante la premiership di Berlusconi il dottor Catrical? si comportasse semplicemente da ?civil servant? asettico, se adesso riesce a dare la linea a un governo di centrosinistra. ?La sua relazione ? un incoraggiamento molto forte alle politiche che stiamo portando avanti?, ha commentato Bersani il liberalizzatore. Al punto che gira la leggenda metropolitana secondo cui, in realt?, il decreto sulle prime liberalizzazioni di tassisti, notai, farmacisti e corporazioni varie non sia tanto l?applicazione dell??Agenda Giavazzi?, dal nome dell?instancabile e impagabile professor Francesco Giavazzi, quanto l??Agenda Catrical?, dal nome dell?aristotelico presidente dell?Antitrust.
Possibile, pi? che possibile, visto che, nell?ultimo anno, l?Antitrust si ? occupata, non solo di tassisti e ordini professionali, ma di quasi tutto lo scibile: dal latte in polvere per i neonati al petrolio, dall?insalatina fresca ai trasporti, dal noleggio delle cassette porno ai farmaci, dai Bancomat alle liti di condominio, dalle partite di calcio al cibo per i detenuti.
Ma nemici storici del mercato e della sua Autorit? garante in un paese con poco mercato non appaiono tanto le imprese, con le quali Catrical? sembra proporre una pratica ?concertativa?, come l?ha definita l?ex senatore liberal-diessino Franco Debenedetti, quanto soprattutto gli enti locali e in particolare le Regioni. Sapete, tra le tante, qual ? la notizia della - pur nei tempi misurata - enciclica catricaliana? Che le Regioni, improvvide e un po? fellone, stanno approntando tante piccole Iri, in barba alle liberalizzazioni, a Adam Smith, a Einaudi e a tutti i padri del liberalismo, asseriti ispiratori dell?odierna Antitrust.
?Il timore - scandisce il presidente di un?Autorit? che erroneamente il professor Clarich dava insieme a molte altre al ?de profundis?, dopo fallimenti e figure barbine - ? che le Regioni utilizzino lo strumento legislativo per rafforzare la dominanza delle imprese pubbliche locali?. Esemplare - sanziona ruvido Catrical? - ? il caso del Friuli Venezia Giulia, con una legge che prevede ?l?affidamento dei servizi idrici integrati in house come regola, ribaltando letteralmente i principi comunitari?.
A questo punto, diciamolo, diventa proprio difficile capire come gira il vento tra liberisti e statalisti o, se volete, regionalisti. Perch? il reprobo dell?Antitrust ? nientemeno che Riccardo Illy, algido valdese che fin qui, ingenui, avevamo considerato il pi? liberale, liberista, ?market oriented? e - ci perdoni - politico di assoluta destra che calca la scena italiana.
Allora vuoi vedere che ha ragione Bersani, che le liberalizzazioni, in realt?, sono di sinistra? E che Catrical? con la sua Autorit?, dismessi Berlusconi, Letta, Bondi e Ermolli, ?lotta insieme a noi??
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