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domenica 21 maggio 2006
Pagina 5-Primo Piano
OFFENSIVA DEL CENTRODESTRA I MAGGIORI PROBLEMI VENGONO DALLA FRANTUMAZIONE DEL WELFARE TRA LAVORO, SOLIDARIET? SOCIALE, FAMIGLIA
Ministeri contro ministeri ? il risiko delle competenze
La moltiplicazione delle poltrone lascia molte incertezze
Stefano Lepri
ROMA ?L’opposizione ha scelto il terreno della sua prima battaglia parlamentare: il decreto-legge che aumenta il numero dei ministeri...?: ? una notizia di cinque anni fa, ma anche di ieri, a parti invertite. Ieri ? stato Francesco Storace (An) a chiamare il centro-destra alla lotta, contro un decreto-legge ?scritto malissimo? e nella stesura del quale ?pi? di un ministro si ? fatto gabbare?. Cinque anni fa era il centro-sinistra a denunciare la ?fame di poltrone? degli avversari, che avevano elevato il numero dei ministeri dai 12 della riforma Bassanini a 14.
Nel decreto-legge numero 1 del governo Prodi 2, un errore riconosciuto anche dagli autori c’? davvero. La spartizione delle competenze tra Lavoro e Solidariet? sociale non mette in chiaro chi si occupi di pensioni (vigilanza sull’Inps e altro); mentre da accordi politici risulta che toccher? al diessino Cesare Damiano (Lavoro) e non a Paolo Ferrero di Rifondazione comunista (Solidariet? sociale). Rispetto alla riforma Bassanini che a suo tempo, nel 1999, il centro-sinistra vant? come conquista di efficienza, al posto di un unico ministero del Welfare fra la riforma 2001 del centro-destra e l’attuale se ne sono prodotti tre con portafoglio, Lavoro, Salute e Solidariet? sociale, e uno senza, quello per la Famiglia.
Un mutamento importante secondo i tecnici ? il passaggio dagli Interni alla Presidenza del consiglio della disciplina delle funzioni degli enti locali. Tra i ministeri che ora sono diventati 18 pare non occorrano modifiche alla spartizione di ruoli tra Infrastrutture e Trasporti, resa evidente dal dissidio sul ponte di Messina. Antonio di Pietro, responsabile delle Infrastrutture, sostiene che la questione ?? pi? semplice di quanto si pensi, soprattutto perch? i due ministeri erano divisi sino a pochi anni fa?: ?Io mi occuper? di tutto ci? che deve essere costruito, non costruito e ben costruito. Il collega dei Trasporti si occuper? di tutto ci? che deve camminare, navigare, volare e quant’altro?.
Nella vecchia ripartizione tra Lavori pubblici e Trasporti-Navigazione, l’Anas ricadeva sotto il primo ministero; tuttavia tra i suoi svariati compiti c’? anche la gestione di una buona parte del sistema stradale, e la ?circolazione dei veicoli e sicurezza dei trasporti terrestri? ? elencata, nel decreto, tra le competenze del ministero dei Trasporti. Di Pietro ? certo che la vigilanza sull’Anas spetti a lui, tanto che gi? circola voce che intenda commissariarla. Ai Trasporti un ministro neofita, il docente universitario Alessandro Bianchi (Pdci) sar? affiancato da un viceministro forte, Cesare de Piccoli (Ds).
Emma Bonino ha chiarito di essere ministro ?uno e bino?, titolare di due distinti incarichi, uno con portafoglio, il Commercio internazionale, e uno senza, le Politiche europee, tra cui si impegna a realizzare ?sinergie?. Tommaso Padoa-Schioppa, a quanto se ne sa, non ha nulla in contrario a guidare un ministero dell’Economia un po’ dimagrito rispetto a quello in cui Giulio Tremonti aveva accumulato enorme potere; ed ? stato lui a insistere perch? Vincenzo Visco diventasse suo vice-ministro con delega alle Finanze. Ma nel passato in cui Tesoro e Finanze erano ministeri separati, si ? costantemente creata una tensione tra i due ministri su quanto delle manovre di finanza pubblica fosse da affidare a nuove entrate e quanto ai tagli alle spese.
Tutta questa scomposizione e ricomposizione di uffici e dipartimenti sar? difficile portarla a termine a costo zero, come specifica a chiare lettere il testo del decreto-legge. Impossibile, secondo i sindacati, dai quali gi? domani partir? una richiesta di incontro urgente al governo: tanto per cominciare, perch? c’? un salario accessorio diverso da ministero a ministero, e potrebbero partire richieste di adeguamenti. Sono coinvolte ?migliaia di persone?, con un ?rischio di caos? dice il segretario della Funzione pubblica Cgil, Carlo Podda, mentre ?nei contratti vigenti si prevede che le conseguenze delle riorganizzazioni siano oggetto di contrattazione tra le parti?.
Il gran garbuglio si complica con la ripartizione delle competenze interne ai ministeri nelle deleghe a viceministri e sottosegretari, principale argomento in vista per il consiglio dei ministri di venerd? prossimo. Ieri sera, la questione sembrava ancora in alto mare pressoch? dappertutto. Quanto a numero totale di poltrone, la centesima, in aggiunta alle 99 attuali (26 ministri, 9 viceministri, 64 sottosegretari) ? gi? prevista, un viceministro per gli italiani nel mondo. E’ probabile che si arrivi a 101, uguagliando il record assoluto del settimo governo Andreotti, con un sottosegretario capace di seguire in Parlamento la legge finanziaria in autunno e di fare da cane da guardia delle spese tutto l’anno, una persona-chiave di cui Tommaso Padoa-Schioppa ha bisogno all’Economia e che non ha.
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