25/10/2006 ore: 11:08

"Governo" Padoa-Schioppa: «Non aumenterò mai la spesa pubblica»

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    mercoled? 25 ottobre 20o6

    Pagina 5 - Primo Piano


    A BERLINO IL MINISTRO DELL’ECONOMIA PARLA ALLA CONFERENZA ANNUALE DELLA BUNDESBANK. ?ORA INTERVERREMO SU PREVIDENZA E SETTORE PUBBLICO?

    Padoa-Schioppa:
    ?Non aumenter? mai la spesa pubblica?
      ?Soldi facili per il consenso: ? il patto del diavolo?
        retroscena
        STEFANO LEPRI
          inviato a BERLINO
            ?Benissimo. Ma ne ero sicuro? risponde Tommaso Padoa-Schioppa, informato che Romano Prodi si impegna alla riforma delle pensioni. ? ci? che ha accennato ieri al suo interlocutore tedesco, il collega delle Finanze Peer Steinbrueck, e che ripeter? oggi e domani ai suoi interlocutori britannici: si interverr? sulla previdenza, allungando con incentivi la permanenza al lavoro, si interverr? ancora sul settore pubblico, cercando di oltrepassare le molteplici corazze di normative, di accordi e di veti che impediscono di frenare le spese.

            Pu? darsi che nella nuova fase di lavoro del governo si produrranno nuovi momenti di conflitto, perch?, ha detto il ministro dell’Economia a Berlino, ?la concertazione non ? esattamente la stessa cosa del negoziato. Nelle decisioni che prende il governo, la firma in fondo ? una sola?. E ?imparare a dire di no con efficacia e con stile allo stesso tempo, senza venir frainteso o farsi nemico chi riceve la risposta negativa, ? una dote basilare che non si finisce mai di perfezionare?.

            Questo di Berlino ? stato per Padoa-Schioppa anche il momento di un esame di coscienza a met? strada, dopo l’appoggio garantitogli dalla Commissione europea. Un momento in cui ci si pone davanti alle obiezioni ricevute, domandandosi se non si sarebbe potuto fare di meglio. ?Le critiche di certi economisti - dice - purtroppo rischiano di ricordare una vecchia barzelletta americana sugli economisti: in un gruppo di persone in campeggio che non sanno come aprire una scatoletta di carne, l’economista ? quello che dice: “supponiamo di avere un apriscatole”. Seriamente, mi pare che alcuni di loro abbiano espresso i loro giudizi senza rendersi conto dei condizionamenti della politica?.

            Ma non ? il compito degli intellettuali, come i professori di economia sono, indicare mete e tener fermi alcuni principi, al di l? dei compromessi della politica? ?Franco Modigliani, che era un grande, non si sarebbe comportato cos?. Quando si rendeva conto che c’era un problema di consenso, rispetto a misure che riteneva giuste, si impegnava di persona nell’opera di convincimento, cercando di studiare anche i minimi dettagli e di parlare a tutti. Non si pu? dire “supponiamo che non ci sia la politica”?.

            D’altra parte, dei condizionamenti della politica non ? stata data, insiste, una raffigurazione esatta. Una operazione redistributiva, da chi pi? ha a chi ha meno (quella in cui molti hanno voluto vedere ?una mentalit? classista?) Padoa-Schioppa ripete che l’avrebbe fatta lo stesso, dati gli andamenti del reddito negli anni scorsi in Italia, anche se non avesse avuto nella coalizione di governo due partiti comunisti. E le resistenze verso riforme pi? incisive della spesa pubblica non gli sono venute soltanto dall’ala sinistra del governo.

            Il giudizio che pi? preme al ministro dell’Economia ? tuttavia quello dei suoi ex colleghi, i banchieri centrali. Gi? il Financial Times l’ha accusato di aver dimenticato subito, al governo, il rigore nella spesa e la necessit? di riforme strutturali dell’economia che predicava quando era alla Banca centrale europea. Qui l’occasione offertagli ieri ? capitata a proposito: la ?conferenza annuale? che la Bundesbank organizza nella capitale della Germania, affidata nei due anni scorsi ai due pi? importanti banchieri centrali, l’americano Alan Greenspan e l’europeo Jean-Claude Trichet, e che l’anno prossimo vedr? sul podio il successore di Greenspan, Ben Bernanke, quest’anno ? toccata a lui.
              In quel dotto discorso, gli ascoltatori italiani hanno potuto cogliere, tra le righe, moltissimi riferimenti alle vicende recenti. Eppure il commento del padrone di casa, il presidente della Bundesbank Axel Weber, ?: ?Padoa-Schioppa aveva in mente l’Italia, ma molte delle sue riflessioni si possono applicare benissimo alla Germania?. Il succo ? che governare la spesa pubblica da ministro ? molto pi? difficile che governare la moneta da banchiere centrale: perch? nel compito ormai codificato e tecnicizzato del banchiere centrale, il no all’inflazione si dice al Paese o all’area monetaria nel suo insieme, e i pericoli dell’inflazione sono abbastanza chiari a tutti; mentre ogni taglio alla spesa pubblica colpisce destinatari ben precisi, e i vantaggi di spendere meno si percepiscono solo a distanza di tempo.

              Il rigore di bilancio d? frutti su un orizzonte che rischia di essere oltre la visuale dei politici; cosicch?, davanti a un pubblico composto perlopi? di tedeschi, Padoa-Schioppa ha trovato comodo l’esempio del Faust di Goethe: ?per Faust, l’attrattiva del patto propostogli da Mefistofele ? raffozata dal fatto che il prezzo da pagare, per quanto terribile, ? distante nel tempo. Per il politico, l’attrattiva del consenso raccolto attraverso l’uso della spesa pubblica ?, in modo simile, rafforzata dal fatto che il debito pubblico sar? pagato (o rinnegato) dalle generazioni future, spesso ben oltre la fine della sua propria carriera politica?.
                Ma lui alla tentazione diabolica non ceder?, assicura il ministro dell’Economia italiano ai suoi interlocutori: ?non posso nemmeno prenderla in considerazione? sia per la situazione finanziaria dell'Italia, con un debito maggiore del prodotto interno lordo, sia per gli impegni che ha preso con il governo e con se stesso.

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