«I last minute uccidono il mercato del turismo»

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lunedì 14 Luglio 2003
LA VALTUR: MOLTI OPERATORI HANNO DECISO SVENDITE DISSENNATE DI PACCHETTI VACANZE ANCHE PER METE ITALIANE
«I last minute uccidono il mercato del turismo»
Giovanna Favro inviata a L’AVANA
«I last minute uccidono il turismo. Molti operatori hanno scelto politiche di mercato basate sulla svendita dissennata già il mese scorso, e anche per località che non ne avrebbero bisogno: per la prima volta sta succedendo anche per mete italiane, come la Sicilia o la Sardegna, dove non s’era mai visto nulla di simile. E’ come se la gran parte delle persone non fosse più disposta a pagare la vacanza il giusto: senza un’inversione di tendenza, assisteremo a uno sconquasso». L’allarme è arrivato dall’amministratore delegato del gruppo Valtur, Maria Concetta Patti. L’occasione, la festa per l’avvio della gestione del primo villaggio «Valtur Classic» a Varadero, a Cuba, dopo un accordo con l’agenzia governativa Cubanacan che porterà l’azienda italiana ad inaugurare a dicembre un secondo villaggio nel sud dell’isola, a Los Corales. Se un tempo le vacanze si programmavano con largo anticipo, la tendenza del 2003, come rileva un’indagine realizzata dall’Osservatorio nazionale sul turismo italiano costituito da Unioncamere e Isnart, è proprio l’attesa di occasioni da cogliere all’ultimo a prezzi stracciati. «Un tempo - dice l’imprenditrice - la logica dei last minute era quella di svendere gli ultimi posti liberi su questo o quel pacchetto. Nei mesi successivi all’11 settembre l’aumento di questo tipo d’offerta era quasi inevitabile, ma pare che oggi più nessuno sia disponibile a pagare la vacanza il prezzo giusto. E’ come se la paura di viaggiare avesse un prezzo: non calano le presenze, ma i costi». Eppure, «Nessun operatore, oggi più che mai, si può permettere last minute per il 60% della capienza. Noi non perseguiamo questa politica: premiamo piuttosto i clienti affezionati e quelli che prenotano per tempo. Del resto, o si immagina che il comparto in passato avesse ricavi da capogiro, o si comprende che, con margini reali medi del 10%, sconti del 50% sulle tariffe non sono sostenibili, e non possono che abbattere la qualità e la sicurezza». Dietro alla voglia di sconti c’è certo anche la recessione: è infatti in crescita la quota di italiani che ricorre al credito bancario per pagare le vacanze (addirittura +40% a luglio secondo l’Istituto finanziario del lavoro). E’ però un fatto che, «dopo due anni difficili, la ripresa del settore c’è, ma siamo lontani dalla pianificazione di investimenti importanti, sia in Italia che all’estero. E’ anzi facile prevedere nel prossimo anno e mezzo un assestamento di gruppi piccoli e grandi. Il mercato è in movimento: se in passato sembrava che Valtur fosse sempre in vendita, presto toccherà a qualcun altro». La paura del terrorismo internazionale e il rischio, pur attenuato, della Sars, spingono l’estate 2003 verso località italiane, ma premiano tutte le mete ritenute «sicure», come il Messico e i Caraibi. Per la prima volta, quest’anno gli italiani hanno guidato la classifica delle partenze dall’Europa verso Cuba, con 73 mila presenze nei primi 4 mesi (69 mila e 500 i francesi, 64 mila e 800 i tedeschi). Circa 3 mila dipendenti nelle punte di massima stagione, 230 milioni di euro di fatturato previsto nel 2003, Valtur gestisce in diversi paesi 23 villaggi, 10 dei quali di proprietà, con strutture in costruzione a Favignana e Idra Beach (in Grecia) e terreni di prossima edificazione in Sicilia, a Gallipoli e in Messico. Un paio di villaggi potrebbero essere presto messi in vendita, mentre nuove strutture sono in programma. «Abbiamo raggiunto un accordo con il governo libico per la zona archeologica di Leptismania: un’operazione turistico-culturale da 25 milioni di euro in cui siamo soci di minoranza, che ci renderà il solo operatore presente in quell’area».
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