"Interceptor" Fini: risponderò colpo su colpo
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marted? 20 giugno 2006
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LA MOSSA ALLEANZA NAZIONALE RINSERRA LE FILE: IL PRESIDENTE CHIEDE AI DIRIGENTI DI SOTTOSCRIVERE UN DOCUMENTO CONTRO ?L’USO DELLE INTERCETTAZIONI?
Fini: risponder? colpo su colpo
Difende lo staff e la moglie Daniela: ?Nulla di penale, ? un attacco politico?
Amedeo La Mattina ROMA ?Sono indignato per evidenti ragioni anche di tipo familiare. Basta con la gogna mediatica che non fa onore a chi le mette in campo?. Gianfranco Fini continua a difendere a spada tratta Salvatore Sottile e sua moglie Daniela finiti nel tritacarne delle intercettazioni telefoniche pubblicate dai giornali. E accusa la magistratura di avere abusato proprio delle intercettazioni. Il leader di An difende politicamente anche se stesso e il partito che da questa vicenda ricevono obiettivamente un danno di immagine.
Intanto, l’Ordine dei Giornalisti di Sicilia ha sospeso dall’Albo Sottile in seguito agli arresti domiciliari in cui si trova il portavoce di Fini. Il quale invece non pensa affatto a sostituire il suo stretto collaboratore che riveste anche l’incarico di capo ufficio stampa del partito. Era circolata la voce che al suo posto sarebbe andato Roberto Menia, pubblicista e attualmente responsabile della propaganda di An. Ma l’ex vicepremier ha voluto confermare la sua piena fiducia sia a Sottile sia al suo segretario particolare Francesco Proietti Cosimi. L’avvocato Giuseppe Valentino, senatore di An ed ex sottosegretario alla Giustizia, ha assicurato a Fini che, oltre qualche storia di donne, i magistrati non hanno in mano nulla di rilevante dal punto di vista penale. Valentino ha escluso soprattutto che Sottile e Proietti abbiano incassato tangenti per i contatti che, secondo l’accusa, i due avrebbero avuto con dirigenti dei Monopoli di Stato. ?Il Gip non ha in mano niente - ha detto l’avvocato a Fini - l’accusa non ? supportata da elementi probatori. Per cui stai tranquillo: puoi andare in fondo con la difesa politica di Salvo e Checchino?.
E infatti il leader di An ha reagito a muso duro, contrattaccando il pm Woodcock e denunciando il ?linciaggio mediatico?. E appena ha sentito l’odore di contrasti nel partito e che qualche dirigente avrebbe potuto sfruttare la vicenda per indebolirlo, ha chiesto a Altero Matteoli di scrivere un documento da far sottoscrivere a tutti i principali esponenti della classe dirigente. ?Non resteremo certamente fermi e inermi di fronte a questi attacchi: bisogna reagire con energia?, ha detto Fini ai suoi pi? stretti collaboratori. Cos? Matteoli, La Russa, Alemanno, Gasparri, Landolfi, Mantovano, Muscardini, Nania, Ronchi, Storace, Tremaglia e Urso hanno denunciato ?una martellante campagna di stampa che appare finalizzata a danneggiare gravemente An?: ?Nell’interesse di tutta la comunit? politica di An, reagiremo in modo compatto senza farci intimidire da alcuno, nella certezza che l’azione del partito ? sempre stata improntata all’assoluto rispetto dei valori della legalit? e della trasparenza?.
Poi ? stato lo stesso Fini a completare la strategia di rispondere colpo sul colpo per non far passare un’immagine distorta di An. Per l’ex ministro degli Esteri le intercettazioni servono alla magistratura per accertare responsabilit? della criminalit? organizzata e del terrorismo. ?Il problema - ha spiegato Fini - ? che non bisogna abusare delle intercettazioni, ma pare invece che l’Italia sia il paese pi? intercettato del mondo. Credo che sia poi veramente disdicevole e immorale che alcuni stralci di intercettazioni relative a persone che non sono indagate si trovino sbattuti sulle prime pagine del giornali?. Per Fini c’? un aspetto relativo alla deontologia professionale - ?ammesso che qualcuno avverta ancora la necessit? di tutelare questo valore?. Si tratta di un aspetto ?forse patologico che ? sfuggito di mano alle autorit? preposte?. Poi passa alla difesa diretta di Daniela: ?Non penso che essere mia moglie, essere legati da un vincolo, significhi meritare atteggiamenti sospetti o, peggio ancora, gogne mediatiche. Continuo ad essere fiducioso che il tempo sia galantuomo, per? la storia recente ? piena di episodi nei quali una volta che si ? determinato un danno, poi quasi mai chi lo ha causato ne paga le conseguenze?.Il contenuto delle intercettazioni dell'inchiesta di Potenza non l'ha neanche voluto leggere (?Ne ho letti tanti in vita mia, che ora, se posso, evito...?), ma non esita a dare il suo parere sulla vicenda del giorno. Il senatore dei Ds ed ex capo della Procura di Milano Gerardo D'Ambrosio, a casa per una fastidiosa bronchite, segue sui giornali il terremoto mediatico di questi giorni e ricorda che norme per impedire che vengano pubblicati gli atti dei processi coperti da segreto, esistono gi?. Il punto ? applicarle. Una nuova riforma? ?Meglio - risponde D'Ambrosio - qualche piccolo ritocco?. Insomma, ?una dissuasione in pi?...?. Pur senza mettere in discussione ?il diritto dei media ad informare? gi? tutelato in Costituzione. La norma attualmente in vigore, infatti (l'art.684 del Codice penale) prevede che per chiunque pubblichi atti o documenti di un procedimento penale di cui sia vietata la pubblicazione, scatti l'arresto fino a 30 giorni o l'ammenda da 51 a 258 euro. ?Siccome ? difficile che in questi casi si opti per l'arresto - spiega D'Ambrosio - un'ammenda cos? esigua, per un quotidiano che proprio con la pubblicazione delle intercettazioni raddoppia la sua tiratura, non credo sia un problema?. Cos?? ?Cos? - aggiunge - si potrebbe fare qualche piccolo ritocco in questo senso. Ma senza colpire o restringere in alcun modo la libert? di stampa, che ? tutelata anche in Costituzione?.
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