20/6/2006 ore: 11:24
"Interceptor" «Una volta c’era il Msi»
Contenuti associati
Pagina 5 - Primo Piano ATTO D’ACCUSA UNA PIOGGIA DI SMS RIVELA IL MALESSERE DELLA DESTRA ora poltrone e alcove? MATTIA FELTRI Gira un sms fra la gente che fu del Movimento sociale: ?Hanno arrestato il Re e il portavoce di Badoglio?. C’? la sfumatura nostalgica e la randellata. Gianfranco Fini come il maresciallo d’Italia: traditore. E c’? l’ironia della storia replicata in farsa. Il Duce venne fucilato con l’amante, il portavoce di oggi viene intercettato mentre chiama a convegno carnale la ragazzina ambiziosa, e sembra il bilancio di cinque anni al comando. E’ Alleanza nazionale rimasta alla fase orale: due anni fa, al congresso giovanile di Viterbo, i gasparriani accusarono gli alemanniani di aver ?bevuto troppo latte della Parmalat?; gli alemanianni replicarono coi ?troppi francobolli leccati? dai gasparriani. L’anello di Tolkien, dicono oggi, logora chi detiene il potere. Altroch? Andreotti. Logora e corrompe. Il ministro Gianni Alemanno prendeva la pubblicit? da Calisto Tanzi per ?Area? mentre c’era in ballo la questione ?Fresco Blu?. Oppure andava al muso contro muso con Giulio Tremonti per assumere quasi seicento forestali come truppe personali, e quando Tremonti viene accantonato i forestali sono assunti. Rivendicazioni orgogliose Il ministro Gasparri esord? nel 2001 con rivendicazioni orgogliose. Si parlava dei tecnici al governo e lui la mise gi? dura: lottiamo da quando siamo ragazzi per avere una possibilit? di cambiare l’Italia, quei posti spettano a noi. Tre anni dopo aver avuto il posto, e precisamente alle Comunicazioni, dentro il partito gli rinfacciavano d’aver trasformato le Poste in agenzia di collocamento. Fra la gente che fu del Movimento sociale c’? Tomaso Staiti di Cuddia, milanese, fascista figlio di fascista e a lungo fiero oppositore di Giorgio Almirante. In ?Confessione di un fazioso?, uscito per Mursia pochi mesi fa, scrisse: ?... gli stessi che, qualche anno dopo, avrebbero buttato alle ortiche tutto, l’ortodossia, il passato e la fede, e sarebbero stati premiati con tante belle cariche pubbliche?. Si riferiva ai colonnelli. Non previde, semmai, che cosa avrebbero fatto di quelle cariche. ?Per? avrei potuto immaginarlo?, dice oggi. Ed ? spietato: ?Avevano le pezze al culo e mentalmente le hanno ancora. Erano gi? antifascisti allora, e passi. Ma non lo dicevano. Volevano le seggiole. Cominciarono con lo spartirsi il partito, e quando sono usciti dal partito per entrare al governo si sono spartiti tutto il resto?. Altri sms. ?... il piacere Sottile per l’inchiesta di Potenza...?. Sottile maiuscolo, nel senso di Salvatore, il portavoce. Di lui, Franco Bechis, quand’era direttore del ?Tempo?, disse: ?Come si fa a parlare con uno che ti dice: “Se scrivi qualcosa di male ti prendo a calci in culo”??. Non era un’intercettazione telefonica ma rendeva. Si rischia di volare troppo alto, ma sembra l’esecuzione di Achille Starace, la macchietta del Ventennio che per? seppe morire da uomo. La fine nel ridicolo I regimi finiscono sempre nel ridicolo, e il sottile piacere ? tutto l?. Il resto ? consuntivo che porta a una domanda: ? il fallimento di una classe dirigente? Gianfranco Fini si ? scelto un profilo nobile, soprattutto nelle faccende internazionali, ma ha un portavoce e una moglie in combutta in affari strani. E i suoi fedelissimi si riuniscono alla ?Caffetteria? di piazza di Pietra, a Roma, e commentano il suo sbarellamento per la collega di governo. Queste sono le cose che restano agli atti. Per esempio arriva Gennaro Malgieri in Rai al posto di Marcello Veneziani e per segnalare la svolta convoca i quadri, i dirigenti, il ?personale artistico?. Allora prende parola Luca Barbareschi e dice: ?Basta con soldi e mignotte!?. Applausi. Si va dal calibro massimo al piccolo cabotaggio. Ci sono di nuovo Alemanno, e poi Filippo Ascierto, Riccardo Pedrizzi e Pietro Armani che in un modo o nell’altro, e alcuni con un certo calore, si schierano al fianco di Antonio Fazio e Gian Piero Fiorani nella scalata della Popolare di Lodi ad Antonveneta. Sotto processo C’? il ministro dell’Ambiente, Altero Matteoli, sotto processo con l’accusa di aver avvisato un amico, l’ex prefetto di Livorno, di un’indagine su un suo abuso edilizio all’isola d’Elba. C’? naturalmente Francesco Storace e la storiaccia delle spie e della tentata eliminazione di Alessandra Mussolini dalla corsa per le Regionali, e proprio nelle ultime intercettazioni si sente Fabio Sabbatani Schiuma vantarsene. Ci sono le inchieste in cui sono rimasti dentro Silvano Moffa, Ugo Martinat, Franco Mugnai. E non sarebbe nemmeno questo il grave, dice un altro di quelli del Movimento sociale. E’ il regista Pierfrancesco ?Ninni? Pingitore: ?Il grave non ? tanto quello che hanno fatto, ma quello che non hanno fatto. Gli appetiti sessuali e le miserie quotidiane pesano meno della totale assenza di progetto culturale. Non ? un caso se nelle intercettazioni non escono cose come pensiamo a una casa editrice o progettiamo un festival del teatro. Anche il Duce riceveva a Palazzo Venezia, e poi faceva il Festival del Cinema, Cinecitt?, l’Eur...?. Ecco, il Duce che, come ricordava Gianfranco Fusco nelle ?Donne di Mussolini?, non sapeva pi? che fare coi gerarchi in giro tutta notte a bere champagne e amare soubrette. ?Ma quelli avevano fatto una guerra mondiale e la marcia su Roma. Avevano una grandezza che questi, per carit?... questo Sottile... che parla sempre sbattendo la bocca mentre mastica chewing gum?, aggiunge Staiti di Cuddia. Cos? via della Scrofa, dove ha la sede nazionale il partito, non ? mai diventata la capitale di una nuova generazione illuminata, o almeno tosta e laboriosa, ma il covo della guerriglia. Quando Cosimo Proietti (altro protagonista dei fatti di questi giorni) venne eletto alla Camera, si disse: ?Abbiamo ripetuto il gesto di D’Annunzio, che gett? un pitale pieno sul Parlamento. Noi ci abbiamo gettato Proietti?. L? dentro, in via della Scrofa, Storace accett? il ministero della Salute dopo aver giurato che, in caso di sconfitta con Piero Marrazzo, avrebbe fatto il capo delle minoranze in Regione. L? dentro i colonnelli si sono sfidati e accordati e risfidati. Una forza centrifuga. Coi ribaltoni decisi da Fini, scocciato per le malevolenze della ?Caffettiera?, alla guida di An in Lombardia fu messa Cristiana Muscardini al posto di Massimo Corsaro e del fratello di Ignazio La Russa, Romano. ?Hanno occupato tutti i centri umiliando le altre correnti?, disse un consigliere comunale. E la Muscardini stese una bozza di programma: ?Meglio la piazza del night?. Poltrone e alcove, niente altro? Niente altro, forse. Qualche funerale. Quello dell’ultimo figlio di Mussolini, il grande jazzista Romano. Tutti riuniti e in lutto, vecchia e nuova guardia. Uno che si avvicina a La Russa (Ignazio) e gli dice: ?Non ti vergognare, fai il saluto romano...?. |