"Intervista" Berlinguer: «Maroni agisce contro la democrazia»

(Del 8/7/2002 Sezione: Interni Pag. 2)
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L´ESPONENTE DS ACCUSA IL GOVERNO DI «CONVOCARE SOLO GLI AMICI» |
«Maroni agisce contro la democrazia» |
Giovanni Berlinguer: il Parlamento lo richiami ai suoi obblighi
intervista
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ROMA ALLE agenzie di stampa aveva già dettato in mattinata una dichiarazione assai polemica, definendo «antidemocratica» la decisione del ministro Maroni di escludere la Cgil dai prossimi tavoli di trattativa. Nel pomeriggio, poi, rincara la dose e dice: «Il governo ormai convoca gli amici: cioè, quelli che hanno firmato il "Patto per l´Italia", ma sarebbe meglio dire il patto per Forza Italia...». Insomma, Giovanni Berlinguer - leader del correntone diessino e tra i dirigenti più vicini a Sergio Cofferati - non usa giri di parole: «Mi auguro - dice - che il Parlamento o altre autorità della Repubblica richiamino il ministro Maroni ai suoi obblighi istituzionali». E però, per quanto è netto sulla gravità dell´esclusione della Cgil dalle prossime trattative, così Berlinguer è prudente sul tema che lacera e rischia di spaccare addirittura il centrosinistra: e cioè il rapporto tra i partiti di opposizione e le iniziative di Cofferati e, soprattutto, l´atteggiamento da tenere nei confronti dell´annunciato referendum che la Cgil intende promuovere sulle modifiche all´articolo 18. «Io - spiega Berlinguer - sono tendenzialmente favorevole a sostenere attivamente quell´iniziativa. Ma aggiungo: ne discuteremo e decideremo».
La Margherità, però, sembra aver già deciso: no al referendum di un sindacato contro altri sindacati. Che le pare?
«Che è inutile discutere e addirittura rischiare di litigare sulla base di ipotesi di possibili, future decisioni. Vedremo. Intanto, mi pare che nelle ultime settimane i rapporti tra Ds e Margherita sulla questione-Cgil siano diventati più convergenti. E inoltre spero che gli incontri richiesti da Cofferati ai partiti del centrosinistra possano servire a rinsaldare e accrescere questa convergenza. E´ per questo che non mi avventuro in processi alle intenzioni».
Anche nei Ds, in verità, sembra esserci chi non mostra grande entusiasmo verso il referendum sull´articolo 18. D´Alema, per esempio, dice che i referendum si fanno per vincerli...
«E´ anche per questo che qualche giorno fa ho chiesto una riunione del direttivo Ds. Occorre una discussione seria ed esplicita, perché la questione è assai delicata».
E se la maggioranza diessina decidesse di non impegnare il partito nella raccolta di firme per il referendum?
«Vede, se io le dicessi oggi "noi le raccoglieremo comunque", assumerei una posizione che rischia di non favorire il dialogo e la ricerca di un´intesa tra di noi e nel centrosinistra. Per altro, la vicenda è oggettivamente complessa, considerato anche il fatto che il governo ha manovrato le scadenze parlamentari in modo tale da rendere molto difficile - perché ristretta nei tempi - la raccolta delle firme. L´esecutivo si sta muovendo in maniera abile e sleale contemporaneamente».
Lei attribuisce grande importanza all´incontro che il leader della Cgil avrà con i partiti del centrosinistra: non pochi, invece, vedono in questo appuntamento la prima mossa del Cofferati capo dell´Ulivo...
«Lo so, e mi pare una fandonia. Ho letto anche le obiezioni, in verità pesanti, mosse da Barbara Spinelli sulla Stampa. Cito alcune delle espressioni usate: affanno e fretta perché gli manca il fiato, massimalismo ideologico, criminalizzazione dell´avversario considerato traditore... Francamente esagerato, visto che la sostanza è una richiesta di incontro per discutere di problemi che riguardano l´Italia, non la sola Cgil. L´autonomia dei partiti dai sindacati e viceversa, non può essere indifferenza. E se vuole sapere la mia opinione, sarebbe utile se Cofferati incontrasse anche altri partiti e se il centrosinistra incontrasse anche altri sindacati».
Ammetterà però che non è precisamente rituale quella sorta di «convocazione» diramata dal leader Cgil all´indirizzo dei partiti del centrosinistra...
«E lei riconoscerà che ci troviamo da alcune settimane in una situazione abbastanza eccezionale. Io registro, in particolare, due assolute novità. Dalla Liberazione ad oggi, non era mai accaduto che un capo di governo additasse il segretario del maggior sindacato italiano come fomentatore di disordini e responsabile oggettivo di violenze. E si badi: le lotte condotte da Di Vittorio, Novella, Lama non erano certo meno dure di quelle di oggi. La seconda novità, purtroppo, riguarda noi: non era mai accaduto che il maggior partito della sinistra non esprimesse in maniera unanime e generale la propria solidarietà non dico a Cofferati personalmente, ma ai lavoratori in lotta ed alla Cgil in generale. E´ per questo che dico che se un partito di sinistra non risponde alle richieste che arrivano dalla sua base, allora è utile che ci si incontri e si discuta del perché e del come è possibile che questo accada».
fe. ge. |
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