"Intervista" G.P.Sassi(Inps): «Pensioni, riforma subito»

martedì 16 marzo 2004
Il presidente dell’Inps, Sassi
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«Pensioni, riforma subito Si resta di più al lavoro: gli incentivi funzionano»
ROMA - «Paradossalmente il ritardo nell’approvazione della riforma delle pensioni potrebbe aver indotto molti lavoratori a rinviare il pensionamento d’anzianità, in attesa di usufruire del bonus (il 33% del salario, ndr ) contenuto nella stessa riforma per chi allunga la propria permanenza al lavoro». Lo dice il presidente dell’Inps, Gian Paolo Sassi, commentando le ultime elaborazioni dell’istituto sulle domande per la pensione di anzianità. «Nei primi due mesi del 2004 ne abbiamo accolte 47 mila circa, cioè 25 mila in meno del previsto». Si augura altri rinvii della riforma? «Capisco la battuta, ma ovviamente no. La riforma, visto l’invecchiamento della popolazione, serve. Vedo con piacere che sempre più cittadini ne sono consapevoli». Come giudica l’ultima proposta del governo, quella che prevede il minimo di 60 anni per la pensione d’anzianità dal 2008? «Abbastanza positivamente. In società come le nostre immaginare una riforma definitiva è difficile. Credo, però, che quella proposta dal governo sia una riforma che vada bene, almeno per il medio periodo». Le nuove pensioni di anzianità saranno pure sotto le previsioni, ma nei primi due mesi del 2003 ne avevate liquidate 29 mila, cioè 18 mila in meno. E l a spesa Inps continua ad aumentare al ritmo del 4% l’anno. «Si tratta di un incremento conseguente all’aumento dell’importo medio delle pensioni e, in misura minore, alla crescita del loro numero. È un andamento inevitabile, che conferma la necessità di una riforma che freni la dinamica della spesa». Il pagamento delle pensioni è a rischio? «No. Non ci sono andamenti anomali rispetto alle previsioni». Ci sono situazioni preoccupanti? «È noto che gli squilibri maggiori riguardano l’agricoltura e i fondi speciali, dai ferrovieri agli elettrici. La causa principale è lo sfavorevole rapporto tra lavoratori, che diminuiscono, e pensionati, che aumentano». Ci sono preoccupazioni anche per artigiani e commercianti? «Qui, in effetti, si sta erodendo il rapporto favorevole tra contribuenti e pensionati e la spesa cresce più che nel comparto dei lavoratori dipendenti. Del resto, gli autonomi versano all’Inps quasi la metà dei lavoratori dipendenti». Un sollievo alle entrate dell’ente potrebbe arrivare anche da un’efficace lotta all’evasione contributiva. «Non c’è dubbio, ma già l’anno scorso abbiamo recuperato ben 250 milioni di euro. Il livello di evasione resta particolarmente alto, soprattutto nel Sud». Che fine ha fatto la sanatoria annunciata dal governo per le coppie di pensionati entrambi con 516 euro al mese? «Arriverà con la Finanziaria, che dovrà aumentare il tetto di reddito per la coppia (attualmente è inferiore alla somma del tetto di due single , ndr). All’Inps è stato dato il compito di trovare una soluzione ponte ed è quello che abbiamo fatto sospendendo, in questi casi, il recupero delle somme indebitamente riscosse». Lei è arrivato all’Inps nel novembre 2002, come commissario. Poi è diventato presidente, ma il consiglio di amministrazione ancora non è stato nominato. «Ancora non siamo arrivati alla piena normalità. È stato nominato il Civ, Consiglio di indirizzo e vigilanza, che sta lavorando intensamente. Per il resto stiamo facendo fronte alla situazione grazie alla capacità del personale dell’Inps. Mi auguro che il governo presto completi gli organi di vertice».
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Enrico Marro
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 Economia
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