"intervista" Urso: non ci sarà un´altra chance, riaperto il confronto l´esecutivo andrà avanti

intervista
(Del 31/5/2002 Sezione: Economia Pag. 5)
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«Pronti a dialogo, non certo a subire veti» |
Urso: non ci sarà un´altra chance, riaperto il confronto l´esecutivo andrà avanti |
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ROMA NON ci sarà un´altra chance: riaperto il tavolo di confronto con le parti sociali, il governo dovrà andare avanti fino in fondo. Con la Cgil, se vorrà stare al tavolo delle trattative. Senza la Cgil, se anche oggi dal sindacato guidato da Sergio Cofferati arriveranno «pregiudiziali politiche». Adolfo Urso, vice ministro del Commercio Estero ed esponente di peso di An, va dritto al nocciolo della questione. «Il governo mette sul piatto del dialogo sociale un´offerta di grande respiro, ma non siamo più disposti a subire veti. Se Cofferati rifiuta la trattativa non potremmo che andare avanti con coloro che sono disponibili al dialogo».
Ministro Urso, che speranze nutre per il negoziato che riparte oggi?
«Sono fiducioso. Ho fiducia che la trattativa possa partire e soprattutto che possa andare in porto. E´ ovvio, però, che ciascuno dovrà rimuovere veti e pregiudizi e fare un passo in avanti perché l´accordo è nell´interesse del paese».
Cofferati ha già detto che se il governo non stralcerà dal tavolo l´articolo 18 è scontato che lui proporrà un secondo sciopero generale. Voi date per scontato che sarà così?
«Noi speriamo di convincere anche la Cgil e Cofferati sulla necessità di trovare un´intesa. Comunque siamo dell´avviso che nessuno possa disporre più di un potere di veto».
Crede che quello di oggi sarà l´ultimo tentativo del governo?
«C´è già stato uno sciopero generale. Ora il governo propone un vero e proprio patto per lo sviluppo e l´occupazione, articolato su tutti i temi sul tappeto: sulle tre deleghe che abbiamo chiesto al Parlamento, sul lavoro, il fisco e le pensioni, e sul Mezzogiorno, che è un problema trasversale ed una questione nazionale. E´ un´offerta di grande respiro a tutte le parti sociali che se fosse anche questa volta respinta per un atteggiamento, chiaramente a quel punto pregiudiziale e politico, non credo che ci possano essere ulteriori strade. Anche la minaccia di un secondo sciopero generale mi sembra difficilmente comprensibile, perfino dagli altri sindacati».
Pezzotta è certo più prudente. Pensate che i sindacati si dividano?
«Dopo lo sciopero generale, che è l´arma, lo strumento più forte che ha il sindacato, c´è la via del negoziato. C´è sempre la via del negoziato. Credo che questo sia nella consapevolezza di tutte le parti sociali, noi speriamo che ci sia anche da parte della Cgil. Comunque il governo ha il dovere di andare avanti avendo il sostegno della maggioranza, del Parlamento e del paese».
Se ne può dedurre che se la Cgil dovesse tirarsi via da questo tavolo il governo andrà comunque per la sua strada? Anche con un accordo separato con gli altri sindacati?
«Speriamo che ci siano tutti, che il consenso sia più ampio possibile, sul metodo che il governo ha attivato e su tutto lo spettro di questi argomenti, che dovrebbero essere di grande interesse per le forze sociali, soprattutto di quelle che rappresentano i ceti più deboli. Certo però, che se di fronte a questa apertura di credito una delle parti dovesse rispondere pregiudizialmente e con un atteggiamento politico, rifiutando persino di sedersi al tavolo delle trattative, a quel punto non potremmo che proseguire con coloro che sono disponibili al dialogo. Bisogna che tutti capiscano che oggi nessuno ha più un potere di veto. Tutti hanno il diritto, e anche il dovere, di esprimere le proprie opinioni e di partecipare all´elaborazione delle decisioni secondo le proprie competenze, ma nessuno può esprimere veti o ultimatum. Credo che la buona volontà e il buon senso, da parte sua, il governo li abbia ampiamente dimostrati».
m.sen.
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