«La Bossi-Fini è solo repressiva»

Domenica 26 Gennaio 2003
ITALIA-POLITICA |
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«La Bossi-Fini è solo repressiva»
 Immigrazione - La Cassazione critica la legge: «Eliminata l'impostazione solidaristica della Turco-Napolitano»
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ROMA - La legge Bossi-Fini rischia di essere «esclusivamente repressiva». Il giudizio espresso dalla Corte di cassazione sull'impianto della nuova normativa sull'immigrazione è piuttosto severo e suona quasi come una bocciatura del provvedimento varato dall'attuale Governo. Il parere dei giudici di legittimità precede la sentenza con cui viene rigettato il ricorso di un albanese accusato di aver favorito l'ingresso di una giovane connazionale per indurla poi alla prostituzione. Secondo i giudici della terza sezione penale della suprema Corte, le funzioni di ordine pubblico e di sicurezza sono divenute nella nuova legge «il tema centrale, con una lettura unilaterale della normativa europea». Il riferimento è all'accordo di Schengen, al trattato di Amsterdam e alle proposte del Consiglio Ue sul delicato tema del governo dell'immigrazione. Di più: per la Cassazione le nuove regole sull'immigrazione «hanno capovolto la visione solidaristica della precedente legge, la Turco-Napolitano». Nella normativa del '98, annota la Corte, venivano predisposte «misure di politica attiva senza perdere di vista il legame esistente fra immigrazione, povertà o indigenza e cosiddetto lavoro nero e i principi solidaristici espressi dalla nostra Costituzione». Anche se, viene precisato, la legge predisposta dal Centro-sinistra aveva a sua volta «ulteriormente marcato» rispetto alla normativa del 1986 le «finalità di ordine pubblico, sicurezza e razionalizzazione, controllo e regolamentazione della presenza e dell'attività dei cosiddetti extracomunitari». Il giudizio ha suscitato opposte reazioni da parte degli schieramenti politici riaccendendo lo scontro, mai archiviato, sul tema delle politiche immigratorie. «Parole sante» ha commentato soddisfatta la diessina Livia Turco "madre" della legge varata dal Centro-sinistra. «La valutazione obiettiva e tecnica del testo da parte della Cassazione - sostiene Turco - esplicita una verità, che la politica ha negato, sulle differenze fra i due testi di legge. La logica della Bossi-Fini è la repressione: l'intento è quello di ridurre le immigrazioni regolari e quindi i diritti degli immigrati». Ma la Cdl non ci sta. Durissimo il commento del leader della Lega Umberto Bossi: «Solo nelle dittature la magistratura prevale sui rappresentanti del popolo». Circa le ispezioni, «il ministro Castelli ha il potere e fa quello che vuole - ha detto Bossi -. Dobbiamo essere certi che non ci siano in circolazione piccoli Torquemada e lui fa il suo mestiere, ha i c... per farlo». Difende a tutto campo la nuova legge il responsabile immigrazione di An Giampaolo Landi di Chiavenna: «Contesto categoricamente questa sentenza - afferma -: non si tratta di essere repressivi ma di estirpare il buonismo peloso e lo pseudosolidarismo dei governi di Centro-sinistra che hanno fatto entrare un milione di clandestini». Landi di Chiavenna respinge tutte le accuse della Corte e rileva: «Con la Bossi-Fini siamo intervenuti solo nella prima parte della Turco-Napolitano mentre le politiche di integrazione permangono tutte. Se la Cassazione fa riferimento solo alla prima parte della legge non tiene conto, o fa finta di non tener conto, della seconda parte». Tra chi invece condivide il parere della Cassazione c'è la Caritas: «Siamo d'accordo con la sentenza - fa sapere il responsabile immigrazione dell'ente cattolico don Giancarlo Perego -. Lo abbiamo detto da subito che la Bossi-Fini non aiuta la solidarietà e l'integrazione della persona immigrata. La legge tratta l'immigrazione come un fenomeno da cui difendersi». M.SE.
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