«Negozi aperti di domenica contro i centri commerciali»
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PADOVA - Le aperture domenicali dei negozi in città «per difendersi dall`invasione dei nuovi barbari». Ovvero i centri commerciali «che sono spuntati, e spunteranno, come funghi in diverse zone della provincia». Questa la ricetta «per sopravvivere» ribadita ieri mattina, al Piccolo Teatro di via Asolo, dal presidente dell`Ascom Fernando Zilio di fronte
il centinaio di commessi, soprattutto donne, che ha partecipato alla tavola rotonda «La festa non si vende», organizzata dalla Filcams-Cgil. Al centro della discussione c`erano appunto le aperture domenicali dei negozi nel centro storico di Padova che, riprese nello scorso fine settimana, dureranno fino al 12 giugno. In totale, dieci appuntamenti consecutivi (primo maggio escluso). L`anno passato, compreso il periodo tra il 12 settembre e il 3 ottobre, furono
invece 14. L`iniziativa, ovviamente, non piace al sindacato e l`hanno ribadito, in coro, il segretario generale
della Cgil Andrea Castagna e la responsabile provinciale della Filcams Cecilia De` Pantz, sottolineando che «la domenica deve essere per tutti una giornata di festa, specie per le commesse che lavorano dal lunedì al sabato e che magari de- vono badare anche ai figli a casa». All`ombra del Santo, però, la «conciliazione» tra lo stesso sindacato, il
Comune e le associazioni dei commercianti ha generato qualche risultato positivo: «E` vero - ha ammesso
De` Pantz - siamo riusciti a ridurre il numero di aperture domenicali rispetto al 2010, nonostante Padova sia giustamente riconosciuta dalla Regione città d`arte e a forte vocazione turistica e possa, in teoria, tenere
le serrande dei negozi alzate ogni domenica dell`anno, senza limiti, festività comprese. Come fanno tantissimi
comuni distanti pochi chilometri. Ad esempio - ha elencato la sindacalista - Venezia, Treviso, Verona, Abano, Montegrotto, Este, Montagnana, Cittadella, Bassano, Castelfranco...». Al Piccolo Teatro, c`era anche l`assessore comunale al Commercio Marta Dalla Vecchia: «Credo che, per qualche domenica all`anno, coniugare lo shopping festivo con una ricca serie di eventi culturali sparsi per la città, sia una formula vincente. E lo si è visto bene lo scorso weekend». Ma il presidente Zilio è poi tornato a «battere» sul punto di partenza: «Le aperture domenicali nel cuore di Padova, cioè lungo l`asse che va da Prato della Valle a piazza Garibaldi, sono ormai diventate una necessità di sopravvivenza. Altrimenti - ha spiegato il leader dell`Ascom - il piccolo commercio, già a pezzi per la crisi economica, rischia di essere letteralmente divorato dalla grande distribuzione e da quei centri commerciali senza regole che, complice qualche costruttore locale, si piazzano all`uscita delle tangenziali e dei caselli autostradali, fanno lobby in Regione per farsi concedere l`apertura domenicale e cannibalizzano il mercato». Sarebbero quattro, secondo Zilio, i centri commerciali pronti a sorgere a ridosso di Padova: a Limena, Due Carrare, Tencarola e Grisignano. Sempre ieri, intanto, a margine del convegno organizzato dalla Filcams-Cgil, sono stati resi noti gli esiti di un questionario, effettuato dalla professoressa Francesca Bassi (docente di Statistica al Bo) e rivolto ai commercianti, ai dipendenti e ai consumatori, circa l`esperienza delle aperture domenicali in centro storico nel 2010. Tre i risultati più significativi: 1`84% dei negozianti non vi ha aderito; l`81% dei commessi ha lavorato; e il 71% dei padovani ha giudicato l`iniziativa «molto positiva».