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venerd? 7 aprile 2006
Pagina V - Bologna
?Io, colpevole di aver parlato liberamente?
Bibliotecaria della Working sospesa per aver denunciato a l’Unit? le condizioni di lavoro in Sala Borsa
di Chiara Affronte / Bologna
SOSPESA PERCH? PARLA CON L’UNIT? - Non ? la prima volta che succede a un lavoratore di essere sospeso perch? ?colpevole? di esprimersi liberamente. ? successo a Elena Persiani, 28enne lavoratrice della biblioteca Sala Borsa, dipendente della Working (cooperativa del gruppo Confcooperative che gestisce i servizi ausiliari della biblioteca) che il 17 febbraio ha raccontato a l’Unit? la difficolt? economiche e morali della sua situazione lavorativa. ?Mi hanno sospeso per due giornate lavorative: oggi e il 13 aprile. La sospensione ? un fatto molto grave, nel mio caso immotivato: so fare bene il mio lavoro, ho solo usato la mia libert? di espressione?.
A chi, a voce alta, come Elena, racconta ai giornali o alla tv la propria storia lavorativa, esprimendo considerazioni o rimostranze nei confronti del datore di lavoro, spesso succede di entrare in una specie di tunnel. Fatto di provvedimenti disciplinari e - molto pi? grave - di sospensioni dal lavoro. ?Se un giorno dovessi sbagliare l’orario del mio turno, con una sospensione alle spalle, potrei essere licenziata: la Working mi chiede i risarcimenti per i danni che ho provocato alla societ? parlando con l’Unit?. E mi minaccia dicendomi “questa volta ? andata cos?, ma se esageri sar? anche peggio”?. Quali e quanti siano i danni la Working non l’ha mai comunicato all’interessata, come sottolinea l’avvocato di Elena, Mario Marcuz. ?Vediamo cosa succede - conclude la ragazza - il mio caso dovrebbe essere portato in Consiglio comunale, perch? costituirrebbe un precedente per eventuali future situazioni simili alla mia?. Elena, infatti, che lavora dal 2003 nella Biblioteca Sala Borsa, sezione ragazzi, ? circondata da molti colleghi nelle sue condizioni: di fatto, come loro, ? una bibliotecaria, perch? come i dipendenti comunali, lavora al prestito e alla consulenza. Il loro contratto di “bibliotecari di serie B” ? un “Multiservizi/Impresa di pulizia”. E gi?, questo, ? un fatto se non altro insolito.
Elena a febbraio viene ascoltata da l’Unit? e il 17 dello stesso mese esce un articolo che racconta la sua storia, dopo che, a causa dei gravi tagli provocati dalla Finanziaria, il Comune, pesantemente penalizzato, ? costretto a ridurre gli orari di apertura della biblioteca. ? un dramma, perch? c’? chi, come Elena, si trova a perdere 70 euro dalla sua busta paga: non sono pi? i miseri 650 euro che devono permetterle di vivere, ma 580: impossibile. Elena per?, che di coraggio e di voglia di giustizia ne ha da vendere, racconta tutto, dichiarando nome e cognome. Comunica la grave difficolt? a vivere con stipendi che erano gi?, prima dei tagli, ridicoli, dell’impossibilit? a trovare un altro lavoro da integrare con quello in Sala Borsa a causa dei turni alternati. E racconta anche di avere chiesto alla Working un part time verticale che le permettesse almeno di trovarsi un lavoro stagionale: niente da fare. Elena se la prende un po’ anche con il Comune, perch?, a suo parere, dovrebbe rivedere le condizioni dell’appalto; e anche con i sindacati che ?suggeriscono di trovarci un altro lavoro?. Elena fa anche due conti: ?Se il Comune paga 15 euro lordi per persona all’ora alla Working, che ne d? a me 7,84, il suo margine ? di 3,50 euro netti?. Non l’avesse mai fatto. Arriva il provvedimento disciplinare dove la si accusa, con l’intervista a l’Unit?, di avere cagionato gravissimi danni d’immagine alla societ? e di ?dogliarsi pretestuosamente?.
Elena risponde di aver fatto quei calcoli a partire dalla sua busta paga. Poi chiede 10 giorni di malattia, firmati da un medico psichiatra: la situazione la sta stressando moltissimo. Al rientro, una nuova raccomandata le comunica la sospensione. Questa ? la cosa pi? grave, se si pensa che di solito si agisce in questo modo nei cofronti di chi crea danni sul posto di lavoro. Elena non si pente di aver parlato. Vorrebbe vivere pi? serena, svolgere il suo lavoro, qualificarsi, fare formazione, imparare pi? cose. E soprattutto poter essere libera di parlare.
Niente di pi?.
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