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marted? 17 ottobre 2006
Pagina 17 - Politica
IL DOCUMENTO / Nelle quattro pagine, sequestrate all'investigatore Cipriani, anche i nomi di Tremaglia e della Annunziata
Gli spioni e il dossier anti Prodi Veleni e accuse a un manager
Il racconto del pedinamento di Nola: ?Creatura del Professore?
Il documento fu sequestrato nel maggio di quattro anni dopo allo 007 fiorentino, ora in carcere
MILANO — ? un dossier di quattro pagine, senza firma, datato ?Roma, 15 settembre 2001?. ? stato sequestrato nel maggio 2005 all'investigatore privato Emanuele Cipriani, ma non ? chiaro n? l'autore, n? il committente (o comunque il destinatario) e nemmeno perch? sia stato conservato per quattro anni dallo 007 fiorentino, arrestato il 20 settembre con l'ex capo della sicurezza di Pirelli e Telecom, Giuliano Tavaroli. I magistrati lo hanno regolarmente depositato, con centinaia di analoghi dossier spionistici, per provare che ? fondata l'accusa di ?associazione per delinquere? finalizzata ad eseguire ?investigazioni clandestine e illecite? su scala massiccia. Come tutti gli altri fascicoli di Cipriani, anche l'?appunto? del 15 settembre 2001 (chiamato anche ?report?) ha un contenuto diffamatorio: diffonde notizie negative, anzi si premura di attribuire ipotetici reati, agli obiettivi del dossieraggio. Di particolare, oltre alla data, il dossier in questione ha l'importanza delle vittime: il pi? in vista ? Romano Prodi, che all'epoca era presidente della Commissione europea, ma tra i personaggi presi di mira (in paragrafi separati) compiono anche politici di centro- destra come l'ex ministro Mirko Tremaglia e giornalisti come Lucia Annunziata.
LA NOTIZIA, LE POLEMICHE E I DIVIETI — Tutti questi nomi erano citati gi? nell'articolo del Corriere della Sera che per primo, il 9 ottobre, ha rivelato questa attivit? di ?dossieraggio? contro Prodi. Quando il premier ha aperto una polemica chiedendosi perch? la notizia fosse stata divulgata ?soltanto dopo il dibattito in Parlamento? sul caso Telecom (in realt? l'informazione ? stata pubblicata appena il Corriere ha scoperto quel dossier, senza alcun ritardo), altri mezzi d'informazione hanno aggiunto notizie inesatte, ipotizzando ad esempio che Prodi fosse stato ?intercettato? o ?pedinato?. Il dossier in realt? documenta che Prodi fu vittima di un'attivit? diffamatoria. Sotto sorveglianza fisica era finito invece un ex dirigente Telecom, Vittorio Nola, che lo stesso report indicava come ?creatura di Prodi?. Il decreto- legge approvato d'urgenza dal governo per impedire la pubblicazione dei fascicoli spionistici, ovviamente vieta di rivelare il contenuto del dossier, pieno di mere illazioni con il valore assolutamente nullo delle lettere anonime. Ma se ? illegale divulgare le insinuazioni degli spioni, ? invece doveroso chiarire i mezzi e i tempi di questa investigazione che i magistrati considerano penalmente illecita.
POLITICI COME NEMICI AZIENDALI — A Romano Prodi ? dedicato l'intero primo paragrafo del dossier, che ? molto singolare. I bersagli diretti sono quattro imprese subappaltatrici di Telecom, a cui vengono attribuite ipotetiche violazioni, che per? riguardano contratti di valore decisamente modesto. Nelle sei righe di premessa, per?, gli spioni spiegano al loro misterioso mandante che ?le tematiche sindacali e politiche? sarebbero ?strettamente connesse con le realt? aziendali e con l'operato delle ditte appaltatrici?. In altre parole, il dossier si presenta come una caccia a pretesi ?nemici? interni all'azienda e, per loro tramite, ai loro ipotetici protettori istituzionali (il mondo di Prodi). Di seguito al paragrafo su Prodi, gli spioni aprono un secondo capitolo, con titoli in neretto, che sembra dedicato ad altre vittime: tre pagine di veleni contro manager della sicurezza e societ? di investigazioni private (praticamente tutti i rivali di Tavaroli e Cipriani) e contro un gruppo di dirigenti Telecom.
IL MANAGER PEDINATO — Tra questi ?nemici? degli spioni spicca Vittorio Nola, lo storico segretario generale del gruppo telefonico, che viene citato come bersaglio di controlli ossessivi, estesi anche agli ?spostamenti fisici? di sua moglie e dei loro pi? stretti collaboratori. Gli 007 riportano date e orari (precisi al minuto) dei loro incontri fuori e dentro l'azienda, porte da cui sono entrati, persone che li accompagnano e che vengono seguite anche mentre visitano altri: segno che Nola era quantomeno pedinato. Il suo ? un nome cruciale nell'inchiesta: proprio a Nola ? infatti dedicato un intero capitolo dell'ordinanza che ha portato in carcere gli spioni. Secondo i magistrati, Nola fu vittima di una specie di golpe aziendale: una falsa microspia nascosta nell'auto di Enrico Bondi, il top manager che gest? l'azienda dal primo agosto 2001 al 30 agosto 2002, proprio per spingerlo a diffidare e quindi esautorare la vecchia guardia di Telecom e a rimuovere tutti i responsabili della sicurezza. Alla fine di tutti questi veleni, gli spioni scrivono: ?Si ricordi che Nola ? creatura di Prodi?. Interpellato dal Corriere, l'ex dirigente Telecom non si limita a negare di avere qualsiasi etichetta politica, ma si dichiara ?sinceramente stupito? di essere stato ?anche solo accostato? a Prodi.
Nei dossier degli spioni, del resto, compaiono molte notizie sicuramente false, ma ritenute comunque utili a diffamare il nemico di turno. Quanto al mandante, l'incertezza ? massima. Certo ? che il gruppo Telecom ? stato acquistato il 31 luglio 2001 dalla Pirelli; che in settembre era appena arrivato Bondi; e che Tronchetti Provera, non ancora in quei giorni nella plancia di comando della Telecom, stava cominciando a rinegoziare il prezzo con i venditori, cio? con la cordata dei precedenti scalatori guidati da Gnutti e Colaninno. Il dossier ? sicuramente il risultato di almeno quaranta giorni di investigazioni, ma a complicarne la datazione ? il riferimento, nella prima riga, a ignoti ?argomenti trattati nelle precedenti relazioni?. Ora tocca agli arrestati, e soprattutto ai magistrati chiarire il giallo del dossier Nola-Prodi.
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