29/9/2006 ore: 12:38

"Telecom" Prodi: «Troppi debiti, pagano gli utenti»

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    venerd? 29 settembre 2006

    Pagina 12- Interni

    IL RIASSETTO
      Il premier: per privatizzare servono capitali adeguati
        Prodi attacca Telecom in aula
        "Troppi debiti, pagano gli utenti"

        WALTER GALBIATI
          MILANO - ?La debolezza di Telecom deriva dal suo debito. E non, come qualcuno sostiene, dalla severit? dell?attivit? del regolatore?. A parlare ? il premier Romano Prodi e quel ?qualcuno? ? Marco Tronchetti Provera, l?azionista di riferimento di Telecom Italia. Per Prodi la pi? grande societ? italiana di tlc ? in grave difficolt? di fronte alle sfide tecnologiche e di mercato, perch? ? oberata di debiti. E chi l?ha guidata, come ? avvenuto anche in altre privatizzazioni, ha pensato troppo alla finanza. E poco all?industria. Ora quell?ingente massa di debiti ? il dazio che devono pagare gli utenti finali. Con il caro-bolletta.

          ?A limitare la capacit? di investire - sostiene Prodi - e quindi di competere sul mercato ? stato l?ingente indebitamento finanziario del gruppo Telecom?, debito che ? cresciuto per effetto della fusione Olivetti-Telecom e per il successivo acquisto delle quote di minoranza di Tim. Una serie di manovre finanziarie rivelatesi sbagliate sulle quali ?non c?? nemmeno bisogno di dare giudizi, perch? li ha gi? espressi il mercato?. Il titolo Telecom ha dimezzato il suo valore dai tempi dell?acquisizione da parte di Pirelli e il debito netto, nonostante la svendita di tutte le partecipate estere, ? ancora intorno ai 41 miliardi di euro. E Prodi affonda il colpo quando ricorda che ?il debito elevato delle societ? sottoposte a regolamentazione ? spesso uno strumento per spingere il regolatore a concedere all?azienda tariffe pi? elevate; ed ? questo l?ulteriore motivo per cui le privatizzazioni devono essere sostenute da capitali appropriati, in modo da evitare che il peso del debito possa in parte ricadere sugli utenti finali?.

          Un atto di accusa ai capitalisti senza capitali, che per acquistare le aziende sono costretti a ricorrere a operazioni di leverage, un meccanismo finanziario che consente di comprare le societ? con forte generazione di cassa, come per esempio Telecom e Autostrade, ricorrendo in gran parte non a mezzi a propri, ma ai soldi di banche "amiche". Contro questi capitani d?industria ieri Prodi ha invocato una riforma del capitalismo italiano, che parta anche dal rinnovamento delle catene di controllo dei grandi gruppi. ?Occorrono assetti di governo delle imprese pi? stabili e pi? trasparenti?.
            Giudizi espressi senza voler interferire nelle politiche delle singole aziende, ha tenuto a precisare Prodi, specificando come sul futuro della Rete fissa di Telecom Italia saranno la stessa societ? insieme con il regolatore a pronunciarsi. ?Non avremo uno Stato proprietario della rete? e dirigista, ma piuttosto uno Stato che ne garantisce l?accesso a condizioni eque e non discriminatorie.

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