"Ticket" La protesta si estende agli autogrill
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mercoledì 22 giugno 2005
GLI ESERCENTI IN LOTTA PER LE COMMISSIONI TROPPO ALTE
Buoni pasto, adesso la protesta si estende agli autogrill
Ieri in molti capoluoghi i clienti hanno dovuto pagare in contanti Polemiche tra le categorie, chiesto un intervento del governo
ROMA. Se non fosse che l’olio - in qualità di alimento - converrebbe lasciarlo stare, si potrebbe dire che lo sciopero del piattino sta dilagando a macchia d’olio. Dopo Torino, città che lunedì ha fatto da apripista alla serrata dei ristoratori contro i buoni pasto, ieri la protesta è sbarcata a Roma. Non soltanto nei 12 mila pubblici esercizi della Capitale che, secondo una stima del presidente romano della Fipe Concommercio Nicola Gaudenzino, hanno aderito in massa alla protesta: la crociata contro le società che emettono i ticket per il pranzo degli italiani ha investito anche il governo.
Dopo l’annuncio che, uno dopo l’altro, bar e ristoranti di Perugia, Bologna, Bari, Genova, Roma, Firenze, Padova, Venezia e Pistoia rifiuteranno quello che il segretario generale della Confsal, Marco Paolo Nigi, ha già ribattezzato «un risparmiabilissimo sconcio», toccherà a Palazzo Chigi trovare la ricetta giusta per il piattino del mezzogiorno.
«Inseriremo nell’ambito del disegno di legge sulla Competitività un articolo che delega al governo la possibilità di intervenire sulla questione dei buoni pasti», ha detto Guido Crosetto, relatore del ddl Competitività. «La prossima settimana il testo sarà presentato alla Camera».
Intanto Mario Resca, presidente di Confimprese e di McDonald’s Italia, minaccia di paralizzare il settore. Ieri, al termine di un vertice, ha dichiarato che «se il governo non annuncerà iniziative adeguate fin da giovedì prossimo, la protesta si allargherà ad Autogrill, Cremonini e altri gruppi associati, compresa la grande distribuzione».
Il vice ministro delle Attività produttive Adolfo Urso ha già invitato l’Autorità Garante a effettuare un’indagine conoscitiva sul fenomeno. E mentre al coro delle proteste si unisce il presidente di Confcommercio Sergio Billè, che sollecita un intervento dell’esecutivo, Confintesa ironizza e definisce i ticket «speculazioni che trasformano i pubblici dipendenti in benefattori».
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