13/11/2006 ore: 13:01

"Ue" Addio Socialdemocrazia: la Svezia taglia il Welfare

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    sabato 11 novembre 2006
      Pagina 18 - Esteri

      Drastiche riforme del governo di destra.
      E l' Europa osserva con interesse
        Addio Socialdemocrazia
        La Svezia taglia il Welfare
          dal nostro corrispondente
          Giuseppe Sarcina
            BRUXELLES - Meno tutele per i disoccupati, pi? incentivi per gli imprenditori che assumono i senza lavoro, specie se giovani. Il nuovo governo svedese, una coalizione di centro destra, vuole smontare i meccanismi di un modello sociale celebrato da almeno mezzo secolo dalla sinistra riformista europea. Il premier Fredrik Reinfeldt, dopo aver battuto di un soffio i socialdemocratici nelle elezioni di settembre, ha presentato al Parlamento una manovra di bilancio dagli effetti dirompenti sul piano socio-culturale, prima ancora che economico.

            Fin dagli anni ' 50 gli svedesi sono abituati ad avvolgersi in una morbida coperta di protezioni sociali (il ?Welfare State? dalla ?culla alla tomba?) a prova di qualsiasi rovescio. L' equazione inventata e collaudata da 65 anni quasi consecutivi di Socialdemocrazia ? semplice: tasse altissime (50% del reddito, il doppio rispetto agli Stati Uniti), servizi pubblici impeccabili (trasporti, scuole, ospedali) e prestazioni sociali sostanziose (pensioni, indennit? di disoccupazione). Sul piano della ricchezza complessiva il risultato resta semplicemente un sogno per la maggior parte dei Paesi europei. Basta leggere le ?Previsioni d' autunno? appena diffuse dalla Commissione europea. Nel biennio 2007-2008 il prodotto interno lordo della Svezia crescer? al ritmo del 3% l' anno (due volte l' Italia); le finanze statali sono addirittura in attivo; l' inflazione ? abbondantemente sotto controllo.

            Ma allora che cosa ha fatto crollare l' architettura, seppellendo l' ex premier Goran Persson? C' ? un dato che aiuta a rispondere. In Svezia il tasso di disoccupazione ? inchiodato da qualche anno oltre il 7%. In altri termini l' economia cresce il doppio rispetto all' Italia, ma, in proporzione, ?produce? lo stesso numero di senza lavoro. Forse qualcosa si ? inceppato nel ?modello scandinavo?. Il premier Reinfeldt, comunque, ha deciso di mettere in moto la ruspa. Per prima cosa ha ?sconsacrato? lo status sociale del disoccupato. I mitici sussidi saranno drasticamente ridotti: oggi chi resta senza impiego pu? incassare fino a 400 euro alla settimana per i primi tre mesi. Poi diventano altri 370 confortevoli euro, da ritirare ogni sette giorni. A queste condizioni, dice il governo, ? chiaro che nessuno muore dalla voglia di cercarsi un altro posto.

            La ?Finanziaria svedese? prevede incentivi per gli imprenditori, che pagheranno contributi sociali ridotti se assumeranno giovani tra i 19 e i 24 anni o persone disoccupate da pi? di un anno. Le altre misure di accompagnamento sembrano fatte apposta per sfidare i sindacati, i veri custodi del ?welfare totale?. Gli iscritti, per esempio, non potranno pi? dedurre dalle tasse la quota di affiliazione versata alle organizzazioni.

            Il centro destra svedese sta vivendo un autunno di turbolenza simile a quello del centro sinistra italiano. Gli ?esperimenti? di Reinfeldt e di Prodi sono i pi? seguiti dagli analisti e dalla stampa europea. Una curiosit?: nell' estate del 2005 Tiziano Treu, Cesare Damiano e Paolo Ferrero (all' epoca responsabili del lavoro rispettivamente per Margherita, Ds e Rifondazione comunista) partirono per un ?viaggio di studio? nella Svezia ancora socialdemocratica. Tornarono carichi di appunti e di ?idee?. Forse si impone un aggiornamento.

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