20/4/2005 ore: 11:26
«Una legge per gli over 45 senza lavoro»
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«Una legge per gli over 45 senza lavoro» ROMA Troppo giovani per la pensione ma troppo vecchi per lavorare. Sono le centinaia di migliaia i disoccupati di età matura che si trovano in queste condizioni a causa dell’espulsione dal ciclo produttivo, per i ridimensionamenti aziendali, per la esternalizzazione delle imprese e addirittura per mobbing. Ieri, le Associazioni - Atdal e Lavoro over 40 - che li rappresentano hanno consegnato ai vice presidenti del Senato, Cesare Salvi, e della Camera, Fabio Mussi una petizione, sottoscritta da 3.700 lavoratori per chiedere l'urgente adozione di nuove misure che facciano fronte a questa disoccupazione di lunga durata. Tra le richieste, la relazione conclusiva dell'indagine conclusiva sul problema, condotta, in questi mesi, dalla commissione Lavoro di Palazzo Madama e la messa all’odg delle proposte di legge, in tal senso, già presentate in entrambi i rami del Parlamento, che - ricorda il presidente dell'Atdal (associazione per la tutela dei diritti acquisiti dai lavoratori), Arnaldo Rinaldi - offrono una prima risposta alle esigenze dei lavoratori interessati e sono finalizzate a ridare un reddito ed una dignità a persone che vivono drammatiche condizioni personali e familiari. Parlamentari ds (Antonio Pizzinato e Giovanni Battafarano al Senato; Roberto Guerzoni e Erminio Quartani alla Camera) hanno accompagnato la delegazione. «Chiediamo - hanno assicurato - che, se non si va al voto anticipato, il Parlamento cominci a lavorare su questa emergenza, con iniziative di legge che vadano al di là delle minime misure previste dal decreto sulla competitività». Occorre - hanno aggiunto - una strategia complessiva e mirata che introduca misure indirizzate al sostegno del reddito: un sussidio di disoccupazione dignitoso; la copertura dei periodi assicurativi nei periodi di inattività (attualmente c'è chi, pur avendo versato gran parte dei contributi, è costretto ad attendere, per anni, l'età anagrafica richiesta per la pensione; la possibilità di integrare il reddito derivante dalla mobilità con attività saltuarie. Norme ad hoc, quindi, per favorire il rientro nel mercato del lavoro: il reintegro dei licenziati per mobbing; l'organizzazione di servizi di orientamento professionale; l'incentivazione per l'assunzione di lavoratori con esperienza o per la realizzazione o per la realizzazione di autoimpresa. Sono tre anni che le associazioni hanno intrapreso questa battaglia; un anno fa era stata presentta un'altra petizione con 3mila; il 27 gennaio del 2003 66 senatori del centrosinistra (primo firmatario Pizzinato) presentarono un ddl in materia che è però rimasto al palo della commissione Lavoro |