Acli: imprese e sindacati insieme per un'agenda del lavoro e del welfare
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sabato 30 aprile 2005
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Coalizione sociale / Bobba e Pezzotta |
Acli: imprese e sindacati insieme per un'agenda del lavoro e del welfare
ROMA • C'è un dialogo sociale che si sta sviluppando senza il Governo, che pure l'aveva lanciato. Una volontà di coalizzarsi che nasce anche dalle assenze della politica. «Oggi nel sindacato, nell'impresa, nell'ambito delle associazioni e del no profit c'è una forte consapevolezza della situazione di declino che stiamo vivendo. Non c'è, invece, nella politica. Ed è questa la ragione per cui è necessario che le forze sociali assumano maggiori responsabilità nel determinare le scelte del Paese » . Il presidente delle Acli, Luigi Bobba, spiega il presupposto da cui nasce l'iniziativa della sua associazione — nata 60 anni fa — di fissare " un'agenda del lavoro" per l'Italia. Una priorità— la conoscenza — e alcuni strumenti come gli sconti fiscali per la formazione e per gli investimenti in istruzione soprattutto al Sud, sono le proposte che Bobba farà nel convegno organizzato oggi a Roma. La modalità è la stessa che aveva lanciato Savino Pezzotta: creare una « coalizione sociale » che proponga un punto di vista, una rotta, al Governo.
" L'agenda del lavoro" dovrà essere il nuovo programma per un welfare che è cambiato. Non si ragiona più sul « noi » ma su « tanti io » : cioè, tante sono le tipologie di lavoratori, tanti i contratti, tante le organizzazioni aziendali, gli orari. Il sistema di protezione sociale non è più a fuoco, arriva fino a un certo punto.
Il contesto, naturalmente, non è solo nazionale. I cambiamenti sono dettati dalla nuova competizione globale che non ha solo l'aspetto problematico dei conflitti tra aree del mondo e tra lavoratori ma ha anche « una straordinaria occasione da non perdere » . Che, per un'associazione del lavoro cristiana, assume un'importanza centrale. « La competizione — spiega Bobba — oggi si fonda sulla conoscenza.Quindi, sull'uomo. Siamo, cioè, nelle condizioni di realizzare quel principio cristiano per cui è la persona che viene prima del capitale e non il contrario » . Questo vuol dire, anche sciogliere la contraddizione di « chi, come lavoratore, è ostile alla delocalizzazione, preoccupato del dumping economico e sociale ma, come consumatore, utilizza i prodotti che vengono da quella parte del mondo » .
Da qui la proposta Acli di creare un network internazionale tra associazioni per favorire la diffusione dei diritti e delle libertà. E, nel nostro Paese, un'agenda tutta centrata sulla formazione e sull'education.
Intanto, qualcosa si muove anche nei Paesi da cui ci si sente minacciati. Un piccolo spiraglio che Savino Pezzotta vuole sottolineare: «Apprendiamo la notizia di 16mila lavoratori cinesi che, il 18 aprile, hanno scioperato a difesa dei loro diritti in una multinazionale giapponese nella regione di Shenzhen. È un passo che noi dobbiamo incoraggiare superando le divisioni e creando una confederazione sindacale internazionale laica e pluralista » .
Nel convegno di oggi, però, lo spazio sarà tutto per l'affanno italiano. « Stiamo regredendo. Nell'innovazione, nella formazione, nell'istruzione, c'è bisogno di un colpo di reni. Di scelte ferme che, uniti, possiamo chiedere al Governo » , dice Bobba. La Cisl si è già schierata invocando una « coalizione sociale » e scelte bipartisan. Su questo piano, anche l'impresa ha sollecitato un fronte comune per affrontare le debolezze competitive del Paese. Resta da mettere a punto " l'agenda del lavoro".
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