7/5/2007 ore: 10:28
Al discount del lavoro il dipendente è fantasma
Contenuti associati
Pagina 13 - Economia & Lavoro il dipendente è fantasma Ogni mattina indossavano la maglietta-divisa con lo stemmino del supermercato per il quale lavoravano. Sedevano alle casse o sistemavano la merce sugli scaffali del market o nei magazzini. A volte si fermavano a fare due chiacchiere con i clienti: mamme, colf e persone anziane che spingendo un carrello chiedevano spiegazioni su un prodotto o sulla provenienza di frutta e verdura. Una storia di ordinaria routine. Fino a ieri. Quando quello che sembrava un market a conduzione familiare ha mostrato la sua vera faccia: era il «discount» del lavoro, la «fabbrica» di lavoratori senza busta paga. A scoprirlo un blitz degli uomini della Guardia di Finanza di Barletta, comune in provincia di Bari. È in questa cittadina che le Fiamme Gialle, ieri, nel corso di un controllo sul territorio, hanno scoperto due esercizi commerciali con dipendenti fantasma. Nel primo, un supermercato, hanno trovato 7 persone che lavoravano in pianta stabile con tanto di qualifica professionale ma senza alcuna regolarizzazione e senza alcuna contribuzione Inps o d’imposta. Erano in pratica senza contratto. Ma non solo. Quattro dei sette dipendenti-fantasma sono stati anche denunciati: d’accordo con gli imprenditori del market erano stati licenziati ma prendevano a fine mese un regolare stipendio senza busta paga. Mentre in un calzaturificio della città ben 14 persone su 18 operavano totalmente in nero. Immediate le denunce e le sanzioni. I titolari degli esercizi commerciali dovranno innanzitutto pagare una multa di 12mila euro per ogni lavoratore trovato alle loro dipendenze senza contratto. Giovanni Dalò, segretario provinciale Filcams-Cgil: «Un plauso alle Fiamme Gialle, alle quali offriamo la nostra collaborazione. Finalmente è venuta a galla la realtà della nostra città - sottolinea il sindacalista -. E cioè che anche nei piccoli negozi il lavoro nero dilaga. Luci e ombre però ci sono anche nelle grandi catene della distribuzione, dovute alla precarietà del lavoro», conclude Dalò. Nella cittadina, intanto, non si parla d’altro. La notizia è balzata di bocca in bocca. C’è chi si stupisce e chi dice: «Mica non si sapeva... ». |