Al Sud rischio di paralisi per tutti i patti e contratti
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Impasse burocratico nel passaggio di competenze tra ministeri
 Al Sud rischio di paralisi per tutti i patti e contratti
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ROMA - Rischio di paralisi per patti territoriali, contratti di programma e contratti d'area. Il trasferimento di competenze della programmazione negoziata dal ministero dell'Economia a quello delle Attività produttive non sarà affatto indolore. Nelle riunioni svoltesi nei giorni scorsi tra i dirigenti dei due ministeri è emersa la difficoltà di realizzare in tempi rapidi il passaggio di consegne. Entrambe le amministrazioni non nascondono la gravità della situazione che potrebbe determinare la paralisi di tutti i pagamenti e delle autorizzazioni necessarie alla realizzazione degli investimenti già approvati. In ballo ci sono oltre 5 miliardi di euro (10mila miliardi) per 230 patti territoriali. E a rischio sono anche i contratti di programma: soltanto nell'ultimo anno ne sono stati approvati ben 32 per i quali sono previsti investimenti per circa 3 miliardi di euro e un onere per le casse dello Stato di oltre un miliardo di euro. Incentivi destinati soprattutto a piccole e medie imprese che secondo il ministro delle Attività produttive in futuro dovrebbero poter usufruire di aiuti pubblici destinati alla loro crescita. A rimanere penalizzati dall'ennesimo impasse burocratico saranno così proprio i patti o contratti più efficienti, le imprese più solerti nella realizzazione degli investimenti. I primi a subire le conseguenze saranno i 91 patti agricoli per i quali sono previsti oltre un miliardo di euro di incentivi. Buona parte di questi accordi ha già ottenuto il decreto di finanziamento del ministero dell'Economia, ma solo pochissimi (2 o 3) hanno ricevuto anche il nullaosta che consente alla Cassa depositi e prestiti di procedere alla erogazione delle risorse. Per non parlare poi dei 12 patti storici generalisti i quali sono ancora soggetti alla vecchia procedura che prevede la firma ministeriale per l'erogazione delle risorse: a tutt'oggi sono decine le aziende che pur avendo completato l'investimento da tempo non hanno ancora ricevuto il collaudo finale che consente il saldo delle agevolazioni e la liberazione dalle garanzie. Altrettanto grave è la situazione dei contratti di programma. Dei 32 approvati, in un insolito rush finale nell'ultimo anno di legislatura, la gran parte è ancora fermo. A determinare il blocco dell'attività è stato il trasferimento di competenze previsto dalla legge Bassanini e confermato dall'attuale Governo. Per garantire l'operativita sarebbe stato indispensabile consentire al ministero di Antonio Marzano di potersi avvalere non solo del personale dell'Economia che in questi anni ha seguito la programmazione negoziata ma anche degli uffici in cui sono depositati quintali di pratiche. Da quanto è emerso negli ultimi giorni nessuna delle due condizioni sembra, però, facilmente praticabile. Fonti del ministero delle Attività produttive sostengono che i dipendenti del servizio Programmazione negoziata dell'Economia sono restii al trasferimento al ministero di Marzano che comporterebbe in futuro vantaggi economici minori rispetto a quelli attuali. A questo si aggiunga che il ministero guidato da Giulio Tremonti non sembra disponibile a consegnare alle Attività produttive l'immobile di via Boncompagni in cui sono attualmente custoditi gli archivi della programmazione negoziata. Di conseguenza, in mancanza di nuove decisioni, tutte le pratiche di patti e contratti dovranno essere imballate e traslocate negli uffici delle Attività produttive all'Eur senza neppure il supporto di un archivio informatico aggiornato o della memoria storica del personale dell'Economia. E così alle accuse di inefficienza spesso mosse ai sottoscrittori di patti e contratti ora si sommeranno anche quelle prodotte dall'amministrazione che, peraltro, rischia di vedersi piovere addosso un nuovo contenzioso con le aziende interessate già sperimentato in occasione della chiusura dell'intervento straordinario. Barbara Fiammeri Domenica 28 Ottobre 2001
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