22/10/2001 ore: 11:26

Alpitour fa i conti con la crisi

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Il Sole 24 ORE.com






    Andrea Tomei, amministratore delegato del primo tour operator italiano: fatturato 2001 in flessione e bilancio in rosso

    Alpitour fa i conti con la crisi
    Una situazione «grave» con prenotazioni in calo del 50% - Rivista la programmazione invernale
    MILANO - Anche per Alpitour, primo tour operator italiano con un giro d'affari di 1,03 miliardi di euro (2mila miliardi di lire), la crisi è stata «improvvisa e grave», con una caduta verticale delle prenotazioni a ottobre, che è andata a sommarsi alle disdette delle prenotazioni di settembre. Adesso il ritmo delle prenotazioni è del 50% inferiore all'anno scorso. Una crisi che costerà «diversi miliardi». Il bilancio 2001, che chiuderà a fine mese, probabilmente registrerà una leggera flessione, anche se «inferiore al 10%», mentre il risultato netto, che l'anno scorso si era assestato a 1,8 milioni di euro (3,5 miliardi di lire), quest'anno è destinato a scendere sotto la linea di pareggio. Andrea Tomei, amministratore delegato del gruppo turistico piemontese, ha un vantaggio di poco conto rispetto ai suoi colleghi, che operano in un'industria cronicamente sottocapitalizzata. Alle sue spalle c'è infatti un azionista con le spalle larghe, l'Ifil, al quale si è affiancato nei mesi scorsi il colosso mondiale del turismo organizzato, la tedesca Preussag, con una quota del 10% (attraverso la holding Nht, che controlla anche le agenzie di viaggio Welcome Travel). Ciò non toglie che anche tra Torino e Cuneo tiri aria di bufera. «Settembre era un mese di alta stagione, mentre in ottobre e novembre il mercato è fatto prevalentemente da gruppi, anche incentive - spiega Tomei - La loro defezione, in massa, ha creato indubbiamente dei buchi nelle nostre programmazioni, che non è stato facile "tappare"». La prossima scadenza, il prossimo punto di riferimento per misurare la "febbre" del mercato turistico, adesso è Capodanno, tradizionale momento di spesa per i viaggi degli italiani all'estero. «In periodi normali si iniziava a vendere già da ottobre, ma in questa situazione è chiaro che il pubblico si orienta verso una decisione all'ultimo minuto, con effetti negativi anche sui livelli dei prezzi», sottolinea ancora l'amministratore delegato di Alpitour. «Siamo stati costretti a ritarare la programmazione, alla luce del fatto che le destinazioni più colpite sono quelle a lungo raggio che, comprendendo anche l'Egitto, pesano per circa il 50% sul totale della nostra offerta - dice ancora Tomei - Ora puntiamo molto sulle vacanze invernali sulla neve, sulle capitali europee, ma anche sulla Spagna e in particolare sulle Canarie, che rappresentano un'ottima destinazione, poi il mese prossimo apriremo un nuovo Bravo Club a Capoverde. Il tutto con la possibilità di disdire la prenotazione fino all'ultimo senza penali, grazie all'iniziativa Vacanze di Valore». Nel frattempo, comunque, non è stata chiusa nessuna destinazione, ad eccezione di Siria e Giordania, sulle quali il ministero degli Esteri ha dato indicazioni di rischio. Ma anche se villaggi e alberghi restano aperti, in alcune località si lavora a ritmi ridottissimi. È il caso dell'Egitto, una delle destinazioni più importanti dell'outgoing italiano, che sta pagando un prezzo altissimo alla crisi internazionale. È ancora troppo presto, invece, per fare i conti con l'incoming (i flussi di stranieri verso l'Italia), filone di attività che ha ancora un peso trascurabile sul volume di affari di Alpitour, ma che è destinato a crescere sensibilmente a partire dall'anno prossimo. «Crediamo moltissimo in questa attività, ed è al centro del nostro accordo con la Preussag - sottolinea Tomei - ma in questo momento dobbiamo fare i conti esclusivamente con l'outgoing». Infine, un accenno alle difficoltà in cui si dibatte l'intera industria dei tour operator. «Il nostro è un settore con alti rischi e bassi margini, la caduta dei volumi impatta pesantemente sulla redditività - conclude Tomei - La resistenza si gioca sul fattore tempo, se andiamo avanti così per qualche mese ancora, non c'è dubbio che qualcuno getterà la spugna». Martino Cavalli
    Domenica 21 Ottobre 2001
 

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