11/7/2002 ore: 12:45

Avellino. I due McDonald’s rischiano di chiudere

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11 luglio 2002

Avellino

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I due McDonald’s rischiano di chiudere

In crisi soprattutto la struttura sulla Bonatti: pochissimi i clienti

I Mc Donald's di Avellino pronti a chiudere i battenti. La crisi italiana che ha colpito il grande marchio Usa degli hamburger e delle patatine si è fatta sentire anche ad Avellino, dove i due locali di Contrada Archi e del Cineplex, entrambi gestiti in franchising dalla azienda Ccl di Napoli, arrancano sotto i colpi di altre catene concorrenti, danneggiati anche da un piano aziendale, messo in atto dalla McDonald's Italia, considerato inadeguato rispetto alle esigenze del mercato locale italiano.
A Benevento, è stata già avviata la pratica di licenziamento per 23 operai, per le perdite registrate durante la gestione dell'esercizio commerciale. Ad Avellino, tra breve, potrebbero determinarsi le condizioni per una chiusura del locale di contrada Archi, aperto, lungo la strada Bonatti, che non ha mai riscosso il successo sperato, nonostante fosse uno dei pochi nel Sud Italia a fornire il servizio "Drive in" con la possibilità di portare via cibi e bevande senza lasciare l'auto. Proprio il fast food di Contrada Archi, infatti, dopo l'attenzione iniziale ricevuta dai clienti, nell'ultimo periodo è stato costretto a far fronte alla drastica riduzione della clientela con conseguente riduzione delle attività e del personale in servizio. Nessuno dei dipendenti part-time con contratto a tempo determinato, infatti, si è visto rinnovare l'incarico, mentre negli ultimi mesi, è stato deciso anche di ridurre l'orario di apertura dalle ore 18 alle ore 22. Preludio, come pensano molti, ad una definitiva chiusura e al licenziamento degli 11 addetti. A determinare la crisi, anche la pesante incidenza delle royalties chieste dalla McDonald's ai propri gestori in franchising, che ammontano al 30% del fatturato, mentre sarebbero confermate le pesanti perdite maturate nel corso della gestione dei due McDonld's di Avellino, superiori a mezzo miliardo di vecchie lire, con una maggiore incidenza del fast food di Contrada Archi. Intanto da parte del gestore dei due fast food, Snichelotto, nessun commento sulla possibilità di chiudere i battenti, mentre una conferma del momento di crisi vissuto dal settore viene dal capo del personale, De Micco: «È un momento di crisi, è inutile nasconderlo, ma non è stato ancora deciso nulla, stiamo alla finestra e auspichiamo un confronto con le istituzioni qualora dovessero verificarsi le condizioni per scongiurare, prima che sia troppo tardi, una contrazione della forza lavoro o la chiusura definitiva dei due punti vendita».

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