Baglioni Hotels sbarca a Parigi
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I ricavi si avvicinano a quota 100 miliardi
 Baglioni Hotels sbarca a Parigi M.Cav.
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MILANO - «La Baglioni Hotels è una catena di piccole dimensioni e mi sta bene che sia così, ma prima di ritirarmi e passare il testimone, vorrei avere una presenza anche a Parigi, Londra e New York. Su Parigi abbiamo praticamente concluso un acquisto, per New York puntiamo a una gestione». Roberto Polito, romano di nascita e toscano d’adozione, è amministratore delegato della catena che controlla — assieme ad alcuni piccoli soci — attraverso la Cogeta Gestioni. Polito ha iniziato la sua carriera a Punta Ala, in provincia di Grosseto, con la costruzione dell’hotel Cala del porto. Oggi la Baglioni Hotels conta otto alberghi — due a Punta Ala, e poi Milano, Roma, Verona, Firenze, Bologna e Venezia — quattro dei quali sono a 5 stelle, uno è un 5 stelle lusso (Bologna). Sono tutti associati alla Leading hotels of the world o alla Summit hotels & resorts e costituiscono una delle poche catene italiane di lusso. Nel 2000 il 75% della clientela è arrivata dall’estero (un quarto sono americani, un terzo europeo, il 15% giapponesi), mentre il 25% restante è rappresentato da italiani. Il fatturato, di 71 miliardi nel ’99, è passato a 83 miliardi l’anno scorso e il budget per quest’anno indica un obiettivo di 90 miliardi, anche se nel periodo gennaio-giugno i risultati sono stati del 15% superiori. Anche il ricavo medio per camera (442mila lire) e l’occupazione (70,5%) sono superiori al budget, con incrementi rispettivamente del +13% e del 4% rispetto al 2000. Degli otto alberghi che fanno capo attualmente alla Baglioni Hotels (va sottolineato che Firenze è l’unica piazza su cui il gruppo non può utilizzare il suo marchio, perché il Baglioni non fa più parte del gruppo, e l’hotel della catena è il Bernini Palace), cinque sono in proprietà e tre in affitto. «I fondi immobiliari si sono fatti avanti più volte, ma io preferisco questo assetto — sostiene Polito — L’unica operazione finanziaria che abbiamo fatto è stata quella di abbandonare il sistema bancario italiano, troppo orientato ai crediti a breve, e rinegoziare una scadenza più lunga (20 anni) con un istituto di credito tedesco specializzato nel settore immobiliare/alberghiero, la Rheinhyp Bank». «Oggi il nostro indebitamento è di 120 miliardi, più o meno equivalente al patrimonio — conclude Polito — e non abbiamo problemi a finanziare anche l’acquisizione della struttura parigina, per la quale spenderemo 80 miliardi, ma certo che se vogliamo crescere ancora dovremo optare per le formule di affitto o management». Domenica 22 Luglio 2001
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