20/11/2007 ore: 11:55

Bennet di Pieve: capo reparto stritolato dal muletto

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    martedì 20 novembre 2007
      Pagina 3 - Primo Piano

      Dipendente coneglianese di un Iper muore soffocato dalle forche del carrello elevatore che stava controllando dopo un guasto: ma lo shopping continua

      Capo reparto stritolato dal muletto

      Il centro commerciale Bennet chiude per lutto solo 3 ore dopo: è polemica


      PIEVE DI SOLIGO. Incidente mortale sul lavoro ieri poco prima delle 14 al centro commerciale Bennet di Pieve. Vittima un capo reparto, Claudio De Pellegrin, 40 anni di Conegliano. L’uomo, secondo le ricostruzioni, è stato stritolato dalle forche del carrello elevatore col quale stava lavorando assieme a un collega e di cui stava controllando la natura di un guasto. Il dipendente è morto sul colpo.

      L’operaio, residente a Conegliano al civico 9 di via Zamara, era nel magazzino del supermercato per sistemare la merce negli scaffali con un muletto, assieme a un collega. Secondo la ricostruzione fornita da carabinieri, Spisal, vigili del fuoco e Suem intervenuti sul posto, improvvisamente il mezzo, condotto dall’altro operaio, avrebbe improvvisamente bloccato il sistema elevatore composto dalle parti chiamate «castello» e «forca».

      De Pellegrin, in base alla ricostruzione del collega, si sarebbe chinato a verificare le cause del blocco ma, nel momento in cui stava verificando lo stato del «castello» sceso al livello del suolo, la «forca» sarebbe scesa di colpo comprimendo il collo del poveretto, provocandone la morte istantanea. Le ipotesi più probabili appaiono quelle di un guasto al sistema idraulico, ma per comprendere le esatte ragioni dell’accaduto il carrello è stato posto sotto sequestro. E’ stato il collega di De Pellegrin a dare l’allarme.

      Alle 14.11 è giunto sul posto l’elisoccorso, ma il medico non ha potuto far altro che constatarne il decesso. Sono accorsi anche i vigili del fuoco di Conegliano, i carabinieri di Pieve di Soligo e due rappresentanti della Spisal per accertare le dinamiche del fatto, ancora non chiarito nei particolari e nelle eventuali responsabilità. Il corpo è stato rimosso dal magazzino nel quale è avvenuta la disgrazia alle 15.48 dagli operatori delle pompe funebri. Nel frattempo la gente ignara continuava a entrare e uscire dell’ipermercato che ha deciso per la chiusura solo parecchie ore più tardi. Le serrande si sono infatti abbassate alle 16.52 e i fogli scritti a computer che avvisavano la clientela della chiusura per lutto sono apparsi sulle porte scorrevoli d’entrata del Bennet altrettanto tardi. Tre ore ci sono volute alla direzione per prendere la decisione. Il corpo della vittima nel frattempo è stato spostato dal locale nel quale si trovava (vicino all’entrata principale del supermercato) sotto gli occhi di molti clienti. «Un fatto vergognoso - attacca Mirco Ceotto della Fisascat-Cgil - il centro commerciale doveva essere immediatamente chiuso al pubblico».

      Il fatto, lo svolgersi delle indagini, i sopralluoghi dei vari rappresentanti delle forze dell’ordine sono proceduti poi tra l’incredulità dei clienti, perlopiù ignari. La gravità della tragedia traspariva invece nei volti distrutti dal dolore di molti dipendenti, colleghi di Claudio De Pellegrin. Occhi rossi che trattenevano a stento le lacrime e lo sconcerto. E soprattutto il malessere di dover rimanere sul posto di lavoro, tentando di non far trapelare nulla di quello che all’interno del centro commerciale era avvenuto. Alla fine, fortunatamente, è prevalso il buon senso.

      Tutti erano affezionati a Claudio, al Bennet. I colleghi lo descrivono come una persona solare, sempre disponibile ed estremamente affidabile, uno dei pochi, se non l’unico, su cui avere totale fiducia. Claudio De Pellegrin, 40 anni compiuti il primo novembre scorso, sposato dal 2000, senza figli, impiegato al Bennet come caporeparto, era un appassionato delle due ruote. Da poco aveva comprato una moto. «Ieri però è andato al lavoro in macchina - racconta tra le lacrime papà Franco - e pensare che quando ci hanno chiamato per avvisarci della tragedia ho creduto subito a un incidente in moto». Invece no, non è stata la moto, bensì un mezzo a lui forse più familiare e apparentemente più sicuro a strapparlo ai familiari, agli amici, ai colleghi. Come purtroppo accade sempre più spesso. Con la tragedia di ieri ieri, sale a infatti quattro il numero delle vittime sul lavoro negli ultimi sei giorni nella nostra provincia. Una emergenza che non accenna a fermarsi. E’ per questo che i sindacati hanno deciso di organizzare una manifestazione di sensibilizzazione, e ieri alla famiglia della vittima è giunto anche il messaggio di cordoglio del ministro del lavoro.

      (Ha collaborato Francesca Gallo)

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