Bonduelle punta su San Paolo d'Argon Entro dicembre chiude lo stabilimento di Peschiera Borromeo: la produzione portata in Bergamasca Al via i lavori per il nuovo centro direzionale: nel 2005 sarà trasferita anche la sede legale
Lo stabilimento di San Paolo d'Argon diventa a tutti gli effetti il cuore di Bonduelle Fresco Italia Srl per gli ortaggi di IV gamma, quelli che si trovano puliti e confezionati al supermercato. Si sposta infatti in Bergamasca la produzione oggi realizzata nello stabilimento milanese di Peschiera Borromeo, l'ex Cielo e Campo acquisito quattro anni fa che entro dicembre verrà chiuso. Inoltre, per fine 2005 si trasferirà nel nuovo centro direzionale da costruire a San Paolo d'Argon anche la sede legale dell'affiliata italiana del gruppo francese, oggi sempre a Peschiera. Con uno stabilimento anche a Costa di Mezzate, Bergamo diventa così la base della produzione per tutta l'Italia centro-nord. La decisione è stata comunicata ieri ai sindacati milanesi. Ai 36 lavoratori addetti alla produzione sarà proposto il trasferimento. «L'azienda non ha alcuna intenzione di rinunciare all'apporto di professionalità ed esperienza dei dipendenti dell'unità di Peschiera», ha dichiarato l'amministratore delegato Umberto Galassini. La società sottolinea in una nota che è stato previsto anche un piano per la riqualificazione dei lavoratori.
«La riorganizzazione si è resa necessaria per contenere i costi ed evitare dispersione di risorse, in un mercato che cresce e dove la tensione sui prezzi è sempre elevata», aggiunge Galassini. A Peschiera l'azienda è in affitto e non ha la possibilità di ampliare le strutture. Cosa che avverrà invece a San Paolo d'Argon, dove in 10 mila metri quadri di capannoni si confezionano le insalatine tagliate in campo, mentre a Costa di Mezzate si lavora sulle insalate adulte. In tre anni nelle due sedi ci sarà un incremento complessivo del personale del 75% circa, da duecento a oltre trecentocinquanta. A San Paolo d'Argon si passerà dagli attuali 144 addetti a un massimo di 260, con il raddoppio degli impiegati, da 40 a 80-90, e rinforzi anche fra gli operai per arrivare a 160-170. La produzione salirà del 18% dalle 5.500 tonnellate odierne a 6.500.
L'aumento produttivo più consistente si avrà a Costa di Mezzate: ogni anno a regime usciranno dalle linee non più 5 mila bensì 8 mila tonnellate di prodotto finito, con un incremento del 60% e un aumento simile del personale, da 60 a cento addetti. Nel giro di un anno e mezzo sarà potenziato anche lo stabilimento salernitano di Battipaglia, per ampliare la produzione a servizio del centro-sud Italia: dai 25 dipendenti attuali si passerà a una sessantina, per duemila tonnellate di prodotto.
La crescita strutturale di Bonduelle Fresco Italia, oggi controllata al 100% dalla holding francese, prevede tre interventi per 5 milioni di investimenti: la ristrutturazione dello stabilimento, la realizzazione di nuovi uffici direzionali e l'ampliamento del deposito imballaggi. Entro l'anno sarà completato il nuovo centro logistico a servizio di tutto il nord Italia. Da una superficie di duemila metri quadrati si arriverà a 3.500. A breve, entro dicembre assicura la direzione, partiranno anche i lavori per la costruzione di una palazzina di quattro piani per 400 metri quadrati di uffici. Infine, per dare spazio alle macchine che preparano in modo automatizzato i cartoni da utilizzare come imballaggi viene realizzato un nuovo locale di quasi 500 metri quadrati.
La provincia di Bergamo si conferma dunque come la prima realtà in Europa per la produzione del fresco a marchio Bonduelle. I dati economici evidenziano una crescita continua. L'esercizio 2003 chiuso a giugno ha fatto registrare un fatturato di 108 milioni di euro, in crescita del 13,7% rispetto al 2002. «I primi mesi del 2004 sono incoraggianti», sottolinea Galassini. L'annata dovrebbe chiudere quindi ancora in crescita portando il fatturato a 124 milioni, con un miglioramento di quasi 15 punti. Il contributo italiano al fatturato complessivo del gruppo francese (1,3 miliardi di euro nel 2002) è del 12% circa e l'8% è dato dalla sola Bonduelle Fresco Italia. Il resto è frutto di Bonduelle Italia, con sede a Montichiari, dedicata alle conserve e ai surgelati di largo consumo, e di Bonduelle Food Service per il mercato della ristorazione, con sede a Peschiera. Qui restano operativi anche gli uffici della Fresco Italia, in attesa del centro direzionale di San Paolo d'Argon. Silvana Galizzi
L'accordo sulla settimana lunga premessa allo sviluppo dell'attività
Bonduelle ha scelto di crescere a Bergamo perché qui, a partire dalla sede di S. Paolo d'Argon, sarà possibile ampliare le strutture. Inoltre, perché la provincia è definita dalla stessa società un «importante luogo di approvvigionamento di materie prime». La premessa più immediata all'operazione di sviluppo su S. Paolo d'Argon è stato l'accordo di dieci giorni fa sulla settimana lunga, con sabato lavorativo di routine, e il passaggio da due a tre turni di lavoro. L'intesa introduce infatti il notturno, con inizio dell'attività non più fra le 4,30 e le 5,30, bensì a mezzanotte. A fronte di questo maggiore impegno, ai lavoratori è stato riconosciuto un miglioramento del trattamento economico, con una maggiorazione notturna del 25%, un premio di risultato medio mensile di 152 euro (l'obiettivo minimo è 116) e un buono pasto giornaliero di 4,20 euro. Senza questo accordo, la società avrebbe valutato l'ipotesi di dirottare altrove i suoi investimenti senza escludere, come ha spiegato l'amministratore delegato Umberto Galassini, «il trasferimento delle produzioni in altri stabilimenti del gruppo».
Per la società si è trattato innanzitutto di rispondere alle esigenze di un mercato che impone consegne sempre più rapide: con l'avvio della produzione a mezzanotte si possono chiudere le consegne in giornata. E si è trattato anche di creare le basi in termini di organizzazione del lavoro per l'ampliamento dell'attività, con il trasferimento su Bergamo della produzione oggi effettuata nel milanese. «Il confronto con le rappresentanze sindacali - ha commentato Galassini - è stato intenso e laborioso ma riteniamo di aver concluso un accordo equilibrato, dove trovano adeguato riconoscimento tanto gli obiettivi strategici e produttivi perseguiti dall'azienda quanto gli interessi dei dipendenti. Abbiamo preferito raggiungere un accordo nell'ottica di favorire il personale motivandolo ai risultati aziendali e non, invece, imporre decisioni unilaterali che avrebbero prodotto una spaccatura tra azienda e lavoratori».
È positivo anche il giudizio del sindacato. «È stato un accordo importante per i lavoratori e per l'azienda», ha commentato Paolo Agliardi, segretario provinciale della Filcams-Cgil. «Si parla di una riorganizzazione non per crisi, ma al contrario per allargare e consolidare l'azienda. Questo porterà ad una maggiore garanzia e ad un consolidamento dell'occupazione per molti lavoratori, non solo italiani, ma soprattutto extracomunitari». Per Agliardi le attese economiche erano superiori: «Le condizioni pattuite per i lavoratori sono buone, anche se si pensava e si sperava in qualcosa di più». Comunque, sottolinea, «la scelta fatta non è importante solo per gli aspetti economici raggiunti, ma anche per le prospettive future che possono realizzarsi con sviluppi occupazionali di lunga durata». Anche per Alberto Citerio, che segue Bonduelle per la Fisascat-Cisl, le «prospettive sono positive». «L'azienda - spiega - aveva bisogno di produrre da mezzanotte per rispondere alle esigenze delle grandi catene di distribuzione, così che le consegne avvengano in giornata. L'accordo consente all'azienda di attuare i suoi piani di crescita e i lavoratori contribuiscono senza perdite economiche».
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