Bertinotti: «Crimine sociale un’età pensionabile più alta»
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venerd? 23 giugno 2006
Pagina 17 - Economia e Finanza
PREVIDENZA IL MINISTRO DAMIANO LASCIA APERTA LA PORTA ALLE BANCHE SUL TFR
Bertinotti: ?Crimine sociale un’et? pensionabile pi? alta?
Fari sul Welfare State che cambia: gli atipici sono ormai arrivati al 13% della forza lavoro
Raffaello Masci ROMA
?Innalzare l’et? pensionabile sarebbe un crimine sociale perch? non tutti i lavori sono uguali?. Il presidente della Camera Fausto Bertinotti, ha messo il carro davanti ai buoi, ha ribadito cio? la sua linea del Piave (pi? come ex sindacalista che come terza carica dello Stato) nel momento in cui con insistenza si parla di rimettere mano alle pensioni, al punto che lo stesso ministro dell’Economia Padoa-Schioppa ha inserito la previdenza nella rosa dei quattro settori su cui dovr? agire la manovra (gli altri sono: scuola, sanit? e pubblico impiego).
Parlando alla presentazione del Rapporto sullo stato sociale, all'universit? di Roma La Sapienza, in un passaggio del suo discorso Bertinotti ha detto, a proposito della previdenza: ?Sento una certa pressione su questo argomento, la prospettiva di ridurre le pensioni oppure effettuare l'innalzamento dell'et? ? una prospettiva non esaltante. Per evitare ci?, va messo in discussione un paradigma, perch? ? vero che c'? una maggiore attesa di vita, ma questa non ? ugualmente distribuita su tutta la popolazione?. Tant’? che ci sono - per Bertinotti - lavori pi? usuranti e altri meno e quindi, ? il senso, attenzione a parlare di et? e basta.
Il sindacato ha fatto subito quadrato intorno a queste parole: ?? un’affermazione poco istituzionale - ha commentato il segretario confederale della Uil Paolo Pirani - ma che serve a evidenziare il fatto che la manovra non deve colpire i ceti deboli?. Il numero due della Cisl, Raffaele Baretta ha messo un’ulteriore paletto al dibattito: ?La vera priorit? ? che non si riduca il valore delle pensioni?.
Ma poi, c’? stato anche il controcanto. Il sito Internet formiche.net, vicino a Marco Follini, ha parlato di ?parole dal sen fuggite?: ?L'unico crimine - si legge nell'editoriale di Paolo Messa - sarebbe non tenere conto delle analisi che indicano con univoca certezza l'inevitabile collasso del sistema delle pensioni. Se si ha cuore il destino dei lavoratori pi? giovani, non si pu? non intervenire, e con qualche sacrificio?.
Il riferimento ai giovani, peraltro, giunge nel giorno in cui una ricerca dell’Isfol (l’istituto del ministero del Lavoro che si occupa di formazione) comunica che i lavoratori atipici - che un domani saranno, quindi, a forte rischio pensione - sono ormai il 13,6% del totale e oltre il 50% dei giovani. Dunque una questione previdenziale di prospettiva si impone.
In questo quadro un ulteriore elemento di incertezza ? arrivato dal fatto che l’Abi - l’associazione bancaria italiana - nel rinviare debitamente firmato al ministro del Lavoro l’accordo sul Tfr in precedenza siglato con Maroni, ha ricordato che esistono due adempimenti a cui il governo ? impegnato ad aderire: la costituzione di un fondo di garanzia per le aziende che devolveranno il Tfr ai fondi pensione, e l’assicurazione che Bruxelles non consideri questo un aiuto di Stato. Il documento era stato precedentemente revocato solo perch? occorreva prendere atto del rinvio della data di applicazione della nuova normativa, spostata al 2008. In s? - come ha precisato anche l’Abi - la cosa ? dunque meramente tecnica e dello stesso avviso ? stato anche Maroni. Ma in questo clima di agitazione, questa iniziativa ha risvegliato antichi timori: ?Si tratta di un esplicito passo indietro? ha commentato il segretario confederale della Cgil Morena Piccinini e, secondo il leader della Uil Luigi Angeletti, addirittura ?mette a rischio la riforma?. Il ministro del Lavoro Cesare Damiano non chiude la porta: ci sono ?due nodi politici rilevanti che vanno risolti - dice - e a partire dai quali si potr? dire se l'accordo pu? funzionare o meno?.
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