|
 |
 |
|
 |
CLUB MED/ LA CRISI DEL PIANETA VACANZE Quando il sole tramonta sul villaggio Chiusura di 17 centri. Perdite per 70 milioni di euro. 300 licenziamenti e investimenti dimezzati. Eppure gli Agnelli... di Ulderico Munzi - da Parigi
|
|
Il Club Med ha un male oscuro. Sull'anno 2001 ? calato il sipario con una perdita di 70 milioni di euro. La pozione magica - sesso, sole e mare -ha perso i suoi poteri. La fata che protesse il padre fondatore Gilbert Trigano, morto ottantenne un anno fa, ? volata via e al suo posto, nella sede parigina in mattoni rossi della Villette, ? piombato un orco da tregenda economica. Ha il sembiante di Bin Laden perch? i "patrons" gli attribuiscono, a torto o a ragione, ogni ripercussione negativa sul business globalizzato.
Gli Agnelli, quando Philippe Bourguignon, pdg del Club M?diterran?e, ha telefonato a met? ottobre dicendo che avrebbe annunciato la crisi, non hanno battuto ciglio. Come azionisti di riferimento attraverso la Exor (23 per cento) hanno subito fatto sapere di essere disposti a rafforzarsi sino al 33 per cento del capitale. C'? una sorta di legame sentimentale tra la Grande Famiglia di Torino e il Club M?diterran?e. Risale ai tempi del barone Edmond de Rothschild, ramo francese della stirpe di miliardari, e dei Perrier, creatori dell'acqua minerale tutta bollicine. Nei primi anni Sessanta Trigano aveva affidato a loro una buona fetta del capitale d'una societ? che era passata dall'organizzazione rustica di campeggi turistici al giro dell'alta finanza internazionale. Nei Settanta gli Agnelli, specie l'Avvocato, intuirono l'affare.
Il primo seme del Club M?diterran?e nacque dall'incontro di Trigano con G?rard Blitz, ex giocatore di pallanuoto, che aveva ideato in Maremma campeggi con capanne di frasche, brandine militari e docce in comune. Nel cervello di Trigano scocc? una scintilla e alle Baleari, nell'estate del 1950, su una spiaggia disseminata di tende militari Usa scesero 3 mila turisti francesi. Era l'inizio dell'avventura del Club Med che voleva far sognare e mischiare uomini e donne della piccola, media e grande borghesia.
Nel 1966 le azioni furono quotate in Borsa e tutti continuavano a darsi del tu. Ma nel 1992, una catastrofe aerea a Cap Skirring, in cui morirono alcuni turisti, costrinse Gilbert, a 73 anni, a cedere le redini a suo figlio Serge. La crisi della guerra del Golfo aveva colpito il turismo e Serge, nel 1997, fu allontanato. La nouvelle vague trov? il suo profeta in Philippe Bourguignon, il francese che aveva rilanciato Eurodisney dopo la di-savventura del management americano. Mancava di sogni e gioia, ma pareva funzionare. L'utile era in ascesa del 51 per cento.
Nel 2001 ha trionfato il marketing puro. I piani sono ambiziosi: raddoppiare in sette anni i villaggi, seducendo ancor pi? gli extra-europei. Rinnovare 70 villaggi su 125. Bourguignon s'era illuso di aver guarito l'azienda con benefici di 59 milioni di euro nel 2000 e adesso ? di fronte a chiusure e a licenziamenti.
? mai possibile che tutto sia colpa di Bin Laden? O forse il management, alla lunga, non si addice al mondo onirico del Club Med? Il risultato ? che 17 villaggi (il 15 per cento delle capacit? globali) saranno o chiusi in modo provvisorio durante l'inverno (per esempio Mare Nostrum in Grecia e Santa Lucia nei Caraibi), oppure messi in sonno, cio? abbandonati, o chiusi definitivamente (sei villaggi in Marocco, Italia, Grecia, Messico, Nuova Caledonia e Spagna).
E arrivano i licenziamenti. Saranno messe alla porta 300 persone e gli investimenti saranno ridotti della met?. Il piano dovrebbe consentire di economizzare tra i 30 e i 40 milioni di euro. L'uomo che salv? Topolino, Pippo e Paperino riuscir? a salvare il Club Med? Uomini spietati con l'arma dell'Opa sono pronti a saltargli addosso.
24.01.2002
|
|
 |
 |
|
|
|
|