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Commercio, salta il rinnovo contrattuale

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26 giugno 2004
ECON&FINANZA
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Commercio, salta il rinnovo contrattuale


ROMA Torna in alto mare la trattativa per il rinnovo del contratto del commercio. L'accordo, che sembrava vicinissimo, è saltato ieri per la richiesta della Confcommercio, in particolare della grande distribuzione, di rivedere le regole sul part time e sui contratti a termine, introducendo una disciplina più flessibile, in linea con la legge Biagi. Una scelta quella della Confcommercio definita dal leader della Cgil, Guglielmo Epifani un «vero voltafaccia» che rischia di pesare, se la decisione verrà confermata, nel rapporto con le confederazioni.
La delegazione sindacale (Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs) si è presentata all'incontro convinta di sottoscrivere l'ipotesi di intesa raggiunta, ma si è trovata di fronte al no delle imprese al mantenimento delle regole attuali per il passaggio dal part time al full time. Dopo aver superato la «crisi» della scorsa settimana tra i sindacati sulla richiesta degli imprenditori di negoziare direttamente i due bienni economici (dato che il 2003-2004 è quasi finito), ieri - lamentano i sindacati - è stata la tensione tra le imprese a costringere al rinvio. E contro questo nuovo stop (il contratto è scaduto a fine 2002 e riguarda circa un milione e mezzo di lavoratori) i sindacati hanno proclamato 24 ore di sciopero nella grande distribuzione, delle quali otto per l'intero settore commerciale il 3 luglio.
Per il quadriennio (2003-2006) l'ipotesi era di un aumento medio mensile a regime di 125 euro di cui 75 per il primo biennio economico (oltre i 14 già in busta paga) e 50 per il secondo biennio a titolo di inflazione «concordata» pari a 2 punti percentuali l'anno.

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