Confindustria-sindacati, oggi la firma
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19.06.2003 Confindustria-sindacati, oggi la firma Raggiunta l’intesa sul documento per il rilancio della competitività e la politica industriale
ROMA Dopo quattro mesi di gestazione il documento per il rilancio della competitività e a politica industriale sarà firmato oggi da Cgil, Cisl, Uil e Confindustria. Sciolti nei giorni scorsi gli ultimi nodi di carattere politico e passato il referendum sull’articolo 18 l’intesa ha semaforo verde: è la prima in dieci anni nata dal diretto confronto tra sindacati e imprese senza la mediazione dei vari governi. Il via libera ieri dopo che anche in Cgil i segretari delle principali categorie, camere del lavoro e strutture regionali hanno dato ad Epifani e alla segreteria il mandato a concludere, il placet è arrivato dopo che alcuni dirigenti cigiellini avevano espresso dubbi sull’opportunità di far proprio un documento che potrebbe aprire il confronto con il governo. E per un capitolo che si chiude se ne apre un altro ed è una voragine. È infatti iniziata ieri la consultazione da parte del governo di sindacati e imprese sul decreto che dà attuazione alla riforma del lavoro voluta dal ministro Maroni e protocollata come legge 30. Giusto un giro d’orizzonte quello condotto dal sottosegretario al Welfare Maurizio Sacconi ma sufficiente per capire che riga dopo riga il decreto, da solo o combinato con altri provvedimenti, da un lato assesta un bel colpo alle condizioni dei lavoratori e alla loro rappresentanza sindacale più di quanto si credesse, dall’altro risulta essere un pasticcio se non un «obbrobrio» come l’ha definito il segretario confederale della Cgil Beppe Casadio. Una bocciatura scontata, si dirà, dato che gli uomini di Corso d’Italia hanno combattuto praticamente da soli contro la legge delega a cui si dà realizzazione e contro la riforma hanno già messo in cantiere uno sciopero di due ore. Ma per scendere in campo anche la Uil e la Cisl con una ricca lista di cose che non vanno vuol dire che al peggio non c’è mai fine. Riunita ieri la segreteria di via Po premette in un documento di voler sospendere il giudizio fino alla fine di tutte le consultazioni, ma poi mette nero su bianco le modifiche da fare: l’elemento che balza agli occhi è il progressivo svuotamento delle materie della contrattazione nazionale, tra contratti individuali (vedi il part-time) e l’uso dello staff leasing, del lavoro ripartito di quello intermittente (sono alcuni esempi tra tanti che si potrebbero portare), il decreto del governo sottrae alla contrattazione una gran quantità di argomenti. Il che fa dire al documento della segreteria Cisl di essere in pre- senza di «una pericolosa riduzione del ruolo della contrattazione e del sindacato»: di qui la richiesta che nel testo testo dei decreti sia presente «un chiaro riferimento alle organizzazioni sindacali». «Il rinvio alla contrattazione - si legge nel documento ufficiale approvato dalla segreteria - va reso più consistente e determinante» per evitare un pericoloso slittamento della flessibilità verso la precarietà. Inoltre è forte la contrarietà dei sindacati e di Confindustria (per opposti motivi) sul futuro che la riforma ai co.co.co, troppo vincolante per gli industriali mentre per Cisl e Uil maggiori tutele non guastano.
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