Consumi: si spera nel Natale, ma ottobre è ai minimi storici
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I consumi di Natale sono considerati la perfetta prova del nove sul reale stato di salute dell’economia. Solo una ripresa effettiva, che nonsi limiti ai buoni auspici di politici ed imprenditori, può convincere gli italiani ad aprire il portafoglio per i regali da mettere sotto l’albero. Altrimenti le tredicesime, per i fortunati che ancora ne percepiscono una, finiscono soprattutto in spese obbligate e bollette. Così si spiega la frenesia con cui, allo scoccare del mese di dicembre, vengono diffuse ricerche sulla propensione agli acquisti per le feste. Secondo Confcommercio, le famiglie spenderanno 1.337 euro l’una, circa l’1,2% in meno dell’anno scorso. Secondo Federconsumatori, invece, il crollo rispetto al 2009 sarà dell’11%.
PREVISIONI E DATI EFFETTIVI
Solo i numeri di gennaio sulle vendite al dettaglio scioglieranno ogni dubbio. Nel frattempo, però, emergono con certezza due dati: la continua contrazione dei consumi certificata finora e la netta prevalenza di alimentari e di prodotti tecnologici, beni necessari o perlomeno utili, nel carrello. La stessa Confcommercio ha registrato ad ottobre una diminuzione dell’ 1,8% in termini tendenziali, sufficiente per parlare di «consumi ai minimi storici», visto l’ulteriore discesa rispetto al dato dello stesso periodo 2009, che in molti consideravano l’annus horribis della crisi. Invece il peggio doveva ancora arrivare. Per una effettiva ripresa dei consumi bisognerà aspettare il 2012, quando la Confcommercio stima una crescita pari all’1,6%, mentre «nel 2011 continuerà la fase di convalescenza e l’uscita dalla malattia sarà l’anno successivo». I commercianti mostrano comunque un certo ottimismo. Secondo uno studio effettuato su dati Istat ed Eurostat, la spesa media delle famiglie italiane per il Natale 2010 sarà di 1.337 euro, solo 17 euro in meno (-1,2%) rispetto all’anno scorso, soprattutto verso alimenti (più 0,6%) e tecnologia, mentre arretrano abbigliamento e calzature (meno 4%) e libri e compact disc (meno 1,2%). «Non sarà un Natale freddo e non ci sarà una caduta dei consumi» ha affermato il presidente Carlo Sangalli, pur «preoccupato» per l’aumento della disoccupazione. Di diverso avviso le associazioni dei consumatori che, nonostante gli aumenti contenuti rilevati su cibo e giocattoli (con punte massime del 6%), prevedono festeggiamenti sotto zero dell’11%: «È indispensabile avviare misure immediate per rilanciare il potere di acquisto delle famiglie attraverso la detassazione della tredicesima e l’anticipazione dei saldi » ha ribadito Federconsumatori. A mettere tutti d’accordo, invece, è il momento positivo che sta vivendo il comparto alimentare. Secondo la Coldiretti, il 79% degli italiani non taglierà le spese a tavola, per un importo aggiuntivo di 140 euro a famiglia. Secondo la Confederazione italiana agricoltori, ancora, per il cenone della vigilia e per il pranzo del 25 dicembre si spenderanno 3,5 miliardi di euro, poco più di 230 euro a famiglia (più 1,2% sul 2009).