12/12/2005 ore: 11:36
Coop: come vivere senza il leader
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E nelle coop s' insinua il dubbio: come vivere senza il leader LA SCALATA AL SUPERMARKET - A crederci di più sono i leader delle cooperative di largo consumo, quelle che generano la ricchezza dell' economia cooperativa e che, fin dall' inizio, si sono maggiormente impegnate nella scalata. La grande distribuzione è da sempre il cuore della Legacoop, un universo di imprese con 7 milioni di soci che produce ogni anno 45 miliardi di ricavi. E le 50 imprese che attraverso Holmo e Ariete controllano Unipol sono le punte di diamante di questa centrale di rappresentanza che si usa definire "rossa". Ma, nonostante il colore politico, gli «opinion maker» del movimento, più che i parlamentari diesse, sono i leader delle imprese più ricche. E semmai i cooperatori dovessero chiedere conto a qualcuno di un eventuale fallimento non sarà a D' Alema che si rivolgeranno, e nemmeno al numero uno di Unipol, ma ai loro colleghi, a cominciare dai padroni dei supermercati. Per esempio Pierluigi Stefanini. Perché è lui che guida Holmo e perché CoopAdriatica è uno dei maggiori soci della compagnia e uno dei più esposti nella scalata bancaria. Stefanini, un ex operaio della Gd ed ex dirigente del Pci ha creato un gigante con 819 mila soci, vendite per 1,7 miliardi con una controllata quotata in Borsa e ha avuto fin dall' inizio della scalata un ruolo di moral suasion fondamentale all' interno della compagine di Unipol. LA FRONDA TOSCANA - Ma la fronda toscana, condivisa anche dal presidente delle Coop bianche, Luigi Marino, non ha convinto tutti. A cominciare da Aldo Soldi, consigliere di Unipol, ex numero uno di Unicoop Tirreno e autorevole presidente dell' associazione delle cooperative di consumo. Del resto sono molti i big dei supermercati che hanno impegnato i loro patrimoni nella scalata e non vogliono sentir parlare di marce indietro, anche se si dovesse arrivare al peggio, cioè a sostituire Consorte. Chi pensa per esempio che non sia il momento di mollare proprio adesso è il ligure Bruno Cordazzo, che ha fatto grande Coop Liguria, l' ha portata nella Carige e poi nella Bnl. E poi il ferrarese Marco Pedroni che guida CoopNordest, un gruppo con 1,7 miliardi di ricavi con base a Ferrara e catene di vendite in Croazia. E ancora il modenese Mario Zucchelli, presidente di Coopestense, artefice dell' espansione in Puglia delle cooperative oltre che di acquisizioni come i supermercati Coin e Pam. LA LINEA DURA - Oppure il reggiano Ivan Soncini, un ex sindacalista della Cgil di Luciano Lama ora a capo del Ccpl: un vecchio consorzio appalti edili diventato un gruppo diversificato con 700 milioni di euro di ricavi in Italia e nei Paesi dell' Est. Non sono uomini questi disposti a dare credito alle insinuazioni ma neanche ad accettare cedimenti sul fronte dell' onorabilità. Così come non li accetta Claudio Levorato, consigliere di Unipol e presidente di Manutencoop, da sempre paladino della trasparenza. E nemmeno Francesco Boccetti, presidente del comitato etico di Unipol e di Coopfond, il fondo mutualistico che raccoglie il 3% degli utili delle cooperative. Coopfond con il 6% di Holmo ha sostenuto l' affare Bnl in quanto funzionale allo sviluppo di tutto il sistema. A quale prezzo, in termini di valori, si vedrà. Roberta Scagliarini
Il Montepaschi non ha votato l' aumento di capitale Unipol. A opporsi all' operazione Bnl anche Unicoop Firenze e le coop bianche ALLEATI I leader della grande distribuzione, 7 milioni di soci per 45 miliardi di ricavi, si sono schierati a favore dell' offerta sulla Bnl |