Dalle pensioni metà del debito

12 OTTOBRE 2002
CONTI E SVILUPPO |
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Dalle pensioni metà del debito |
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ROMA - Oltre il 50% del debito pubblico è da attribuire allo scarto tra contributi versati e prestazioni previdenziali. Il dato fornito dal Governatore Antonio Fazio è solo uno degli indicatori del tutt'altro che entusiasmante stato di salute del sistema previdenziale. Basti pensare che nel 2003 proprio le prestazioni previdenziali assorbiranno ben il 29,6% della spesa pubblica totale prevista dal Tesoro. Senza considerare poi che il prossimo anno le uscite per pensioni cresceranno di 7,2 miliardi di euro rispetto a quest'anno. Del resto, l'ennesimo allarme lanciato da Fazio («si dovrebbe fare sciopero per la riforma delle pensioni») non è che l'ultimo di una lunga serie: organismi internazionali a parte, in 12 mesi sono arrivati in rapida successione quelli della commissione Brambilla, della Ragioneria generale dello Stato e del Nucleo di valutazione della spesa previdenziale del ministero del Welfare. Ma il Governo non sembra intenzionato a stringere i tempi. E ieri il presidente della Commissione tecnica della spesa pubblica (Tesoro), Giuseppe Vitaletti, ha detto che «riformare significherebbe fare un taglio dirigistico su quelle di anzianità. E spingere sulla riforma appare inappropriato perché farebbe saltare la pace sociale e porterebbe risparmi limitati». La spesa crescerà più del 4 per cento. Il Rapporto consegnato dal Nucleo a fine luglio al Parlamento parla chiaro: nel decennio 2002-2011 la spesa pensionistica «riprenderà ad accelerare rispetto al contenimento» registrato nel quadriennio 1998-2001. E la crescita media delle uscite, al netto dell'indicizzazione, sarà del 2,2% contro il +1,6% degli ultimi quattro anni, con punte del 4,8% nel 2006 per le prestazioni di commercianti e artigiani e del 2,7% (nel 2011) per quelle dei dipendenti pubblici e di tutto il comparto dei lavoratori autonomi. Nel 2006 uscite a quota 205,6 miliardi €. Secondo gli ultimi dati del Tesoro nel 2003 la spesa pensionistica raggiungerà i 185,7 miliardi € con una crescita di 7,2 miliardi di euro rispetto al 2002, per arrivare a toccare quota 205,9 miliardi € nel 2006 con una lievitazione media di circa il 4 per cento. Nel 2010 sistema a rischio. Fazio ha ricordato che oggi il rapporto dei contribuenti per pensionati è di 1,2 a 1. Una considerazione già fatta dalla commissione Brambilla, che ha denunciato il lento decollo della previdenza integrativa e ha sottolineato come il sistema potrebbe già essere a rischio nel 2010 per le ripercussioni del fenomeno dei «baby boomer». L'apice della "gobba" nel 2033: 16% del Pil. Dall'ultima rilevazione della Ragioneria emerge che già nel 2010 la spesa "pura" per pensioni oscillerà attorno al 14,5% del Pil. Sulla base di questi dati la Rgs ha previsto uno slittamento dal 2030 al 2033 dell'apice della "gobba" che però salirà dal previsto 15,9% al 16% del Pil. Marco Rogari
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