Dpef e pensioni, i sindacati avvisano il governo
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23 Giugno 2004
Ieri è ripreso alla Camera l’esame della riforma previdenziale. Oggi in programma la riunione delle segreterie unitarie di Cgil, Cisl e Uil
Dpef e pensioni, i sindacati avvisano il governo
Felicia Masocco
ROMA Ieri in commissione Lavoro della Camera è ripreso l’esame della riforma delle pensioni. Oggi c’è il vertice di Cgil, Cisl e Uil che sulla previdenza, ma non solo, deciderà di continuare a tenere alta la guardia. La proclamazione di uno sciopero non è nell’aria, più probabili sono le assemblee nei luoghi di lavoro o territoriali, un’attività di pressione sui gruppi parlamentari e ancora un’assemblea unitaria dei delegati come quella che in marzo varò la piattaforma che i sindacati inviarono a governo senza ottenere risposte. Cgil, Cisl e Uil intendono ripartire da quel provvedimento che affrontava le questioni dello sviluppo, del Mezzogiorno, dell’innovazione e che insieme ai temi del Dpef, dei contratti e della politica dei redditi danno la scaletta delle priorità. «Occorre proseguire le iniziative di mobilitazione» per raggiungere gli obiettivi prefissati, ha detto ieri Savino Pezzotta concludendo l’esecutivo della Cisl. Sciopero o no, non si smobilita, è questo il messaggio che i sindacati intendono inviare, consapevoli che ancora troppi tasselli devono andare al loro posto, il Dpef - ad esempio - e anche sulle pensioni è probabile che la maggioranza esca dal suo stato confusionale solo dopo il ballottaggio.
Ieri sull’argomento i partiti di governo hanno offerto la solita babele. A sentire il relatore della delega, Luigi Mainetti dell’Udc, il testo non sarebbe blindato, ci sarebbe ancora spazio per alcune modifiche. E andrebbero viste in questa ottica le audizioni con i sindacati e con le imprese che la commissione Lavoro di Montecitorio avvierà il primo luglio. Il condizionale è d’obbligo, se è vero che è stato accolta la proposta delle opposizioni di riaprire un confronto con le parti sociali è pur vero che il rischio si tratti di audizioni di circostanza c’è tutto. In commissione, gli esponenti di An e quelli di Forza Italia hanno insistito col dire che di questa riforma si è discusso anche troppo, si è «concertato» abbastanza, ora bisogna chiudere. Quindi il giro di audizioni sarà «rapidissimo» ha voluto precisare il presidente della commissione Lavoro Domenico Benedetti Valentini (An). Il ministro Alemanno, poi, si aspetta che i sindacati facciano una proposta, mentre il vicepremier Fini è tornato a dire che è fondamentale «portare a compimento la riforma entro luglio». Calendario alla mano sembra improbabile che il provvedimento arrivi in aula prima del 19 luglio: i lavori in commissione riprenderanno infatti il 1l 29 e il 30, il primo ci saranno le audizioni, quindi verrà fissato il termine per la presentazione degli emendamenti e questi poi andranno discussi.
L’opposizione, con il vicepresidente dei deputati Ds Renzo Innocenti, fa intanto sapere che verranno presentati emendamenti ma non si farà ostruzionismo. «Vogliamo un dibattito senza finalità dilatorie - ha affermato Innocenti - ma avendo tutto il tempo necessario per approfondire e chiarire diverse questioni». Una di queste riguarda il conferimento del Tfr ai fondi pensione e l’equiparazione tra fondi pensione e polizze individuali. «Metteremo a punto degli emendamenti - ha spiegato - la cui priorità sarà quella di privilegiare l’accesso ai fondi negoziali e di rendere chiara ed evidente la diversità dei fondi pensione dalle polizze assicurative individuali».