Ecco la riforma delle pensioni targata Maroni

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Ecco la riforma delle pensioni targata Maroni
I punti della delega. Patto con gli italiani, età di pensionamento liberalizzata, icentivi per chi resta al lavoro, abolito il divieto di cumulo, meno contributi per chi libera il tfr, più contributi ai co.co.co.
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ROMA - Mentre della possibilità di varare la mobilità lunga per le grandi imprese che hanno necessità di liberarsi di personale se ne parlerà al prossimo appuntamento, lo schema di delega sulle pensioni presentato oggi ai sindacati ripropone, dettagliandoli meglio, i punti già esaminati nei precedenti appuntamenti. Rivediamoli. Patto con i lavoratori. Voluto da Bossi e dal sottosegretario Brambilla dovrebbe evitare la corsa massiccia al pensionamento anticipato. Il lavoratore che matura i requisiti per la pensione dì anzianità riceverà, a cura dell'Ente previdenziale di competenza, una certificazione della sua posizione previdenziale. In essa si attesta il diritto a godere della pensione a partire dalla stessa data in cui vengono maturati i requisiti. Il diritto potrà essere liberamente esercitato dal lavoratore in qualsiasi momento successivo alla data di maturazione dei requisiti stessi, e, quel che più conta, anche in presenza di modifiche legislative.
Età pensionabile libera. L'età pensionabile sarà liberalizzata. Si potrà cioè decidere se proseguire oppure no l'attività lavorativa una volta raggiunti i requisiti per la pensione di anzianità o di vecchiaia. La decisione di prolungare l'attività di lavoro sarà liberamente esercitabile se il lavoratore ha maturato i requisiti per la pensione di anzianità; sarà invece subordinata al preventivo consenso del datore di lavoro nel caso di lavoratori che abbiano i requisiti per la pensione di vecchiaia. Analogo consenso sara richiesto nel caso l'azienda versi in stato di crisi o di ristrutturazione.
Incentivi per chi resta al lavoro. Chi ha maturato i requisiti per la pensione e decidesse di rimanere al lavoro, avrà diritto all'applicazione di un regime contributivo speciale: cioé la riduzione a zero dei contributi previdenziali, sia quelli a carico del lavoratore, sia quelli del datore di lavoro. Lo sgravio dovrà premiare prevalentemente il lavoratore.
Divieto di cumulo abolito. La cumulabilità tra pensione e reddito di lavoro dipendente o autonomo verrà progressivamente estesa - in funzione dei contributi versati e dell'età - anche a chi percepisce la pensione di anzianità.
Previdenza integrativa. Primo obiettivo che il governmo si ponte è la destinazione del Trf ai fondi pensione. "Quote maggioritarie del Tfr" potranno che sarà maturato nei prossimi anni potranno quindi essere liberate ma con gradualità correlata agli oneri per le diverse tipologie di imprese. Per evitare eccessivi oneri alle imprese, il governo individuerà compensazioni sulla base della quantità contributiva interessata, con particolare riferimento alle piccole e medieimprese. Ovvero: riduzione degli oneri contributivi; agevolazioni di natura fiscale; facilità di accesso al credito.
Il governo intende poi consentire la libera scelta fra fondi chiusi e fondi aperti, modificando le leggi sulla circolazione fra diverse forme di previdenza complementare, e aumentare la deducibilità fiscale delle quote versate.
Non sono per il momen to previsti interventi per perequare le aliquote contributive attuali. Unica modifica quella per i collaboratori coordinati e continuativi (parasubordinati) per i quali è ipotizzata I'equiparazione ai commercianti (dal 12,5% al 16,9% nel 2002).
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